Il Ben Day utilizzato da Roy Lichtenstein per la realizzazione dei suoi quadri
è una tecnica che risale al 1879 e prende il nome dall'illustratore e stampatore Benjamin Henry Day Jr, che inventò il Ben Day dots.
Nel 1916, nel necrologio per Ben Day, la rivista Scientific American descrisse così il metodo per adattare un'immagine disegnata al processo di stampa industriale: "Il principio di quest'invensione si basa su una pellicola trasparente di gelatina, montata su un'intalaiatura; la pellicola da una parte è liscia e dall'altra presenta linee, punti e striature in rilievo. La parte del rilievo viene inchiostrata da un cilindro di stampa, rivestito da uno strato di gelatina, mentre la pellicola è collocata su una sorta di cuscinetto appositamente ideato per tale scopo. La pellicola inchiostrata secondo questo procedimento viene appoggiata (con la parte inchiostrata rivolta verso il basso) sull'immagine incisa su metallo, pietra o cartone; il disegno resta visibile attraverso la pellicola trasparente. La pressione esercitata sul retro della pellicola, grazie ad uno stilo o un rullo di gomma, trasporta le parti inchiostrate della pellicola nei punti desiderati del disegno.
Inizialmente l'inventore si accontentò di ottenere degli strati di colore uniformi; ben presto però si rese conto che, se voleva ottenere degli effetti simili a quelli delle incisioni su legno, sarebbe stato necessario creare delle gradazioni cromatiche tramite linee e striature. a tale scopo ideò un dispositivo di registrazione in grado di mantenere in posizione la pellicola per ottenere le sfumature cromatiche e, nello stesso tempo - grazie ad un meccanismo micrometrico - , per rendere possibile il graduale spostamento della pellicola da stampare sul disegno. Così facendo si poteva ottenere una serie successiva di stampe esattamente nel punto desiderato; questo significava che la prima stesura di colore poteva venir accentuata a piacere tramite la ripetizione del movimento. Il disegno così ottenuto veniva alla fine riprodotto in piastra grazie al procedimento di fotoincisione."
Per Lichtenstein la frase di maggior rilievo di questa lunga e dettagliata descrizione è quella di "gradazioni cromatiche tramite linee e striature".
Aurora - 1965 |