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venerdì 6 maggio 2016

Le donne nell'arte: BERTHE MORISOT

Berthe Marie Pauline Morisot viene spesso ricordata come la modella di Manet ma fu la più importante pittrice impressionista, amatissima e celebrata in poesie e dipinti degli amici artisti e scrittori suoi contemporanei ma troppo spesso dimenticata dalla storia dell'arte.
Berthe nacque a Bourges il 14 gennaio 1841 da una famiglia benestante e colta che la incoraggiò e la spinse ad intraprendere gli studi artistici.
Pronipote del pittore rococò Jean-Honoré Fragonard, trasferitasi con la famiglia a Parigi nel 1855, iniziò a seguire corsi di disegno con le sorelle e successivamente, non potendo iscriversi all'Ercole des Beaux-Arts (precluso alle donne), entrò nell'atelier del più rinomato e qualificato pittore accademico Joseph Guichard, allievo di Ingres e Delacroi che la spinse a copiare i capolavori del Louvread come esercizio di pittura.
Ma Guichard si accorse presto che Berthe sognava di abbandonare gli accademismi della tradizione e la pittura d'atelier e nel 1861 le presentò Camille Corot, sotto la cui guida iniziò a dipingere paesaggi all'aperto, a diretto contatto con la natura.
In seguito studiò scultura con Aimé Millet e venne introdotta da Corot nell'atelier di Charles Daubigny venendo a contatto con i pittori della Scuola di Barbizon.
Nel 1864, la Morisot venne ammessa per la prima volta a partecipare al Salon insieme a pittore Camille Pissarro ( a quel tempo allievo di Corot) e al Solon del 1867 ebbe il suo primo riconoscimento poiché insieme e Degas fu ammessa all'esposizione  da una giuria rigorosa che aveva rifiutato le opere di tutti gli altri futuri pittori "impressionisti"; in quell'occasione presentò "Veduta dal Trocadero"

