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martedì 3 dicembre 2019

Curiosità: LA LACCA

La lacca è una linfa che si estrae per incisione della pianta di rhus verniciflua, originaria dell'Asia centrale.
Il processo di estrazione e di preparazione è laborioso, e necessita di particolari condizioni di temperatura e umidità affinché la linfa già depurata e decantata si solidifichi.
La vernice, mischiata a pigmenti minerali o vegetali, è applicata a strati sottili sull'oggetto e ogni mano richiede lungo tempo per asciugare.
Dopo essere stata lucidata con polveri abrasive, la superficie viene dipinta nei particolari.



Il manufatto così rivestito diventa impermeabile all'acqua, resistente agli acidi ed al calore.
Lo sfruttamento della lacca è attestato dal III millennio a.C.: ci sono pervenuti tuttavia pochi oggetti intatti precedenti ai Zhou Orientali. I supporti comuni sono il legno e i vimini, meno usati il cuoio e - dal V secolo a.C. - il bronzo.
Dal IV secolo si sfruttano ance il legno sottile tornito e la "lacca secca", con anima in tessuto di canapa.

venerdì 9 agosto 2019

PROGETTO DIOGENE - sistemi d'arte non convenzionali

Percorrendo corso Regio Parco per andare verso il cimitero Monumentale di Torino vi sarete sicuramente imbattuti in un tram color argento che da molto tempo staziona nella rotonda corso Regio Parco/corso Verona, 

ecco svelato il mistero: è la sede del Progetto Diogene.
Nato nel 2007 come gruppo informale di artisti, un insieme di identità artistiche autonome che hanno scelto di lavorare insieme alla costruzione di un luogo di riflessione, ascolto e scambio sui temi e le modalità della pratica artistica, nel 2008 diventa ufficialmente l'Associazione Culturale Diogene.
Uno dei primi riferimenti del gruppo è stato Diogene di Sinope al quale il gruppo di artisti si è ispirato, riprendendone in particolare l'ideale rapporto con la realtà legato ad una riduzione del superfluo allo stretto necessario, l'autonomia di pensiero, l'attenta osservazione del mondo circostante, il cosmopolitismo, l'edificazione di una consapevolezza sempre vigile, nonché la capacità di far coesistere la teoria con la prassi.
L'associazione opera nell'ambito dell'arte contemporanea sviluppando progetti volti ad approfondire la riflessione circa la produzione artistica contemporanea, i suoi temi e modalità operative e il ruolo dell'artista nella società presente.
Attualmente l'organico vede come soci operativi: Francesco Ariaudo, Alice Benessia, Andrea Caretto, Manuele Cerutti, Giulia Gallo, Luca Luciano, Silvia Margaria, Enrico Partengo, Raffaella Spagna, Elena Tortia. 
Nel corso degli anni hanno fatto parte del Progetto Diogene: Donato Canosa, Ludovica Carbotta, Sara Enrico, Davide Gennarino, Valerio Manghi, Luca Pozzi, Laura Pugno, Andrea Respino, Monica Tavernieti, Cosimo Veneziano.
Dopo una prima fase di attività "nomade" (2007-2008), svolta operando in spazi interstiziali presenti nel tessuto urbano,  a partire dal 2009 Progetto Diogene si è dotato di una sede più stabile, una carrozza dismessa di un tram della GTT (Gruppo Torinese Trasporti), opportunamente ristrutturata e posizionata nello spazio pubblico, al centro di una rotonda stradale tra corso Regio Parco e corso Verona a Torino.
La presenza di una sede fissa ha consentito al gruppo di artisti di sviluppare una programmazione ricca e differenziata.
Il progetto di residenza internazionale per artisti Diogene_Bivaccourbano, primo progetto portato avanti con continuità dal gruppo Diogene, si è evoluto sino a trasformarsi, a partire dal 2013, in una vera borsa di ricerca per artisti (Diogene_bivaccourbano_R) con l'intenzione di dare enfasi e sostenere non tanto la produzione artistica in sé quanto il processo di ricerca.
Alla residenza per artisti Bivaccourbano sono stati affiancati, nel tempo, altri progetti che hanno permesso di ampliare lo spettro di azione e di indagine, coinvolgendo un numero sempre più ampio di persone, sia a livello locale che nazionale che internazionale: programmi formativi sperimentali per artisti e studenti (Solid Void, Diogene_Lab), cicli di incontri, conferenze e mostre con artisti e ricercatori (Collecting People, The Unseen, SErie Inversa), iniziative editoriali (Edizioni Diogene).
Ultimamente le attività dell'associazione hanno subito una pausa dovuta a una metamorfosi del gruppo e ad un suo riassestamento che ha portato i membri alla decisione di fermarsi per riflettere sull'identità e sulle visioni dell'associazione, con l'intento di individuare nuovi obiettivi mantenendo la stessa autonomia di pensiero e di azione. 
Alla ricerca di nuovi sistemi di sostegno, pur rimanendo coerenti con gli ideali che hanno sempre animato l'associazione, nel mese aprile 2019 il gruppo ha indetto una raccolta fondi per raccogliere risorse che permetteranno di sostenere le attività di Progetto Diogene.
Attendiamo con impazienza le novità che saranno proposte...


