La mostra alla Gam di Torino a cura dell'ex direttore Danilo Eccher aperta fino al 24/7/2016 ripercorre le fasi principali della carriera artistica dell'artista Braco Dimitrijevic (Sarajevo 1948 - vive e lavora a Parigi) partendo dagli esordi con "The Casual Passers-by I Met", opera che alla fine degli anni Settanta lo rese celebre a livello internazionale, fino agli esiti più recenti della sua produzione.
La ricerca di Dimitrijevic abbraccia diverse tematiche e mette in discussione i presupposti di veridicità della storia
così come dell'arte e della cultura, lasciando aperti dubbi ed interrogativi.
Nel 1963 inizia a sovvertire le regole sostituendo la bandiera nazionale della sua barca con un canovaccio utilizzato per pulire i pennelli (Flag of the world - la bandiera del mondo)
in questo modo compie il suo primo atto di rimozione di un simbolo ufficiale per sostituirlo con un altro personale, tema presente in altre sue opere successive.
Le sue prime azioni performative gettano le fondamenta del suo pensiero (che oggi si può identificare come un'anticipazione dell'arte relazionale) e affrontano il rapporto tra casualità e creatività attraverso grandi installazioni
Veleggiando verso la Post-Storia 2009 |
fotografie, video, dipinti e sculture che minano o quasi dissacrano l'idea stessa di opera d'arte e il concetto di artista.
Nelle azioni della metà degli anni Sessanta Dimitrijevic convivolge le persone per strada innescando delle situazioni che sono completate inconsapevolmente dai passanti : il suo intento è quello di mettere in discussione le nozioni di autenticità e autorialità dell'arte sovvertendo il ruolo tra artista e spettatore. In Accidental Drawing (Disegno accidentale) del 1968 per esempio, l'artista installa sulla strada un cartone di latte e aspetta che una macchina vi passi
sopra per fermare il conducente e chiedergli di firmare l'opera prodotta dal latte versato direttamente sull'asfalto.
Sovverte le regole anche nella serie The Casual Passers-by I Met (Passanti incontrati casualmente), in cui l'artista ha fotografato persone incontrate per strada e ne ha affisso gigantografie nelle città. Nel 1971 ad esempio, nella principale piazza di Zagabria e sui palazzi statali dove nei giorni di festa nazionale erano appesi solitamente manifesti di politici, l'artista installò i ritratti di tre persone sconosciute che aveva scelto casualmente per strada.
Le grandi fotografie, prive di nomi, iniziarono ad insinuare dubbi negli osservatori che cercavano di riconoscere quei volti domandandosi se fossero cambiate le persone al potere senza che i mezzi di comunicazione di massa lo avessero annunciato. A dare autorità a quei volti sconosciuti era il fatto che fossero appesi su palazzi del governo e con questo, Dimitrijevic, volle mettere in discussione l'accettazione passiva delle gerarchie storiche utilizzando le stesse forme di celebrazione ma per glorificare cittadini comuni sconosciuti.
Le sue immagini giganti ritraggono persone anonime come se fossero celebri ma anche, in maniera inversa, personaggi celebri dell'arte e della cultura in maniera anonima.
Negli anni Settanta Dimitrijevic iniziò a presentare il suo lavoro in esposizioni internazionali come la Biennale di Parigi (1971), documenta a Kassel (1972 e 1977) e la Biennale di Venezia (1976).
Nello stesso periodo cominciò la sua relazione con l'Italia: nel 1971 è a Napoli invitato dal gallerista Lucio Amelio e inizia il suo rapporto con il gallerista Gian Enzo Sperone, con il quale continua a lavorare, esponendo a Torino nel 1974.
Opera non presente in mostra |
Alla metà degli anni Settanta l'artista sviluppa la serie Triptychos Post Istoricus che incorporano al loro interno altre opere ottenute in prestito da collezioni museali quali la Tate Gallery, il Louvre, il Musée d'Orsa il Centre Pompidu e il Solomon R. Guggenheim Museum: capolavori della storia dell'arte sono accostati a strumenti musicali, oggetti di utilizzo quotidiano ed elementi organici come frutta e verdura, creando una sintesi armoniosa di arte, vita quotidiana e natura.
Messaggeri della Post-Storia 1997 |
Dagli anni Ottanta numerose mostre personali di Dimitrijevic si sono tenute in musei internazionali, mentre negli anni Novanta ha partecipato a mostre internazionali quali la Biennale di Sanpaolo e la Biennale di Venezia (1990 e 1993)
In anni più recenti l'artista realizza installazioni con ritratti di personaggi e grandi intellettuali che oggi sono comunemente riconosciuti "geni" ma che in passato furono ignorati,
L'intrusione artistica di Dimitrijevic nel paesaggio urbano, lo spostamento di significato delle forme come ritratti, monumenti, targhe commemorative, sono precursori di interventi artistici in spazi pubblici che hanno influenzato le pratiche del neo-concettualismo e della street-art.
Una mostra un po' complicata ... ma da vedere.
"Il nostro mondo non è fatto di capolavori, biciclette o mele ma di tutte queste cose insieme".