Berthe sarà regolarmente presente ai successivi Salon fino al 1873 poiché dall'anno successivo iniziò ad esporre a mostre non ufficiali in linea con le scelte dei pittori impressionisti che criticavano l'ufficialità delle esposizioni e gli accademismi.
Nel 1874 sposò Eugéne Manet  fratello del famoso artista Eduard Manet.
Berthe ed Eduard si conobbero al Louvre nel 1868 mentre la Morisot stava copiando un dipinto di Rubens, fu Fantin-Latour a farli conoscere e Manet rimase incantato dalla bellezza di Berthe: pallida, magra, con i capelli scuri e le magnifiche mani, la giovane affascinò il pittore e divenne la sua modella. Egli la raffigurò spesso nei suoi dipinti e nel corso degli anni le dedicò undici ritratti. 
Con il passare del tempo, fra Berthe e Manet nacque una rapporto strettissimo di reciproca stima ed ammirazione ma fatto di alti e bassi che provocavano l'alternanza di momenti di vicinanza quasi intima a periodi di allontanamento.
L'amicizia con Manet influenzò anche lo stile pittorico di Berthe che, dopo aver seguito i consigli di Corot, si avvicinò allo stile impressionista trasformando il suo tratto in una linea sciolta e spontanea. Nella sua tavolozza è sempre presente il bianco, che spesso viene arricchito con decise pennellate di colore vivace ed intenso, mentre l'uso dei colori ad olio uniti agli acquarelli, permette alla pittrice di creare particolari effetti di luminosa trasparenza.
Nascondino 1873
Il 1874 per Berthe e tutti i pittori impressionisti fu un anno cruciale: dal 15 aprile al 15 maggio infatti, presso lo studio del fotografo Nadar, fu allestita la prima mostra degli impressionisti, i quali si erano riuniti nella "Sociéteé anonime coopérative d'artistes peintres ed sculpteur". La stessa Morisot prese parte all'evento come unica donna esponendo nove opere tra acquarelli, oli e pastelli, ed ottenendo sia giudizi positi che critiche e derisioni
A caccia di farfalle - 1874
Da quel momento Berthe Morisot divenne la "donna dell'impressionismo", venne accolta senza riserve nel gruppo e  fu soprattutto considerata un modello d'indipendenza e di talento. La pittrice continuò ad esporre regolarmente a tutte le mostre degli impressionisti ad eccezione di quella del 1879 anno in cui nacque la figlia Julie (che diventerà uno dei suoi modelli preferiti)
Sulla veranda - 1884
La Morisot contribuì, anche economicamente (finanziò l'ultima edizione della mostra degli impressionisti del 1886), a sostenere ed incoraggiare le iniziative dei giovani artisti impressionisti, ed il suo ruolo venne riconosciuto anche dalla critica.
Nel 1982 morì il marito e da allora iniziò a dedicarsi assiduamente alla pittura riuscendo ad organizzare una sua esposizione personale che riscosse un buon successo.
La pittrice morì a Parigi il 2 marzo 1895 all'età di 54 anni di una congestione polmonare ... un anno dopo la galleria Duran Ruel le dedicò una retrospettiva con la quale le venne reso l'ultimo omaggio e con la quale gli amici artisti le dimostrarono tutta la propropria ammirazione per il suo talento. Il poeta Paul Valery scrisse: "La peculiarità di Berthe Morisot fu di vivere la sua pittura e di dipingere la sua vita" e a distanza di anni lo scultore George Moore disse: "Soltanto una donna ebbe la capacità di creare uno stile, e quella donna fu Berthe Morisot. I suoi quadri sono le uniche opere che non potrebbero essere distrutte senza creare un vuoto, uno iato nella Storia dell'Arte".
Nei dipinti di Berthe ricorrono i temi cari alla poetica impressionista: i paesaggi, il mare ed i ritratti en plein air. I ritratti in particolari modo, raffigurano attentamente il mondo femminile, che divenne un tratto fondamentale della produzione artistica, alla quale erano preclusi luoghi tipici della pittura impressionista.
Studi di donne, ritratte all'aperto o raffigurate nell'intimità dell'ambiente domestico, sono affiancate alle immagini ispirate all'universo familiare che vengono rappresentate con una pittura costruita su toni chiari, con rapide pennellate intrise di luce.
La culla - 1872
Come molte altre artiste del suo periodo, anche la Morisot lottò contro i pregiudizi di coloro che trovavano disdicevole che una donna svolgesse la professione di pittrice (alla sua morte sul certificato fu scritto "senza professione"); fu un'artista fuori dai canoni e dagli schemi del tempo, ma comunque mai superficiale: la sua arte ed i suoi ritratti sono caratterizzati da un'analisi interiore dei personaggi (vedasi lo sguardo assorto nel dipinto "La culla" dichi sopra).
A tutti gli effetti Berthe Morisot può quindi essere definita La donna dell'Impressionismo.

mercoledì 30 dicembre 2015

MONET E LE STAMPE GIAPPONESI



L'impressionismo rappresenta la conquista progressiva della luce assunta come principio fondamentale, il suo naturale campo di sviluppo sarà perciò il paesaggio nel quale i contorni si aboliscono nella vibrazione dell'atmosfera. Alle ricerche di luce e di colore si affiancano quelle sugli studi di figure  che pongono problemi analoghi riguardanti la forma, lo spazio, la composizione. Si va elaborando un generale rinnovamento della visione pittorica, largamente favorito dalla moda delle stampe giapponesi.
Le rivoluzioni artistiche nel loro duplice movimento di rottura e di creazione, tendono ad appoggiarsi sulle autorità di stili esterni, arcaici, esotici o primitivi, ma ogni artista, a seconda della sua natura e delle sue tendenze vi attinge sollecitazioni diverse.
Per la generazione di Manet, Degas, Monet, il fascino nuovo dell'arte giapponese sta nella freschezza decorativa, nella scomposizione ironica e vivace del mondo, nei rapidi contrasti di toni chiari e scuri. 


