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giovedì 22 dicembre 2016

JEAN MICHEL BASQUIAT


Jean-Michel Basquiat nasce a Brooklyn il 22 dicembre 1960 da Ferard (haitiano) e da Matilde Andradas (di origine portoricana).

Fin da bambino manifesta un interesse per l'arte e la passione per il disegno, un amore trasmessogli dalla madre, che ne incoraggia il talento, accompagnandolo a visitare il Brooklyn Museu, il Metropolitan Museum ed il MoMA di New York.

Nel 1967, in seguito alla separazione dei genitori, va a vivere con il padre e le sorelle minori Lisane e Jeanine.

Frequenta la scuola cattolica privata di St. Ann ed insieme ad un compagno di scuola, Marc Prozzo, scrive e illustra un libro per bambini continuando a disegnare i suoi soggetti preferiti, che si ispirano ai film di Hichcock, ai fumetti e ai pernanaggi illustrati da Alfred E. Neuman nel giornalino Mad Magazine. Ama molto leggere romanzi in inglese, in francese e in spagnolo.

Nel 1968 un'automobile investe Jean Michel, le conseguenze sono una frattura ad un braccio, numerose ferite interne e l'asportazione della milza.
Per distrarlo la madre gli regala il libro Gray's Anatomy, il manuale di anatomia di Henry Gray, che avrà un'influenza fondamentale sulle sue opere, in esse infatti verranno spesso incorporati elementi e dettagli anatomici.
Back of The Neck - 1983
Nel 1974 Gerad Basquiat insieme ai gli si trasferisce a Portorico per motivi di lavoro. Per la prima volta Jean Michel fugge di casa.
Nel 1976 la famiglia torna a vivere a  Brooklyn (New York) ed i rapporti con il padre continuano ad essere pessimi e così il rendimento scolastico.
Dopo aver frequentato diverse public school Jean Michel viene iscritto in un liceo pubblico alternativo, la City-As-School, che offriva particolari programmi ad adolescenti di talento ma con difficoltà ad integrarsi. Qui diventa amico di Al Diaz.

I due disseminano sui muri di Lower East Side di Manhattan frasi poetiche ed enigmatiche, aforismi e protesta con riferimenti politici, filosofici e religiosi, firmandosi SAMO, acronimo di "Same Old Shit" (la solita vecchia merda).
Nel 1978 i conflitti con il padre peggiorano sempre di più. Un anno prima del diploma Jean Michel lascia la City-As-School e decide di andare a vivere da solo lasciando definitivamente la famiglia. Già all'epoca aveva avuto esperienze con la droga, in particolare marijuana e LSD.
Per mantenersi vende cartoline, magliette dipinte, disegni e college, vive senza fissa dimora e  saltuariamente si prostituisce per mantenersi. Grazie al suo taglio irochese si fa notare velocemente nell'In-Club. Ben presto entra a far parte dell'ambiente artistico, musicale, cinematografico che frequenta il Mudd Club e il Club 57.



Incontra Madonna con la quale avrà una relazione e vivrà insieme per un breve periodo.
L'11 dicembre Village Voice pubblica un'intervista a Basquiat e Al Diaz, in cui entrambi chiariscono l'enigma circa l'identità di SAMO.
Ma nel 1979 il sodalizio tra Basquiat e Diaz si rompe: sui muri di SoHo appare la scritta "Samo is dead".

Jean Michel fonda una band che si chiama The Grey, forse in riferimento al manuale di anatomia regalatogli dalla madre quando era in ospedale, o forse perché tra i componenti ci sono sia bianchi che neri; nel gruppo suona il sintonizzatore ed il clarinetto.



In questo periodo incontra Keit Haring con il quale avrà un'amicizia profonda e duratura.


Decisivo sarà l'incontro con l'artista e cineasta Diego Cortez, che lo presenterà a critici e collezionisti, tra i quali Henry Geldzahler, all'epoca responsabile del dipartimento dell'arte del XX secolo del Metropolitan Museum, che diventerà uno dei primi collezionisti di Basquiat.
Nel 1980 Cortez lo invita a partecipare alla "Time Square Show", un'ampia mostra collettiva organizzata nella galleria d'arte "alternativa" Fashion Moda da un collettivo di artisti, alla quale partecipano Jenny Holzer, Kenny Scharf e Kiki Smith. In una recensione della mostra, il lavoro di Basquiat viene menzionato dall'autorevole rivista "Art in America". Abbandona il gruppo dei Gray per dedicarsi esclusivamente alla pittura.
Nel 1981 interpreta il ruolo di protagonista nel film Dowtown 81 che narra la giornata di un artista povero nell'East Village. Il film è prodotto dalla stilista di moda Moripol e diretto da Edo Bertoglio:



