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Visualizzazione post con etichetta Milano. Mostra tutti i post
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venerdì 17 marzo 2017

KEITH HARING. About art - Palazzo Reale Milano fino al 18 giugno 2017





Conosciamo Keith Haring (1958-1990) leggendo i suoi diari. Il 18 marzo 1982 scrive: "sono nato nel 1958, la prima generazione dell'era spaziale; sono nato in un mondo di televisione, tecnologia e gratificazione immediata, figlio dell'era atomica. Cresciuto in America durante gli anni Sessanta, ho saputo cos'era la guerra attraverso i servizi di Life sul Vietnam. Ho guardato le rivolte in televisione, comodamente al sicuro in un caldo soggiorno di un'America middle-class. Non credo nelle soluzioni. ... Non sogno di cambiare il mondo. Non sogno di salvare il mondo. Comunque, sono nel mondo e sono un essere umano. Nel 1982, con i telefoni e le radio, i computer e gli aeroplani, le notizie dal mondo e i videoregistratori, i satelliti e le automobili, gli uomini sono spaventosamente simili agli esseri umani di duemila anni fa. Ho paura della morte.
Penso di essere nato artista penso di avere la responsabilità di riuscirci.....  Ho imparato studiando le vite degli altri artisti e studiando il modo .... il mio contributo al mondo è la mia abilità nel disegnare. Disegnerò il più possibile, per tutte le persone possibili, il più a lungo possibile. Disegnare è fondamentalmente sempre la stessa cosa dai tempi della preistoria. Unisce l'uomo e il mondo".
Anche se Haring è stato, insieme a Basquiat, il massimo protagonista del graffissimo come forma d'arte, la mostra al Palazzo Reale di Milano è stata concepita con un taglio inedito poiché presenta l'artista in un modo insolito evidenziando la sua raffinatezza e la sua capacità di rileggere l'arte del passato con citazioni dotte e ricorrenti che vanno dall'antica Roma 

Parti della Colonna Traiana dialogano con l'opera di K.Haring
su lastre di metallo che ricoprono l'intera stanza
La lupa capitolina e l'opera Untitled 1982
a Wharol

Untitle 1985 (Andy Mouse)

Le opere di Haring si affiancano a quelle di autori di epoche diverse come J. Pollock, J. Dubuffet, P. Klee, P. Picasso, 

Femme nue 1907 Picasso

Egg head for Picasso 1987 Haring




















Derain, Michelangelo, Mondrian,
Untitled N. 6 1988
alle maschere  delle culture del Pacifico, ai dipinti del Rinascimento italiano, all'arte antica senza tralasciare la mitologia

Untitled 1985 (Medusa)
Ad esse l'artista si è ispirato reinterpretandole con il suo stile unico ed inconfondibile.
Keith Haring è stato uno dei più importanti autori della seconda metà del Novecento, un artista capace di forti prese di posizione nei confronti di temi scottanti come il razzismo, la droga, l'Aids, capace di parlare a livello universale utilizzando un linguaggio efficace ed immediato fatto di simboli e forme semplici.
Una mostra da non perdere, un artista visto sotto una luce diversa...






"Vivo la vita a modo mio e faccio in modo che gli altri (artisti) mi influenzino solo come riferimenti  esterni o come punti di partenza" dai diari di K.Haring - 29/4/1978


martedì 2 agosto 2016

ESCHER - Palazzo Reale Milano fino al 22 gennaio 2017




La mostra presenta 200 opere (tutte provenienti dalla collezione di Federico Giudiceandrea) divise in sei sezioni che fanno viaggiare lo spettatore attraverso lo sviluppo creativo dell'artista.
Il percorso espositivo, che segue un filo cronologico, si apre con la formazione di Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden 1989 - Laren 1972): l'artista originario dei Paesi Bassi, visse a Roma dal 1923 al 1935, anni che egli stesso definì i più belli della sua vita,  nel 1937 lasciò l'Italia per trasferirsi in Belgio e questo rappresenterà l'anno decisivo per la sua produzione artistica che andrà a concentrarsi principalmente sulla rappresentazione degli oggetti impossibili che lo renderanno riconoscibile in tutto il mondo.
La prima sezione pone in risalto il rapporto di Escher con l'Art Nouveau. Ad avvicinare il giovane studente a questa corrente artistica fu il suo maestro Samuel Jessurum de Mesquita. Le opere realizzate da Escher in questo periodo hanno una forte componente liberty che susciterà in lui il grande interesse per la tassellazione o divisione regolare del piano.
Non si può prescindere poi dall'approfondire il tema del rapporto con l'Italia: nella sezione sono riportati confronti con alcuni artisti contemporanei a Roma, dall'avanguardia futurista al richiamo al simbolismo e al divisionismo.
Un'attenzione particolare è dedicata a Giuseppe Haas Triverio (1889-1963), l'incisore svizzero, attratto non solo dai monumenti italiani
ma anche dalla natura del nostro Paese, con cui Escher condivise molti viaggi nella nostra penisola che diedero vita ad una cospicua produzione di opere
San Pietro da Gianicolo - G. H. Triverio