(articolo realizzato con l'ausilio dell'opuscolo Diogene_Incanto distribuito in occasione della raccolta fondi a sostegno del Progetto Diogene presso Fondazione Merz - 8 aprile 2019)

martedì 31 gennaio 2017

Curiosità: L'ORIGINE DEL RITRATTO

Il ritratto del suo amante 1785 - Jean-Baptiste Regnault

Il ritratto, genere artistico antico e tra i più diffusi e amati nella storia dell'arte, sembra abbia avuto origine in Grecia.
Nel libro  XXXV cap. 43 della Naturalis Historia (77 d.c.) di Plinio il Vecchio è narrata la storia che attribuisce alla forza dell'amore la nascita del primo ritratto della storia, disegnato dalle mani di una ragazza.
La scoperta della pittura 1773/74
Eduard Daege
La leggenda racconta che la figlia di un vasaio di Sicione che lavorava a Corinto, era innamorata di un giovane che doveva partire per un lungo viaggio. Per paura di dimenticare il volto dell'amato la ragazza utilizzò l'ombra proiettata sul muro dalla luce di una lampada per tracciare i contorni del viso del giovane.
Successivamente il padre, che volle dare consistenza al ritratto, ne riempì i contorni con l'argilla e fece un modello che mise nel forno di cottura insieme al vasellame che stava producendo.
Sembra che questo primo ritratto della storia dell'arte fosse custodito nel Nymphaeum fino alla distruzione di Corinto da parte di Lucio Mummio Acaico.











giovedì 21 gennaio 2016

JANE AVRIL




Jean Avril, come la Goulue e la clown Cha-U-Kao, appartenne al mondo della notte e dello spettacolo dipinto da Henri Toulouse-Lautrec.

Nacque a Parigi il 9 giugno 1868 e il suo vero nome era Jeanne Louise Beaudon.

Figlia di una donna di facili costumi e di un aristocratico italiano cominciò a ballare al Moulin Rouge, 
 dove era conosciuta come "Jean la Folle" proseguendo poi la sua carriera ai Décadents e al Divan Japonais, prima di trionfare alle Follie bergères.

Il suo aspetto fragile e un po' etereo ne fecero un personaggio a parte in quell'ambiente equivoco: Jan Avril si trasformava sulla scena in una ballerina acrobatica piena di energia e di grazia, per i suoi contemporanei era addirittura "l'incarnazione della danza". Sua l'idea di far indossare i mutandomi rossi alle "prime ballerine" del gruppo delle danzatrici del can - can.