Basquiat ha il ruolo da protagonista e i soldi che guadagna gli permetto di acquistare per la prima volta l'occorrente per dipingere.
Sempre in questo anno partecipa alla mostra "New York New Wave", organizzata da Diego Cortez al P.S. 1 di Long Island City, alla quale parteciperanno una ventina di artisti tra i quali Keith Haring, Andy Wrhol, Kenny Scharf, Robert Mapplethorpe. Qui viene notato dai galleristi Annina Nosei, Bruno Bischofberger ed Emilio Mazzoli, che è l'unico dei tre ad apprezzare subito il lavoro di Basquiat; incoraggiato dall'artista Sandro Chia, Mazzoli acquista alcune sue opere e gli propone di organizzare nel mese di maggio la sua prima mostra personale nella sua galleria a Modena.
A settembre Annina Nosei diventa il suo principale mercante d'arte,  facendolo partecipare alla mostra "Public Address": da quel momento Basquiat stabilisce il suo atelier nello scantinato della galleria della Nosei.
In questo periodo appare su "Artforum" il primo articolo importante su di lui.
Nel 1982 si tiene la sua prima personale presso la galleria di Annina Nosei, che ottiene un grande successo presso la critica e i collezionisti.
Viene quindi incluso nella mostra "Transavanguardia: Italia/America" alla Galleria Civica di Modena a cura di Achille Bonito Oliva, dove espone insieme a Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, David Salle, Julian Schnabel.
Pubblica la prima cartella di serigrafie: Anatomy




In aprile partecipa ad una mostra organizzata insieme ad Annina Nosei presso la galleria di Larry Gogosian a Los Angeles.
In giugno partecipa a Documenta di Kassel ed è il più giovane tra i 176 artisti presenti. A Documneta partecipano anche artisti già affermati come A. Warhol, Cy Twombly, Gerhard Richter e Joseph Beuys.
Bruno Bischofberger subentra ad Annina Nosei quale suo mercante 
esclusivo in Europa e lo presenta a Warhol.
Pubblica un disco di musica rap e fa il dj in alcuni locali di Manhattan.
Nel 1983 espone una seconda volta a Los Angeles presso Gogosian ed è inviato alla Biennale del Whitney Museum of American Art. Inizia un periodo di viaggi ed esposizioni che lo porteranno a Milano, Madrid, Zurigo e Tokyo.
Nel mese di gennaio 1984 lascia Los Angeles per recarsi per la prima volta sull'isola di Maui nelle Hawaii, dove affitta un ranch che diventa anche atelier e nel quale tornerà sempre più spesso.
Al suo ritorno a New York inizia la collaborazione con la gallerista Mary Boone.
Nel mese di maggio partecipa alla mostra "An International Survey of Recent Painting and Sculpture" per la riapertura del MoMa di New York e in Francia alla collettiva "Figuration Libre France/USA" al Musée d'Art Moderne di Parigi.
Nel mese di settembre Bruno Bischofberger a Zurigo, nella mostra "Collaborations", presenta i lavori nati dalla collaborazione tra Basquiat, Clemente e Warhol


Warhol - Basquisat - Bischofberger - Clemente
a cui la critica reagisce in modo prevalentemente negativo. Warhol e Basquiat continuano comunque la loro collaborazione creando opere in cui è presente l'intervento di entrambi.



Alla fine dell'anno conosce Jennifer Goode, con la quale avrà la relazione sentimentale più importante della sua vita.


Nel febbraio del 1985 il New York Times Magazine lo fotografa in copertina e all'interno viene pubblicato l'articolo dal titolo "New Art, New Money. The Marketing of an American Artist.
Espone presso la galleria di Tony Shafrazi le " Collaborations" realizzate con Warhol che non riscuotono un'accoglienza favorevole.