M.C. Escer














Momento scatenante nel percorso della creatività artistica di Escher fu la seconda visita a l'Alhambra a Cordova nel 1936
Alhambra - piastrella
che, dopo l'interesse per la tassellata già ampiamente manifestato per via della formazione Art Nouveau, lo indusse a studiare le soluzioni decorative moresche caratterizzanti quello straordinario edificio. 
Fra le eccellenze in mostra e pezzo forte della sezione sono alcuni lavori di Koloman Moser che molto hanno influenzato l'opera di Escher
Illustrazione di Koloman Moser 1899




Pesci volanti - M.C. Escer 




Da sempre affascinato dalle superfici riflettenti, il primo autoritratto di Escher a specchi curvi è del 1921. La sfera che riflette i raggi provenienti da tutte le direzioni dello spazio rappresenta tutto lo spazio intorno e gli occhi dell'osservatore sono sempre al centro: l'Io al centro del mondo è la sensazione che si sperimenta nell'interfacciarsi con lo spazio e la luce riflessi; così l'Io è, dice Escher, il protagonista indiscusso al centro del mondo che gli gravita intorno

Tuttavia non solo sfere: figure piane 










si alternano a figure solide nella rappresentazione tassellare dello spazio nelle più svariate possibilità competitive senza lasciare vuoti, come l'opera "Profondità" del 1955 che sembra riprendere la disposizione degli atomi di ferro (Fe)



L'altra passione di Escher, infatti, furono metalli e cristalli di cui scoprì le leggi di organizzazione molecolare nello spazio










Una sezione prende il nome dall'opera "Metamorfosi" uno dei capolavori assoluti nella produzione di Escher.
Metamorfosi - frammento
L'opera mostra un turbinio di trasformazioni basate su diversi tipi di tassellata e assonanze logiche e formali che si concludono con la veduta di Atrani, il paesino della scogliera Amalfitana, caro all'artista, che vi aveva trascorso il suo viaggio di nozze. Escher aveva ritratto Atrani nel 1931



come molti altri paesaggi italiani a lui molto cari per la loro posizione arroccata.

Lasciata l'Italia nel 1936 l'artista non dimenticherà mai quei paesaggi che lo affascinavano e dai quali trovò l'ispirazione.
La sezione "Paradossi geometrici: dal foglio allo spazio" richiama l'attenzione sugli ambiti scientifici dell'arte di Escher: la matematica e la geometria.



La linea di confine tra Escher e i matematici è sottile e determinante; ma l'attrazione fu reciproca e felice. L'artista olandese, infatti era l'unico in grado dare un'immagine alle sue fantasie attirando a sé l'attenzione degli scienziati e iniziando con il loro mondo uno scambio che non si fermò neppure dopo la sua scomparsa.
L'ultima sezione si sofferma sull'attività si Escher indirizzata più a soddisfare le esigenze del committente che gli interessi della sua ricerca artistica personale, ma non per questo si tratta di opere di minore importanza. Come tutti i grandi artisti, Escher, per realizzare 
 gli ex libris oppure i biglietti da visita per i più svariati committenti, non tradiva la propria arte ma affrontava il tema con un approccio originale ed immediatamente riconoscibile.

Un esempio tipico è l'opera Larix che fu usata per illustrare una poesia di Hennriette Roland Holst (poetessa olandese che nel 1917 aderì alla rivoluzione di ottobre).
La sua arte uscita dal torchio del suo studio si è trasformata in scatole da regalo, francobolli e biglietti d'auguri; è entrata nel mondo dei fumetti
è finita sulle copertine degli LP di noti gruppi musicali come i Pink Floyd 
Le strutture impossibili di Escher sono state usate per alludere a situazioni paradossali e per stupire con architetture fantastiche: situazioni escheriane sono usate in clip pubblicitarie

Spot SKY


Spot AUDI
e nei films: anche le celebri rampe fatate del castello di Hogwarts nella saga i Harry Potter sono la trasposizione dinamica delle opere dell'artista,

una vera e propria Eschermania.

