La mostra alla Fondazione Accorsi fino al 5 giugno 2016, è dedicata alla fortuna del tema iconografico dei putti che, pur avendo attirato in passato l'attenzione di eminenti studiosi, non è mai stato oggetto di una iniziativa espositiva monografica in Europa.
Sotto le variate spoglie di spiritelli, amorini, genieri o di cherubini, i putti ispirati all'arte antica romana, hanno trovato ampia diffusione soprattutto a partire dal Rinascimento, dialogando durante il Sei e il Settecento con funzioni decorative, ma anche allegoriche, e caratterizzando in vario modo sia l'arte profana che quella sacra.
Accanto ad opere di Guido Reni, Isidoro Bianchi, Bartolomeo Guidobono, Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, Francesco Cairo,
Francesco Ladatte, Vittorio Amedeo Rapous, Ignazio e Filippo Collino, lo sguardo viene allargato in alcune sezioni nel contesto internazionale, con opere di Charles Amédée Philippe Van Loo, Cammillo Rusconi e di Paul Heermann
Lotta di tre amorini e tre baccarini Guido Reni (e aiuti?) - 1620 circa |
Il Genio della scultura Fratelli Collino - 1782 circa |
Angeli Musicanti Guglilmo Caccia detto il Moncalvo - 1615-1620 circa |
La mostra raccoglie più di sessanta selezionatissimi oggetti provenienti da collezioni pubbliche italiane e private (italiane e straniere) ed è articolata in sei sezioni tematiche che sviluppano il tema dal punto di vista privilegiato delle committente sabaude e piemontesi.
Allegoria con putti Isidoro Bianchi - 1635 |
Paracamino in legno |
La mostra è stata occasione per alcuni significativi recuperi di opere, individuate nei depositi di collezioni pubbliche e restituite alla fruizione, anche futura, grazie a specifici restauri.
Una mostra da non perdere anche se come me non siete particolarmente amanti del genere ... consiglio di usufruire delle visite guidate organizzate dalla Fondazione, perché permettono di scoprire gli affascinanti "segreti" degli oggetti in mostra.
Gruppo di Putti con bottiglie di vino Charles-Amédée-Philippe van Loo - 1762 |