Durante l'anno, i suoi lavori sono esposti da Bischofberger, da Mary Boone, da Annina Nosei e, a Tokyo, da Akira Ikede, oltre che in una collettiva al Palladium di New York.
In questo periodo accentua l'uso di droghe e le sue condizioni di salute iniziano a deteriorarsi rapidamente.
Nell'agosto 1986 si reca per la prima volta in Africa, per una mostra ad Abidjan. 
Espone per la seconda volta in Europa presso la Kestner-Gesellschaft di Hannover.
Gli amici di Jean Michel sono seriamente preoccupati per suo abuso di droga. Diventa intrattabile e viene lasciato da Jennifer Goode.
Verso la fine dell'anno avviene la rottura definitiva con la gallerista Mary Boone.
Nel 1987, profondamente turbato dalla morte di Andy Warhol avvenuta il 22 febbraio, si ritira sempre più dalla vita pubblica e lavora con minore intensità.
Tra il 1987 e il 1988 espone in diverse importanti gallerie europee ed in quel periodo il suo gallerista per gli Stati Uniti è Vrej Baghoomian.
Per un breve periodo soggiorna nell'isola di Maui alle Hawaiii con l'intento di disintossicarsi.
Ma il 12 agosto 1988 viene ritrovato morto nel suo appartamento di Great Jones Street a New York a causa di un cocktail fatale di stupefacenti.
Al funerale Fab 5 Freddy, amico dell'artista fin dai tempi dei graffiti, lo saluta con una poesia di Langston Hughes:
Questa canzone è per un genio bambino,
cantala piano, perché è una canzone ribelle.
Cantala piano, più piano che puoi
- che non ti scappi di mano.
Nessuno ama un genio bambino.
Sapresti amare un'aquila,
docile o selvaggia?
Selvaggio o docile sapresti amare un mostro dal nome spaventoso?
Nessuno ama un genio bambino
Liberalo e lascia che la sua anima corra selvaggia.
Viene sepolto il 17 agosto nel cimitero di Greenwook, a Brooklyn



A me piace ricordarlo così ....









lunedì 19 dicembre 2016

Curiosità: La Cabina dell'Arte Diffusa di Torino

La Cabina dell'Arte Diffusa, ex cabina telefonica all'interno dei giardinetti di Piazza Peyron a Torino, costituisce un esempio di riconversione di elementi dell'arrendo urbano in disuso, attraverso un'azione spontanea "dal basso".
Metaforicamente "occupata" artisticamente nel marzo 2016, dismessa da Telecom come impianto telefonico in estate, è stata presa in carico dalla città ed affidata in concessione all'Associazione Culturale Tribù Badnightcafè,  a seguito della proposta di realizzazione di un progetto artistico/culturale presentato dalla stessa Associazione, che in sostanza sanciva e codificava l'ipotesi progettuale iniziale di Daniele D'Antonio (artista) promotore e ideatore dell'iniziativa...

Ci dice lo stesso Daniele: "la Cabina è uno strumento che in primis fissa una marca identitaria all'interno di una piazza che si intende promuovere nel suo complesso all'arte attraverso forme di partecipazione e di interazione diretta tra artisti locali e il pubblico".
Ma cerchiamo di capire di che cosa si tratta.
Giuseppe Noto - "Dante in Cabina"
La cabina è un luogo dove accadono cose: nel corso della sua prima stagione, durante le Domeniche in Cabina (appuntamenti settimanali fissi alla domenica mattina), tra mostre, reading, performances, presentazioni di libri, sono transitati circa una trenta artisti.
Esperienza recente è stata quella degli ultimi week-end, con la manifestazione "Una piazza d'arti" una proposta di divulgazione dell'attività degli artisti torinesi, di diretta relazione tra questi e il pubblico, senza alcun tipo di intermediazione.
La natura concettuale della Cabina rimanda alla funzione originaria della ex cabina telefonica: nata come contenitore di una strumento di comunicazione uno-a-uno, il telefono pubblico, torna ad essere contenitore e simbolo di comunicazione questa volta molti-a-molti, uno-a-molti, molti-a-uno.
A differenza di tanti riutilizzi di ex cabine telefoniche avvenute all'estero e di recente anche in Italia, la Cabina dell'Arte Diffusa non vuole essere solo un contenitore (di libri per book-crossing, oggetto da decorare, ecc.) ma un elemento dinamico, un luogo di aggregazione, di scambio, di arricchimento sia degli individui che del territorio.
Attraverso la Cabina dell'Arte Diffusa il messaggio artistico assume una funzione sociale, le azioni con cui viene espresso, divulgato e utilizzato cambiano, mutano anche i contesti nei quali viene sperimentato e realizzato.
L'ex cabina Telecom diventata Cabina dell'Arte Diffusa
Alla Cabina dell'Arte Diffusa siamo tutti invitati, faremo un'esperienza inedita, arricchente, straordinaria. Quindi non mancate alle Domeniche in cabina, gli appuntamenti vengono puntualmente segnalati su Facebook.
 Un ringraziamento speciale a Daniele D'Antonio e Marco Petrino per le foto.

Varo della Cabina dell'Arte Diffusa - 18 dicembre 2016
Arte in cabina - scultura di Ugo Venturini
Arte in cabina - T.A.M. -Tavor Art Mobile