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venerdì 13 novembre 2015

Sapevate che ... visita insolita alla GAM di Torino




Forse, dopo un lungo peregrinare per le sale di un museo, vi è capitato di riposare sedendovi su una panca. Lo avrete sicuramente fatto anche alla GAM, lo dico soprattutto ai Torinesi ma anche a coloro che si recheranno alla Galleria d'Arte Moderna di Torino da domani in poi.
Bene, se vi capita di visitare o rivisitare la parte permanente del museo, fate attenzione alle panche perché sono il supporto di un'opera d'arte ... 
Come? Si avete capito bene.
Nel mese di novembre 2013 l'artista bulgaro Nedko Solakov (Tcherven Briag 1957) durante l'orario di apertura e sotto gli occhi dei visitatori,ha realizzato due opere intitolate "Eight Ceillings" e "Thirteen Benches", opere che resteranno patrimonio del museo; si è trattato di una delle rare occasioni a livello internazionale in cui l'artista ha lasciato un segno permanente del proprio lavoro.
Ma scopriamo di cosa si tratta.
L'opera "Thirteen Benches", donata dall'artista si compone di numerosi testi e disegni realizzati a pennarello che inducono ad riflessione spesso riferita al campo dell'arte.  "Un grande artista con piccolo (capo)lavoro" recita uno dei suoi interventi sulla panca posta davanti al grande Humbaba di Kiefer


Danilo Eccher e l'artista Nedko Solokov  
mentre più avanti quattro minuscoli personaggi popolano  gli angoli di una panca: "curatori", "collector" "artist" e "art lover" sono i protagonisti simbolici del mondo dell'arte.
Ma il divertimento è andare alla ricerca degli interventi effettuati da Solokov sulle panche


io ve ne ho fotografati alcuni, gli altri scopriteli voi ...
















Ma abbiamo detto che gli interventi sono due.

Infatti salendo o scendendo le scale del museo, sui soffitti si incontrano testi e disegni realizzati a china, si tratta dell'opera acquistata dalla Gam dal titolo "Eight Ceillings" . L'artista per realizzarli ha sfruttato le imperfezioni del soffitto, le ombre e le luci ma anche i segni e le impronte lasciate dai visitatori: improvvisamente una crepa nel muro diviene un paesaggio, una ditata diventa un volto sorridente oppure una piccola escrescenza di vernice si trasforma nel sorriso di un diavolo.














Osservando i soffitti e scrutando le panche vi troverete coinvoli in un'avvincente ricerca delle molteplici tessere disseminate negli spazi di collegamento del museo e lungo il percorso espositivo. Queste, colte una dopo l'altra, in parte o nel loro complesso, compongono il racconto di Solakov. Un racconto che, come sempre avviene nei suoi lavori, pone in discussione molte delle tradizionali certezze alla base della nostra società.



Adesso tocca a voi fare la caccia al tesoro... buon divertimento!