Amica di Toulouse-Lautrec fino alla sua morte, Jean fu la protagonista di molte opere dell'artista, di locandine per Divan Japonais o per il Jardin de Paris,  immagini che decretarono la fama del pittore e della sua modella.
A 42 sposò il pittore tedesco Biais Maurice che sperperò tutti i suoi beni lasicandola morire in miseria. Jan Avril morì in una casa di riposo per artisti nel 1943 appena un anno dopo esserci entrata e fu sepolta al cimitero di Père Lachaise a Parigi.










venerdì 13 novembre 2015

Sapevate che ... visita insolita alla GAM di Torino




Forse, dopo un lungo peregrinare per le sale di un museo, vi è capitato di riposare sedendovi su una panca. Lo avrete sicuramente fatto anche alla GAM, lo dico soprattutto ai Torinesi ma anche a coloro che si recheranno alla Galleria d'Arte Moderna di Torino da domani in poi.
Bene, se vi capita di visitare o rivisitare la parte permanente del museo, fate attenzione alle panche perché sono il supporto di un'opera d'arte ... 
Come? Si avete capito bene.
Nel mese di novembre 2013 l'artista bulgaro Nedko Solakov (Tcherven Briag 1957) durante l'orario di apertura e sotto gli occhi dei visitatori,ha realizzato due opere intitolate "Eight Ceillings" e "Thirteen Benches", opere che resteranno patrimonio del museo; si è trattato di una delle rare occasioni a livello internazionale in cui l'artista ha lasciato un segno permanente del proprio lavoro.
Ma scopriamo di cosa si tratta.
L'opera "Thirteen Benches", donata dall'artista si compone di numerosi testi e disegni realizzati a pennarello che inducono ad riflessione spesso riferita al campo dell'arte.  "Un grande artista con piccolo (capo)lavoro" recita uno dei suoi interventi sulla panca posta davanti al grande Humbaba di Kiefer


Danilo Eccher e l'artista Nedko Solokov  
mentre più avanti quattro minuscoli personaggi popolano  gli angoli di una panca: "curatori", "collector" "artist" e "art lover" sono i protagonisti simbolici del mondo dell'arte.
Ma il divertimento è andare alla ricerca degli interventi effettuati da Solokov sulle panche


io ve ne ho fotografati alcuni, gli altri scopriteli voi ...
















Ma abbiamo detto che gli interventi sono due.

Infatti salendo o scendendo le scale del museo, sui soffitti si incontrano testi e disegni realizzati a china, si tratta dell'opera acquistata dalla Gam dal titolo "Eight Ceillings" . L'artista per realizzarli ha sfruttato le imperfezioni del soffitto, le ombre e le luci ma anche i segni e le impronte lasciate dai visitatori: improvvisamente una crepa nel muro diviene un paesaggio, una ditata diventa un volto sorridente oppure una piccola escrescenza di vernice si trasforma nel sorriso di un diavolo.














Osservando i soffitti e scrutando le panche vi troverete coinvoli in un'avvincente ricerca delle molteplici tessere disseminate negli spazi di collegamento del museo e lungo il percorso espositivo. Queste, colte una dopo l'altra, in parte o nel loro complesso, compongono il racconto di Solakov. Un racconto che, come sempre avviene nei suoi lavori, pone in discussione molte delle tradizionali certezze alla base della nostra società.



Adesso tocca a voi fare la caccia al tesoro... buon divertimento!


giovedì 16 aprile 2015

Curiosità - Madonna e Tamara de Lempicka

A rendere nuovamente  famosa Tamara de Lempicka ha contribuito l'apprezzamento delle sue opere da parte di alcune star di Hollywood contemporanee, in particolare la cantante Madonna, 




che oltre a collezionare le sue opere


Andromeda - 1927

Nana de herrera 1928

















ne ha inserito delle riproduzioni nei video delle sue canzoni e nelle scenografie dei suoi concerti.
Nel 1990, durante un'intervista a Vanity Fair, la cantante si vantava di una vasta collezione di dipinti di Tamara de Lempicka: "Ho un sacco di dipinti suoi a New York. Ho un intero museo di Lempicka"



sabato 21 febbraio 2015

Curiosità - Anche i grandi maestri si ispirano al passato


Probabilmente nelle sue esercitazioni di pittura al Louvre, copiando i maestri del passato, Edouard Manet ha avuto l'idea per la realizzazione del suo capolavoro Le déjeuner sur l'herbe.
Si nota infatti una somiglianza tra la sua opera e quella di Tiziano

Tiziano - Concerto campestre 1509-10
Manet - Colazione sull'erba 1863
Il quadro sollevò uno scandalo al Salon des Réfuses e, secondo l'espressione dell'imperatore  Napoleone III, "offese il pudore".
Forse è per questo che Claude Monet l'anno dopo rivestì tutti.