Ma dobbiamo fare attenzione al monito del maestro che all'inizio della mostra ci ricorda: "il mio lavoro è un gioco, un gioco molto serio".








domenica 21 febbraio 2016

ALFONS MUCHA e le atmosfere Art Nouveau - LA MOSTRA


La mostra al Palazzo Reale di Milano fino al 20 marzo 2016 presenta 150 opere in un percorso variegato che ricostruisce il culto elegante, prezioso e sensuale del periodo Art Nouveau. 
Il nucleo principale della mostra è costituito da oltre 100 opere tra affiches e pannelli decorativi di Alfonse Mucha. L'artista ceco è stato uno dei protagonisti significativi dell'Art Nouveau, promotore di un nuovo linguaggio, di un'arte visiva innovativa e potente.
Mantenendo come perno centrale la figura di A. Mucha, le opere dell'artista sono affiancate da una serie di ceramiche, mobili, ferri battuti, vetri, sculture e disegni di artisti e manifatture eropee affini a quella medesima sensibilità.
Scopo della mostra è quello di far immergere il visitatore in un'epoca ricca e sfaccettata, facendo dialogare le invenzioni di Mucha con gli ambienti e le decorazioni a lui contemporanee.
Percorso espositivo 
Le opere sono esposte seguendo un percorso suddiviso per temi stilistici e iconografici.
Ad una sala introduttiva seguono otto sezioni tematiche.
 

Si inizia dal teatro di Sarah Bernhardt, una delle più celebri attrici della storia teatrale, vera e propria diva e icona del suo tempo (era chiamata la voce d'oro, la divina) immortalata da Mucha in una serie straordinaria di poster e manifesti teatrali.
Nella seconda sezione dedicata alla vita quotidiana sono invece raccolti esempi di manifesti e realizzazioni grafiche di confezioni di prodotti che entrano abitualmente nelle case: dalle scatole Lefèvre-Utile, alle tavolette di cioccolato Idéal


                            

Il tema chiave della terza sezione è la figura femminile, sviluppato in due sale contigue


Le fasi del giorno - 1899
La sezione dedicata al giapponismo affronta il tema dell'arte esotica e orientale sulla produzione europea.
Copertina della rivista mensile
Le Japon Artistique n. 20
Vaso con pesce - Galileo Chini






Il mondo animale è invece rappresentato dalla quinta sezione, dove è raccolto un repertorio di oggetti d'arte decorativa caratterizzata dalla presenza di soggetti animali emblematici.
All'importanza dei materiali preziosi nell'immaginario Art Nouveau è dedicata la sesta sezione

Il tempo è invece protagonista della settima sezione







Chiude la mostra la sezione dedicata all'immaginario floreale, in particolare con rose, ninfee, iris e gigli, che letteralmente invadono la produzione Liberty e Art Nouveau









Alfons Maria Mucha (Ivancice, Moravia 1860 - Praga 1939) decoratore, grafico, pittore cecoslovacco.
Ai suoi inizi intendeva dedicarsi alla musica e alla recitazione teatrale. A Vienna nel 1877 lavorò come decoratore per il Theater am Ring. Un mecenate e protettore, Khuen Belassi, lo fece studiare presso l'Accademia d'Arte di Monaco. A Parigi nel 1887 frequentò l'Académie Julian e iniziò la sua attività di illustratore nei più noti giornali parigini. Nel 1898 gli fu commissionato un manifesto da Sarah Bernhard e da allora divenne noto come cartellonista, come disegnatore di gioielli, di stoffe, di abiti, come arredatore di mostre e vetrine. Nel suo studio si raccoglieva tutto il gruppo dei simbolisti di tendenza esoterica; era amico, tra l'altro, di un famoso specialista di ipnotismo e di parapsicologia Albert Rochas.
Celebre in tutto il mondo per le sue realizzazioni grafiche, per le quali si serviva spesso di modelli fotografici, nel 1904, per seguire la sua passione pittorica, lasciò Parigi per gli Stati Uniti. Dedicatosi completamente alla pittura realizzò opere simboliste e scene storiche. Tornato in patria nel 1911 realizzò una serie di dipinti dedicati all'epopea slava. Collaboratore di molte riviste, tra cui La Plume, fu all'Esposizione Universale di Parigi nel 1900 con le pitture murali nel padiglione sud-sloveno. Le sue decorazioni sono numerose in edifici pubblici e nei teatri di Berlino e di Praga.