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venerdì 8 settembre 2017

TREASURES FROM THE WRECK OF THE UNBELIEVABLE - Danien Hirst (fino al 3.12.2017)


"Nel 2008, al largo della costa orientale dell'Africa fu scoperto un vasto sito con il relitto di una nave naufragata. 



Il ritrovamento ha avallato la leggenda di Cif Amotan II, un liberto di Antiochia (città della Turchia nordoccidentale), vissuto tra la metà del I secolo e l'inizio del II secolo d.C.
Nell'Impero Romano, un ex schiavo aveva ampie possibilità di avanzamento socio-economico mediante il coinvolgimento negli affari finanziari dei suoi mecenati e padroni di un tempo.
La storia di Amotan (a volte citato come Aulus Calidius Amaton) racconta che, dopo l'affrancazione, lo schiavo accumulò un'immensa fortuna. Tronfio di ricchezze creò una sontuosa collezione di oggetti provenienti da ogni angolo del mondo antico.

I leggendari cento tesori del liberto - oggetti commissionati, copie, falsi, acquisti e bottini - furono caricati tutti insieme sulla gigantesca nave Apistos (nome che nell'antica koinè greca significa Incredibile) per essere trasportati in un tempio appositamente edificato dal collezionista. Ma l'imbarcazione affondò, consegnando il proprio tesoro alla sfera del mito e generando coì infinite varianti di questa storia d'ambizione e avarizia, di splendore e ubris.
La collezione rimase sul fondo dell'Oceano Indiano per circa duemila anni, prima che il sito fosse scoperto nel 2008, vicino agli antichi porti commerciali dell'Azania (costa dell'Africa sudorientale). Quasi un decennio dopo gli scavi, questa mostra raccoglie insieme tutte le opere recuperate in quello straordinario ritrovamento.
Alcune delle sculture sono esposte prima di aver subito qualsiasi intervento di restauro, coperte da pesanti incrostazioni di corallo e altre concrezioni marine che talvolta ne rendono la forma praticamente irriconoscibile. In mostra sono esposte anche serie di copie mussali contemporanee degli oggetti ritrovati che immaginano le opere così com'erano nello stato originario....
Così ci racconta il libretto che viene consegnato all'ingresso della mostra TREASURES FROM THE WRECK OF THE UNBELIEVABLE  (Tesori del relitto dell'Incredibile) presentata dall'artista Damien Hirst (Bristol 1965) a Venezia in due sedi: Palazzo Grassi e Punta della Dogana su un totale di 5.000 metri quadri.
Sculture monumentali in bronzo e marmo di sirene, idre, dee Kali, 


guerrieri, dischi solari Maya, Laocoonti rivisitati, ma anche scudi, spade, monete, manufatti d'oro, d'argento e di malachite, formano un universo fantastico con cui Hirst con faraonica megalomania ha lanciato la sua sfida al mondo dell'arte.
L'artista, conosciuto per i suoi squali in formalina e i teschi di diamanti del valore di 50 milioni di sterline, è riuscito ancora una volta a meravigliare il pubblico con un concept show che ha richiesto dieci anni di preparazione ed è stato reso possibile dalla complicità di F. Pinault, collezionista e presidente di Palazzo Grassi.
Damien Hirst ha voluto basare la sua mostra su una spiazzante ambiguità, rendendo vero il falso e lasciando gli spettatori confusi, stanza dopo stanza, opera dopo opera, vetrina dopo vetrina, soggiogati da una sensazione di impotenza e disfatta psicologica per l'accumulo esponenziale di stravaganze e meraviglia.
Visitando la mostra siamo catturati dalla meraviglia, misteriosamente le nostre facoltà critiche vengono sospese e le incongruenze ignorate permettendoci di godere di questa grande opera di fantasia: in quale fonte letteraria Andromeda incatenata sarebbe minacciata da uno squalo tigre? Ma qui tutto è possibile...


Nulla è lasciato al caso, tutto è curato nel dettaglio e la simulazione del ritrovamento delle opere incrostate di coralli, spugne e conchiglie di ogni tipo accumulatesi nel corso dei secoli, è sorretta da un'efficace serie di fotografie e filmati di archeologia subacquea presentati in entrambe le sedi espositive 


Con Treasures from the wreck of the Unbelievable, Hirst ha messo in mostra morte e decadimento come fossero reperti antichi installati dentro vetrine che non hanno più nulla a che vedere con gli asettici e chirurgici cabinet con cui è diventato celebre, bensì con il mondo misterioso di musei archeologici e wunderkammer rinascimentali e barocche.

Artificio, simulazione, ma anche ironia come nell'opera "The colletto with friend" dove il collezionista tiene per mano Topolino oppure Pippo diventa una statua rinvenuta coperta di conchiglie bianche.


L'ascesa e la caduta del liberto Amotan sembrano riflettere il desiderio di potere dell'artista e la sua fine proprio a causa del peccato di arroganza e di presunzione di poter sfidare il destino: forse  una riflessione fatta da Hirst sull'impossibilità di sottrarsi agli eventi della vita?



Damien Hirst nasce nel 1965 a Bristol, cresce a Leeds e dal 1986 al 1989 studia belle arti al Goldsmith College di Londra. Durante il suo secondo anno, Damien Hirst lavora all’organizzazione e alla curatela di “Freeze”, una mostra collettiva nota per essere stata il trampolino di lancio non solo per Hirst stesso, ma per un’intera generazione di giovani artisti britannici. Attualmente Damien Hirst vive e lavora tra Londra e Gloucester.
Dalla fine degli anni ‘80, Damien Hirst realizza una vasta serie di installazioni, sculture, dipinti e disegni con il fine di esplorare le complesse relazioni tra arte, bellezza, religione, scienza, vita e morte. Con i suoi lavori – tra cui l’iconico squalo in formaldeide The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living (1991) e For the Love of God (2007), calco in platino di un teschio tempestato di 8.601 purissimi diamanti – Damien Hirst sfida le certezze del mondo contemporaneo, esaminando tutte le incertezze insite nella natura dell’uomo.
Dal 1987 sono state organizzate in tutto il mondo oltre 90 mostre personali sull’artista; Damien Hirst ha partecipato, inoltre, a più di 300 mostre collettive. Nel 2012 la Tate Modern di Londra, in contemporanea con le Olimpiadi Culturali, ha presentato una grande retrospettiva sul lavoro dell’artista. Sono state organizzate mostre personali di Damien Hirst anche al Qatar Museums Authority, ALRIWAQ Doha (2013-2014), a Palazzo Vecchio, Firenze (2010), all’Oceanographic Museum, Monaco (2010), al Rijksmuseum, Amsterdam (2008), all’Astrup Fearnley Museet fur Moderne Kunst, Oslo (2005) e al Museo Archeologico Nazionale, Napoli (2004). Nel 1995 Damien Hirst vince il Turner Prize.