Monet - Colazione sull'erba 1864





domenica 15 febbraio 2015

Curiosità - Condominio Number 6 Torino


Palazzo Valperga Galleani - Facciata ingresso

Lo storico Palazzo Valperga Galleani in via Alfieri a Torino, recentemente ristrutturato dal Gruppo Building di Piero Boffa e trasformato in condominio d'avanguardia Number 6, ha vinto il premio per la migliore ristrutturazione dell'anno.
I lettori del portale statunitense ArchDaily lo hanno eletto Building of the Year nella categoria Refurbishment (ristrutturazione).
L'Architetto Valperga nel seicento lo aveva destinato a dimora nobiliare e l'intento della ristrutturazione è stata proprio quella di ripristinare il senso originario del palazzo ma secondo forme aggiornate che continuino a trasmettere l'idea di lusso e prestigio.
Sotto l'occhio vigile della Soprintendenza, l'architetto Luca Petrone ha iniziato ripristinando il cortile rendendolo un elemento di apertura verso la città.

Cortile illuminato
Il disegno originale del giardino è stato modernizzato con piante, vasi e un impianto di luci controllate elettronicamente che forniscono un'illuminazione molto suggestiva. Elemento scenografico che ricorda il gusto barocco (tipicamente piemontese) per giochi e sorprese è la presenza di una albero sospeso con radici a vista installato per meravigliare il visitatore e  fargli invidiare un po' le persone che  abitano il palazzo.
Le installazioni contemporanee sono dell'artista Richi Ferrero.
Interior design degli appartamenti ristrutturati - zona living 
E che dire degli interni? 
Se passate di giorno il portone è aperto, il custode molto gentilmente vi farà accedere al cortile... ma il meglio viene la sera con il cortile illuminato ma purtroppo il portone è chiuso e bisogna aspettare che qualcuno esca per poter entrare e vedere il suggestivo spettacolo di luci.

venerdì 23 gennaio 2015

Curiosità: Marina Abramović


Scomparsa dietro il suo grande ego, forse nella voglia di "partecipare”, forse anche di sperimentare, fatto sta che i risultati stanno diventando parecchio incerti. 
Marina Abramović come ultima creazione ha fatto una serie di decori su piatti, per conto dell’azienda Bernardaud
 
 
 Uccellini, stelle, superfici lunari. Qualcosa che, paradossalmente, sembra lontano anni luce da tutto quello che ci ha insegnato, negli anni, la Signora della performance, che con il cibo ha realizzato non poche azioni, sempre d’impatto

Balcan Baroque - Leone D'Oro XLVII Biennale di Venezia (1997)   
 
Ha dichiarato: "Per me l’atto del mangiare è pura semplicità. E così ho deciso di usare decorazioni semplici e personali".
Qualcuno però la ricorda così ...
The Onion - 1995
 
 


domenica 18 gennaio 2015

Curiosità - Galleria Sabauda Torino

Nella nuova Galleria Sabauda di Torino, inaugurata il 4 dicembre 2014, sono esposte due tavole dell'artista Roger Van Der Weyden che nel 1635 erano inventariate a Palazzo Ducale di Torino come trittico.
Il terzo elemento centrale è ora conservato al Louvre di Parigi poiché il trittico faceva parte dell'elenco delle opere della Galleria Sabauda che Napoleone, nel suo passaggio in Italia, volle fossero trasferite a Parigi.
Nel 1799 infatti i commissari della repubblica requisirono le opere e soltanto nel 1815 grazie a Lodovico Costa si riuscì ad ottenere la restituzione di alcune delle opere trafugate tra cui i due pannelli e l'Annunciazione di Orazio Gentileschi.


