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domenica 14 dicembre 2014

FELICE CASORATI: la mostra


Alla Fondazione Ferrero ad Alba dal 28 ottobre 2014 al 1° febbraio 2015  si può visitare la mostra nella quale sono presenti 65 dipinti del pittore Felice Casorati, provenienti da musei di mezzo mondo.
Felice Casorati, "poeta delle mute cose immolibili"  alla cézan
di cui medita la lezione senza peraltro subirne deviazioni







e della malinconia 


In un periodo, gli anni venti, un cui dilagava il movimento artistico Novecento alle cui mostre organizzate da Margherita Sarfatti  espose le sue opere, Casorati  nel corso della sua carriera, preservò ampi spazi di autonomia "fuori dal coro", portando avanti una riflessione per molti aspetti solitaria e disposta a brusche, ricorrenti e inaspettate virate di stile; ne sono due esempi lampanti i due quadri Tiro al bersaglio e Giocattoli 



che, nonostante la "giocosità" dei soggetti e la vivida esuberanza dei colori, comunicano all'osservatore una sensazione di desolazione, di abbandono e di ermetica solitudine (tiro al bersaglio lo tenne per anni  nella stanza del figlio Francesco).
La prima mostra dei "novecentisti" si tiene a Milano nel 1926: vi prendono parte oltre cento artisti - in sostanza tutti i "grandi" italiani di quel tempo -, da Sironi a De Chirico, a Carrà . Ed è proprio in questi stessi anni che Casorati dà vita ad alcune delle sue opere più mature, quali per esempio i due capolavori esposti nella mostra di Trieste: Ritratto di Silvana Cenni 

La maestosa composizione verticale 
ci rimanda subito alla pittura 
quattrocentesca italiana . 
Il riferimento è a Piero della Francesca e alla sua Madonna della Misericordia: la posa ieratica e immota, l'espressione severa del volto e lo sguardo rivolto verso il basso, il drappo che rimanda al mantello, i libri intorno che richiamano i fedeli
Felice Casorati, Meriggio
Meriggio, veri e propri manifesti di un'arte intenta a riscoprire valori dimenticati dell'antichità classica come armonia delle forme, geometrica partizione degli spazi e nitide volumetrie.

In questo quadro la luminosità tagliente e chiarificatrice di un pomeriggio che immaginiamo afoso e sonnolento modella con la nitidezza di uno scalpello i corpi nudi delle donne, una delle quali - quella all'estrema destra - ricalca nella posa l'ardito scorcio prospettico che fu del celebre Cristo Morto del Mantegna, a mo' di citazione e omaggio. 









Osservando quadri come Silvana Cenni Meriggio, comprendiamo come il fenomeno del "Ritorno all'ordine", al di là delle ingombranti implicazioni politiche con il Fascismo, sia stato in grado di superare ampiamente i confini della "tradizione" per dar vita ad opere inconfutabilmente "moderne", rifiutando il realismo visto da Casorati come "puro descrittivismo".
Questo il Casorati che conosciamo ma Casorati è anche delicato pittore di raffinate scene d'interni borghesi


 


e di scene famigliari


che forse ci ricordano un po' la pittura dell'800 di De Nittis



Colazione in giardino



e le ambientazioni e i colori dei macchiaioli