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giovedì 27 febbraio 2020

Artisti contemporanei: CARSTEN HÖLLER


Nato nel 1961 a Bruxelles, Carsten Höller lavora tra Colonia e Stoccolma, dopo gli studi in scienze agronomiche all'Università di Kiel e un dottorato in comportamento degli insetti, si avvicina all'arte attuando una serie di originali ricerche che lo spingono verso nuovi territori.
L'artista, il cui debutto artistico inizia agli inizi degli anni Novanta, focalizza i suoi interessi sulle forme che prendono le spinte e le forze evolutive naturali in rapporto con l'emotività umana. Le conoscenze acquisite come biologo entrano in relazione con le teorie riguardanti l'evoluzione, spingendolo ad occuparsi di quelle forme di sentimenti, come l'amore, l'affettività e la gioia, quali strategie essenziali per una buona riproduzione del patrimonio genetico umano, studiando allo stesso tempo gli essere umani come semplici creature animali tra gli animali.
Considerato uno degli artisti dell'Arte Relazionale,  nel corso degli anni si è dedicato alla creazione di oggetti e di dispositivi che aiutino a sviluppare e poi studiare le emozioni. Sviluppando installazioni dal diretto coinvolgimento fisico e sculture interattive, in modo anche ludico, Höller è interessato a creare strutture in grado di indurre il pubblico a stati di eccitazione, di alterazione, di dubbio e di confusione.
Con gli  scivoli installati alla Tate  Modern di Londra nel 2006  definiti dall'artista "generatori di ebbrezza e felicità" lo spettatore era chiamato alla partecipazione attiva diventando soggetto e oggetto dell'opera d'arte. 


Analogamente, con l'opera Spining Top presentata  nella Galleria Massimo De Carlo a Milano nel 1996 (una trottola gigante che può  ospitare una persona al suo interno), Höller mirava a sovvertire la sensibilità individuale, attraverso l'estraneamente dal reale e la perdita della dimensione naturale, infondendo uno stato di spaesamento fisico e psicologico.
Biologo di formazione, Höller trae spesso ispirazione da elementi della natura, quando per esempio utilizza piante e animali come surrogati degli esseri umani per creare analogie descrittive del comportamento delle persone o quando ne altera le proporzioni. Da qui i funghi giganti capovolti realizzati nel 2000 per la Fondazione Prada a Milano  che comparivano come coup de theatre finale dopo un percorso in un corridoio completamente oscurato.


Tra gioco ed assunzione di responsabilità, la produzione artistica di Carsten Höller ha una dimensione socio-politica in cui si riconosce la visione che l'artista ha della contemporaneità e cioè di una società basata sull'utilitarismo che la sua arte vuole mettere in dubbio.
Le sue installazioni diventano strutture di laboratorio in cui il pubblico diventa l'oggetto degli esperimenti. Le esperienze messe in scena da Höller non sono avvenimenti isolati e si accompagnano a lezioni, seminari e libri nei quali compaiono testi teorici. Scienziati e filosofi riflettono sui processi cui le opere danno origine. 
Gli oggetti, quindi, sono deliberatamente finalizzati a confronti provocatori che si estendono ben oltre l'arte.








"Fin dai tempi della scuola mi sono appassionato alla nuova teoria degli insetti, perché essa è un processo prematematico che funziona in maniera visiva e può mettere in evidenza delle corrispondenze con metodi molto semplici."