Dopo la riapertura, avvenuta nel 1854, del mercato giapponese chiuso da secoli, le prime stampe giapponesi affluiscono in Europa sotto forma di carta da imballaggio. L'incisore Bracquemond scopre Hokusai in questo modo nel 1856. Nel 1862, una certa Madame Saye che aveva vissuto in Giappone apre, sotto i portici di rue de Rivoli, un negozio che chiamerà la Porte chinoise, ben presto frequentato da pittori e scrittori che cominciano a distinguere le "giapponeserie" dalle "cineserie" e a collezionarle con passione.
In occasione della mostra su Monet presso la Gam a Torino,  al Museo d'Arte Orientale di Torino (MAO) vengono esposte stampe e dipinti giapponesi in dialogo con le opere del grande maestro impressionista per presentare come l'arte giapponese abbia influenzato quella francese dell'Ottocento.
La maggior parte delle opere sono di Utawaga Hiroshige, un pittore paesaggista giapponese vissuto nella prima metà dell'Ottocento e considerato, insieme a Kitagawa Utamaro e KatsushiKa Hokusai, uno dei principali innovatori della xilografia ed uno dei primi artisti ad essere apprezzati dagli Impressionisti europei.
L'esposizione presenta un interessante excursus attraverso le grandi trasformazioni estetiche e stilistiche dell'arte ottocentesca, in un continuum di rimandi visivi tra le opere giapponesi e le opere di Monet
Il profilo sfuggente


 La donna con l'ombrello

 Paesaggi innevati


Scorci d'acqua

Il Giappone divenne per Monet quello fu l’Africa per Picasso e l’Oriente per Matisse. La summa della suggestione giapponese fu il suo giardino di Giverny,  con i suoi vialetti nascosti, i salici piangenti, il ponte giapponese sullo stagno delle ninfee

 
i fiori dalla mille sfumature. Le ninfee divennero, per l’artista impressionista, le icone di un pensiero al di là del dipinto, una visione astratta della natura. Fu un grande collezionista delle stampe giapponesi (ne possedeva oltre 230) e le esibiva nella sua abitazione di Giverny. Nel Salon Blue della sua villa era presente, infatti, la “Grande onda al largo di Kanagawa” del celebre Hokusai, di cui il Mao possiede una copia
Monet fu appassionato dalla particolare filosofia di vita dei maestri giapponesi, in comunione panteistica e spirituale con la natura, percependo l’esistenza di una risonanza cosmica che abbraccia il creato intero.


giovedì 15 ottobre 2015

MONET a Torino (GAM 2/10/15-14/2/16)




Alla Gam di Torino dal 2 ottobre 2015 al 31 gennaio 2016 (prorogata al 14/2/2016) la mostra Monet Dalle Collezioni del Musée D'Orsay.
Un'esposizione di opere che consente di mettere a fuoco alcuni tratti decisivi della complessa evoluzione del percorso artistico di Claude Monet, evidenziando la varietà e la qualità della sua tecnica pittorica, concentrando lo sguardo su temi e innovative soluzioni che ne hanno fatto uno dei padri dell'arte moderna.
Nato a Parigi il 14 novembre 1840, cresciuto a Le Havre, dove la famiglia si trasferisce poco dopo la sua nascita, Monet muove i primi passi nel solco della tradizione sotto la guida di un allievo di J.L. David maestro del neo-classicismo, ma è sotto la guida di E. Boudin che scopre la pittura.
Vicino ai pittori della Scuola di Barbizon, che intende trasformare il paesaggio di ispirazione classica in una rappresentazione più realistica della natura, Boudin fa scoprire a Monet la pratica della pittura en plein-air, che allora si sta diffondendo.
Fin dagli esordi Monet si inserisce nella linea di Courbet e dei pittori naturalisti, ammirando al contempo l'atmosfera dei dipinti di Corot.
Nei suoi dipinti riecheggiano colori caldi tipici della  tavolozza della scuola degli artisti di quel periodo.

