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martedì 2 agosto 2016

ESCHER - Palazzo Reale Milano fino al 22 gennaio 2017




La mostra presenta 200 opere (tutte provenienti dalla collezione di Federico Giudiceandrea) divise in sei sezioni che fanno viaggiare lo spettatore attraverso lo sviluppo creativo dell'artista.
Il percorso espositivo, che segue un filo cronologico, si apre con la formazione di Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden 1989 - Laren 1972): l'artista originario dei Paesi Bassi, visse a Roma dal 1923 al 1935, anni che egli stesso definì i più belli della sua vita,  nel 1937 lasciò l'Italia per trasferirsi in Belgio e questo rappresenterà l'anno decisivo per la sua produzione artistica che andrà a concentrarsi principalmente sulla rappresentazione degli oggetti impossibili che lo renderanno riconoscibile in tutto il mondo.
La prima sezione pone in risalto il rapporto di Escher con l'Art Nouveau. Ad avvicinare il giovane studente a questa corrente artistica fu il suo maestro Samuel Jessurum de Mesquita. Le opere realizzate da Escher in questo periodo hanno una forte componente liberty che susciterà in lui il grande interesse per la tassellazione o divisione regolare del piano.
Non si può prescindere poi dall'approfondire il tema del rapporto con l'Italia: nella sezione sono riportati confronti con alcuni artisti contemporanei a Roma, dall'avanguardia futurista al richiamo al simbolismo e al divisionismo.
Un'attenzione particolare è dedicata a Giuseppe Haas Triverio (1889-1963), l'incisore svizzero, attratto non solo dai monumenti italiani
ma anche dalla natura del nostro Paese, con cui Escher condivise molti viaggi nella nostra penisola che diedero vita ad una cospicua produzione di opere
San Pietro da Gianicolo - G. H. Triverio

M.C. Escer














Momento scatenante nel percorso della creatività artistica di Escher fu la seconda visita a l'Alhambra a Cordova nel 1936
Alhambra - piastrella
che, dopo l'interesse per la tassellata già ampiamente manifestato per via della formazione Art Nouveau, lo indusse a studiare le soluzioni decorative moresche caratterizzanti quello straordinario edificio. 
Fra le eccellenze in mostra e pezzo forte della sezione sono alcuni lavori di Koloman Moser che molto hanno influenzato l'opera di Escher
Illustrazione di Koloman Moser 1899




Pesci volanti - M.C. Escer 




Da sempre affascinato dalle superfici riflettenti, il primo autoritratto di Escher a specchi curvi è del 1921. La sfera che riflette i raggi provenienti da tutte le direzioni dello spazio rappresenta tutto lo spazio intorno e gli occhi dell'osservatore sono sempre al centro: l'Io al centro del mondo è la sensazione che si sperimenta nell'interfacciarsi con lo spazio e la luce riflessi; così l'Io è, dice Escher, il protagonista indiscusso al centro del mondo che gli gravita intorno

Tuttavia non solo sfere: figure piane 










si alternano a figure solide nella rappresentazione tassellare dello spazio nelle più svariate possibilità competitive senza lasciare vuoti, come l'opera "Profondità" del 1955 che sembra riprendere la disposizione degli atomi di ferro (Fe)



L'altra passione di Escher, infatti, furono metalli e cristalli di cui scoprì le leggi di organizzazione molecolare nello spazio










Una sezione prende il nome dall'opera "Metamorfosi" uno dei capolavori assoluti nella produzione di Escher.
Metamorfosi - frammento
L'opera mostra un turbinio di trasformazioni basate su diversi tipi di tassellata e assonanze logiche e formali che si concludono con la veduta di Atrani, il paesino della scogliera Amalfitana, caro all'artista, che vi aveva trascorso il suo viaggio di nozze. Escher aveva ritratto Atrani nel 1931



come molti altri paesaggi italiani a lui molto cari per la loro posizione arroccata.

Lasciata l'Italia nel 1936 l'artista non dimenticherà mai quei paesaggi che lo affascinavano e dai quali trovò l'ispirazione.
La sezione "Paradossi geometrici: dal foglio allo spazio" richiama l'attenzione sugli ambiti scientifici dell'arte di Escher: la matematica e la geometria.



La linea di confine tra Escher e i matematici è sottile e determinante; ma l'attrazione fu reciproca e felice. L'artista olandese, infatti era l'unico in grado dare un'immagine alle sue fantasie attirando a sé l'attenzione degli scienziati e iniziando con il loro mondo uno scambio che non si fermò neppure dopo la sua scomparsa.
L'ultima sezione si sofferma sull'attività si Escher indirizzata più a soddisfare le esigenze del committente che gli interessi della sua ricerca artistica personale, ma non per questo si tratta di opere di minore importanza. Come tutti i grandi artisti, Escher, per realizzare 
 gli ex libris oppure i biglietti da visita per i più svariati committenti, non tradiva la propria arte ma affrontava il tema con un approccio originale ed immediatamente riconoscibile.

Un esempio tipico è l'opera Larix che fu usata per illustrare una poesia di Hennriette Roland Holst (poetessa olandese che nel 1917 aderì alla rivoluzione di ottobre).
La sua arte uscita dal torchio del suo studio si è trasformata in scatole da regalo, francobolli e biglietti d'auguri; è entrata nel mondo dei fumetti
è finita sulle copertine degli LP di noti gruppi musicali come i Pink Floyd 
Le strutture impossibili di Escher sono state usate per alludere a situazioni paradossali e per stupire con architetture fantastiche: situazioni escheriane sono usate in clip pubblicitarie

Spot SKY


Spot AUDI
e nei films: anche le celebri rampe fatate del castello di Hogwarts nella saga i Harry Potter sono la trasposizione dinamica delle opere dell'artista,

una vera e propria Eschermania.

Ma dobbiamo fare attenzione al monito del maestro che all'inizio della mostra ci ricorda: "il mio lavoro è un gioco, un gioco molto serio".