Un devoto in orazione 1434/1435


Visitazione 1434/1435













Per vedere il terzo pannello rappresentante l'annunciazione dobbiamo quindi recarci al Louvre
(se acquistate la guida del museo, nella didascalia c'è scritto "proviene dalla Galleria reale di Torino")
 
L'annunciazione 1434/1435 - Louvre Parigi




martedì 30 dicembre 2014

Curiosità - UNA STORIA A LIETO FINE

Nell'aprile del 2014  un Gauguin e un Bonnard furono ritrovati dai Carabinieri dei Beni Culturali nella cucina di un pensionato siciliano 40 anni dopo essere stati rubati.
La storia ha inizio nel 1970 a Londra quando le due tele, Fruits sur une table ou nature au petit chien (Gauguin)



La femme aux deux fauteuils (Bonnard),



vengono rubate dalla casa dei coniugi Marks e Kennedy. Solo qualche mese fa, dopo il ritrovamento, si è venuti a conoscenza dell’improbabile viaggio che le ha condotte in Sicilia. Si è scoperto che le due opere, dopo esser giunte in Francia, qualcuno le ha portate su un treno Parigi-Torino, ma le ha abbandonate per cause sconosciute e successivamente consegnate all’Ufficio oggetti smarriti. 
Nel 1975 Ferrovie dello Stato mette all’asta tutti gli oggetti non reclamati e un operaio siciliano della Fiat nota i quadri e se li aggiudica insieme ad altri oggetti per un totale di 45mila lire.
L’uomo non è un esperto d’arte, ne riconosce solo l’indiscussa bellezza e le appende nel suo salotto-cucina, prima a Torino e poi a Siracusa. È il figlio che dopo molti anni riconosce nelle tele un tratto familiare e consulta due esperti che a loro volta chiedono l’aiuto dei Carabinieri. La notizia sbalordisce la famiglia, improvvisamente sono in possesso di due opere preziosissime, il Gauguin ha un valore stimato di circa 35 milioni di euro e il Bonnard di 600mila euro. Il pensionato consegna spontaneamente le opere alla Procura che si mette in contatto con le autorità britanniche per stabilire la legittimità del possesso. 
Ora, invece, si assegna ufficialmente la proprietà dei due quadri all’ex operaio di Mirafiori, trasformato da pensionato a milionario. Fortunatamente i coniugi Marks e Kennedy non hanno eredi e nessun altro ha vantato un diritto legittimo sulle opere d’arte. «Ho acquistato i dipinti in buona fede e le autorità lo hanno riconosciuto», ha affermato soddisfatto il pensionato.
L’uomo adesso sogna di vendere il Gauguin e di poter finalmente, dopo una vita passata a lavorare duramente in fabbrica, concedersi qualche lusso, come quello di andare in luna di miele con sua moglie.
Il Bonnard lo terrà perché per la famiglia ha un valore sentimentale maggiore.
Veramente una storia a lieto fine.

venerdì 19 dicembre 2014

Curiosità - Felice Casorati "Silvana Cenni"

Il quadro "Silvana Cenni" che Felice Casorati dipinse nel 1922 ha una dimensione  inusuale per il pittore che utilizzava prevalentemente tele di forma quadrata (come i quadri di Piero della Francesca che Casorati amava molto). 
Il dipinto ha invece una forma rettangolare (100x200): il pittore Saroni racconta che Casorati stesso gli confidò di averla tagliata.
Silvana Cenni
Si pensa che nella parte tagliata ci fossero due allievi in piedi che stavano ritraendo la modella al centro che presumibilmente era un'altra allieva, Lella Marchesini, che assomiglia molto alla Silvana Cenni del quadro (tralaltro nome d'invenzione).
Lo studio

Se si analizza il quadro "Lo studio", uno dei nove dipinti andati distrutti nell'incendio del Glaspalast di Monaco di Baviera avvenuto nel 1931, si vede come la composizione assomigli al quadro "Silvana Cenni": al centro troviamo una modella e ai lati si vedono due allieve intente a ritrarla, inoltre si noti come una delle due indossi un camice molto simile a quello indossato dalla figura ritratta seduta, il camice infatti era in uso nello studio di Felice Casorati. Infine il quadro ha una dimensione quadrata e l'ipotesi trova conferma.