Aia in Normandia - 1863
Dopo aver studiato a Parigi nell'atelier del pittore svizzero Charles Gleyre dove stringe amicizia con Renoir e Bazille, nel 1865 Monet partecipa per la prima volta al Solon ufficiale, l'esposizione annuale nella quale vengono presentati gli artisti. Sono ammessi due paesaggi che vengono notati dalla critica.
Osservando i suoi lavori si scopre come nel tempo la sua carriera è ritmata sui luoghi che abita nel corso della sua vita e che diventano i punti cardinali delle suo esperienze pittoriche.
Nel 1864 è a Honfleur, tra il 1869 e io 1870 è a Louvencienne dove dipinge con Pizarro, ma questo per lui è un periodo di difficoltà: le sue opere sono rifiutate dalle giurie dei Salon e le sue finanze sono molto scarse per la mancata vendita dei suoi dipinti.
Nel 1870 con la compagna Camille Doncieux che nel 1867 gli ha dato un figlio, si trasferisce in Inghilterra dove ritrova Pizarro che gli fa conoscere il mecenate e mercante d'arte Paul Durand-Ruel che lo aiuterà economicamente acquistando alcune sue opere. Poi visita l'Olanda.
Di ritorno dall'Inghilterra Monet il 21 dicembre 1871 si stabilisce ad Argenteuil (vicino a Parigi) meta delle competizioni nautiche iniziate nel 1867 con l'Esposizione Universale e luogo nel quale la buona società parigina si reca per rilassarsi e praticare le attività sportive sulle rive della Senna. Qui può concentrare la sua ricerca sulla rappresentazione dell'acqua e dei riflessi nei differenti momenti del giorno o delle stagioni

e per realizzarli al meglio acquista una barca che utilizza come Studio 
Il battello studio di Monet (quadro non presente in mostra)
Il suo ritorno in Francia lo vede tra i protagonisti della prima mostra impressionista del 1874 dove espone, tra le altre, la tela Impression, solei levant (Impressione, sole nascente) che ispirerà il nome del movimento pittorico (opera non presente in mostra)


Nel 1875 dipinge La rue Montorgueil: il quadro, molto innovativo, mostra una veduta di un paesaggio urbano osservato da una certa distanza, il pittore non si mischia alla folla ma si limita ad osservarla da una finestra. Lo sguardo inedito ed i tocchi guizzanti che presentano la folla in modo non analitico, dimostrano come  Monet si stia affrancato dalla pittura di storia fino ad allora praticata nella quale era la figura umana ad essere protagonista. 
Con questo quadro l'artista rivela un aspetto nascosto della modernità: il pittore è diventato reporter.
Costretto a lasciare Argenteuil all'inizio del 1978, si stabilisce provvisoriamente a Parigi, dove nasce il secondo figlio ed in seguito si trasferisce a Vétheuil dove si interessa alla vita rurale, lontano dai tumulti della città.
Vétheuil non è luogo di villeggiatura come Argenteuil, è un paesino che offre una natura intatta: si interessa ora alla vita rurale e al fascino del succedersi delle stagioni.
Qui la sua pittura, sempre en plein air ed eseguita spesso a bordo della sua barca, si concentra sulla chiesa del paese situata sulle rive della Senna. 
L'artista studia la chiesetta sotto diverse angolazioni,



ne moltiplica gli angoli e le atmosfere: è l'inizio degli studi reiterati sullo stesso soggetto, elemento che prefigura il suo lavoro sulle serie che realizzerà  più tardi

Cattedrale di Rouen
Cattedrale di Rouen 















Vétheuil abita una casa sufficientemente grande che accoglie la sua famiglia e quella del suo collezionista Ernest Hoschedé, che tante volte lo aveva aiutato, ma che ora versa in grande difficoltà economica a causa di un rovescio finanziario.
Ma il soggiorno a Vétheuil è  purtroppo funestato da un lutto: suo moglie Camille muore di cancro il 5 settembre 1879. La ritrae sul letto di morte ed il volto di Camille sembra fondersi con i suoi paesaggi
Camille sul letto di morte 
Anche se rattristato dalla scomparsa della moglie, questo  è l'anno che segna l'inizio del successo commerciale delle opere Monet infatti all'inizio degli anni ottanta, grazie soprattutto al sostegno di mercanti come Paul Durand-Ruel, riesce a trarre sempre maggiore fortuna economica dalla sua pittura.
Dopo la scomparsa dell'amata Camille sarà la moglie di Hoschedé ad aiutarlo con i bambini e sarà con lei che a dicembre del 1881  si stabilisce a Poissy rendendo pubblica la loro relazione.
Nel 1883 Monet decide di trasferirsi a Giverny, che espolererà in ogni suo angolo, come già aveva fatto ad Argenteuil e a Vétheuil.
Il superamento dei problemi finanziari gli permette di intraprendere molti viaggi, nel corso dei quali può mettere alla prova la sua tecnica con luci differenti, come quella delle coste della Normandia o della Costa Azzurra.
Nel 1883-84 è nel sud della Francia ed in Italia: arriva con Renoir ad Aix-en-Provence, dove incontrano Césan e in seguito andranno a Genova, poi da solo visiterà Bordighera e Mentone.
La visita di Bordighera lo incanta, la definisce "un paradiso terrestre" per i suoi giardini lussureggianti che svilupperà poi nel suo giardino di Giverny.
E' particolarmente attratto dalle ville di Bordighera costruite da Charles Garnier l'architetto dell'Opéra di Parigi che saranno il soggetto di alcuni suoi quadri


Valla di Bordighera - 1884
Etretat, la Manneporte riflessi sull'acqua - 1885
ma gli piace anche ritornare in luoghi che sono già stati oggetto dei suoi quadri, come Etretat in Normandia o in Olanda patria di G. B. Jongkind pittore che lui definisce il suo vero maestro ("... è a lui che devo l'educazione definitiva del mio occhio" C.Monet)


    Campi di tulipani con il mulino a vento Rijnsburg - 1886 

La sperimentazione dell'evoluzione della sua tecnica pittorica lo porterà a dire: "... la nostra povera tavolozza non riesce a rendere i colori dei tulipani..."
Monet alterna così i viaggi ai tranquilli soggiorni in famiglia, nella sua proprietà di Giverny acquistata nel 1890 cui dedica incessanti cure per abbellirla.
Con il trascorre degli anni la sua trascrizione del mondo in pittura si farà sempre più personale, tanto nella forma che nei colori e si allontanerà sempre di più dall'esatta trascrizione della percezione.
L'armonia che caratterizza ora la sua pittura la avvicina alla musica e ai suoi principi e Monet, dopo una prima esposizione di covoni presso la galleria di Durand-Ruel nel 1891, giunge a sintetizzare il principio della serie.
Da allora in poi i temi si succederanno: i Pioppi, oppure  vedute di Venezia e di Londra. Quest'ultima in particolare  lo attrae per l'effetto della luce nello smog tanto che nella sua produzione artistica tra il 1900 e il 1904 si annoverano 37 dipinti che rappresentano vedute della città



Londra, il Parlamento effetto del sole - 1904

Nello spingere questo principio verso formati sempre più grandi, che sfoceranno nel ciclo delle Ninfee del Musée de l'Orangerie a Parigi, donato allo Stato francese per celebrare la vittoria del 1918, Monet si presenta come uno dei padri della pittura moderna.
Il grande maestro morirà per un tumore il 5 dicembre del 1926 all'età di ottantasei anni.