Il quadro distrutto piaceva molto al pittore che lo considerava uno tra i suoi lavori migliori e infatti provò a rifarlo numerose volte.
L'immagine è sulla copertina del catalogo della mostra Piero Gobetti e Felice Casorati 1918-1926 e ci dà la possibilità di rivederlo dal momento che l'opera non esiste più.
 931:



giovedì 4 dicembre 2014

Curiosità - 5Pointz, Queens, New York


Il giudice Frederic Block, chiamato a pronunciarsi in merito alla richiesta di fermare la demolizione di 5Pointz avanzata nel nome della libertà d’espressione da un gruppo di artisti, non ha accordato l’ingiunzione atta a prevenire la costruzione di un complesso residenziale di lusso.

La Mecca dei graffiti che sorge nel Queens a New York e rappresenta ormai un luogo di richiamo anche dal punto di vista turistico, nelle speranze degli speculatori edilizi dovrebbe franare entro la fine di Dicembre, ma gli street artist non si danno per vinti e promettono un ricorso al Comitato per la Preservazione del Patrimonio urbano, nella speranza che il nuovo sindaco Bill de Blasio  accordi questo status all’edificio anche se i murales hanno meno di trent’anni. 

Anche Banksy si è mobilitato per il salvataggio.

Curiosita - The Sunbather

Un «mostro» magenta alto circa tre metri. 


The Sunbather -  Ohad Meromi Brooklyn
Questo è il motivo che ha fatto infuriare gli abitanti di Long Island City, quartiere del Queens che si affaccia sull’East River. Si tratta di una scultura di gomma da masticare, rosa «shocking», come la storica chewing gum che fa le bolle più grandi del mondo, e che sarà installata in un parco del quartiere. L’opera dovrebbe rappresentare una persona sdraiata a prendere il sole, almeno con l’aiuto di un po’ di immaginazione. Il punto è che a far andare su tutte le furie la cittadinanza di Long Island City, oltre il dubbio gusto dell’opera, è il suo prezzo, ovvero 515 mila dollari.  
Gli abitanti, infatti protestano per il fatto che siano stati spesi così tanti soldi pubblici per la statua di gomma da masticare, quando ci sarebbero tante altre spese più urgenti da affrontare nel quartiere. 
La scultura, realizzata dall’artista di Brooklyn, Ohad Meromi, è stata commissionata dal Dipartimento degli Affari Culturali della città, che ha istituito un comitato ad hoc di tre membri, con il compito di scegliere l’opera più adeguata tra quelle presentate da una serie di candidati. All’artista andranno circa 100 mila dollari, ovvero il 20% del valore dell’investimento. La restante parte servirà per finanziare l’acquisto dei materiali, l’installazione, l’assicurazione e tutte le operazioni preparatorie. 





domenica 30 novembre 2014

Curiosità - Expo 2015

Massimiliano Gioni 
curatore della 55 Biennale di Venezia, quella del 2013, torna alla carica con il suo futuro progetto: si chiamerà La Grande Madre,  sarà una mostra targata Trussardi e consisterà in un allestimento di circa 2mila metri quadrati al piano nobile di Palazzo Reale, che metterà in scena un’ottantina di artisti.
Un’esposizione che non si prevede così sterminata ma che, afferma Gioni «Vuole continuare il solco aperto con il "Palazzo Enciclopedico”: si tratta di una mostra enciclopedico-pedagogica di carattere storico».
In scena? Ovviamente l’origine della vita, l’iconografia e la rappresentazione della maternità nell’arte del ‘900 e fino ai giorni nostri, per seguire ad origine il tema lanciato da Expo, ovvero "Nutrire il pianeta”. Un progetto complesso, che non aprirà in occasione di Expo ma nel secondo trimestre, in piena estate, e resterà aperta fino al prossimo novembre. 

mercoledì 26 novembre 2014

Curiosità - ANSELM KIEFER

A Torino è stata conferita ad Anselm Kiefer la Laurea honoris causa in Filosofia per aver dato luogo a una mirabile sintesi della riflessione filosofica e dell’espressività pittorica, per avere prodotto un percorso speculativo per immagini di esiti straordinariamente fecondi, in grado di confrontarsi con la tragedia del Novecento e con il mondo contemporaneo. Questa la motivazione della Laurea Honoris causa al grande artista.





La proposta per il conferimento della prestigiosa onorificenza ha visto il sostegno di Danilo Eccher, direttore GAM Torino, dove sono esposte due importanti opere dell’artista: Humbaba del 2009 e Einschusse del 2010, acquistate dalla Fondazione CRT per l’arte Moderna e Contemporanea.
La ricerca artistica di Kiefer indaga da sempre temi che spaziano dalla filosofia alla letteratura, dalla storia al mito, con opere di grande impatto visivo create dalla sovrapposizione di spessi strati di colore e materia, con una poetica che lo consacra tra gli artisti contemporanei che più si distinguono nel panorama internazionale.
 

 

domenica 23 novembre 2014

CURIOSITA' - Cecily Brown

CECILY BROWN


E' nata nel 1969 a Londra dove è cresciuta, ma nel 1994 si è  trasferita negli Stati Uniti proprio mentre in Inghilterra stava esplodendo il fenomeno Damian Hirst e di un'intera generazione, gli Young British Artist, che avevano decretato la morte della pittura.
Dal 2000 fa parte della prestigiosa scuderia degli artisti della Galleria di Larry Gogosian ed è collezionata da personaggi famosi come Elton John e Charles Saatchi, le sue tele sono state acquistate da importanti musei come la Tate di Londra, dal Whitney, dal Guggenheim di New York ecc.
Il suo record d'asta è stato di 1,2 milioni di euro nel 2007 ed attualmente le sue tele non scendono mai sotto i 500mila euro. Nel 2005 si poteva acquistare una sua opera a soli 100mila euro.

mercoledì 29 ottobre 2014

CURIOSITA' - Roy Lichtenstein



Il Ben Day utilizzato da Roy Lichtenstein per la realizzazione dei suoi quadri



è una tecnica che risale al 1879 e prende il nome dall'illustratore e stampatore Benjamin Henry Day Jr, che inventò il Ben Day dots.
Nel 1916, nel necrologio per Ben Day, la rivista Scientific American descrisse così il metodo per adattare un'immagine disegnata al processo di stampa industriale: "Il principio di quest'invensione si basa su una pellicola trasparente di gelatina, montata su un'intalaiatura; la pellicola da una parte è liscia e dall'altra presenta linee, punti e striature in rilievo. La parte del rilievo viene inchiostrata da un cilindro di stampa, rivestito da uno strato di gelatina, mentre la pellicola è collocata su una sorta di cuscinetto appositamente ideato per tale scopo. La pellicola inchiostrata secondo questo procedimento viene appoggiata (con la parte inchiostrata rivolta verso il basso) sull'immagine incisa su metallo, pietra o cartone; il disegno resta visibile attraverso la pellicola trasparente. La pressione esercitata sul retro della pellicola, grazie ad uno stilo o un rullo di gomma, trasporta le parti inchiostrate della pellicola nei punti desiderati del disegno. 
Inizialmente l'inventore si accontentò di ottenere degli strati di colore uniformi; ben presto però si rese conto che, se voleva ottenere degli effetti simili a quelli delle incisioni su legno, sarebbe stato necessario creare delle gradazioni cromatiche tramite linee e striature. a tale scopo ideò un dispositivo di registrazione in grado di mantenere in posizione la pellicola per ottenere le sfumature cromatiche e, nello stesso tempo - grazie ad un meccanismo micrometrico - , per rendere possibile il graduale spostamento della pellicola da stampare sul disegno. Così facendo si poteva ottenere una serie successiva di stampe esattamente nel punto desiderato; questo significava che la prima stesura di colore poteva venir accentuata a piacere tramite la ripetizione del movimento. Il disegno così ottenuto veniva alla fine riprodotto in piastra grazie al procedimento di fotoincisione."
Per Lichtenstein la frase di maggior rilievo di questa lunga e dettagliata descrizione è quella di "gradazioni cromatiche tramite linee e striature".
Aurora  - 1965
La realizzazione di Ben Day appare appare geniale: le singole parti di un quadro venivano concepite con piccole forme geometriche regolari.