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lunedì 9 gennaio 2017

Le donne nell'arte: SERAPHINE LOUISE DE SENLIS

Nell'ambito della pittura naïve ci sono pittori che hanno intuizioni fantastiche e inaspettate e fra questi anche qualche donna.
La più importate è Séraphine Louise Senlis, detta Séraphine.
Séraphine (1864-1942) nasce ad Arsy comune francese della Piccardia in una famiglia molto povera. Il padre che faceva l'orologiaio, muore quando lei aveva solo cinque anni, la madre lavorava nei campi e Séraphine custodiva un gregge di pecore, andando a scuola raramente.
Ha tredici anni quando lascia i suoi animali e trova un posto come domestica presso una famigli di Parigi.
A diciotto anni entra nel convento della suore di Saint Joseph de Cluny e vi rimani venti anni. Quando ne esce torna al suo paese ma non possedendo nulla non trova marito.
Trova lavoro come domestica presso Wilhem Uhde, un commerciante di quadri con una certa propensione, abbastanza rara all'epoca, per la pittura naïve.
Non è noto quando Séraphine abbia cominciato a dipingere. Allo scoppio della Grande Guerra Unde, che era suddito tedesco, lascia la Francia; quando torna alla fine del conflitto, scopre che Séraphine aveva prodotto molti quadri di cui non aveva mai parlato con nessuno. Uhde compra in blocco tutti i quadri di Séraphine: si tratta di splendide tele che la qualificano, secondo gli esperti, come la pittrice naïve più importante di ogni epoca.
Le Pommier
Intorno agli anni Trenta la sua mente vacilla. Vittima di una mania di persecuzione, va di casa in casa annunciando la prossima fine del mondo.
Nell'ospedale psichiatrico
Viene ricoverata nell'ospedale psichiatrico di Clermont, dove muore. Al funerale non è presente nessuno.
Il dottor Galiot che l'aveva in cura, detterà la semplice epigrafe per la sua tomba: "Qui riposa Séraphine Louise Maillard, senza rivali, in attesa di una beata resurrezione".
A differenza di Henri Rousseau detto il Doganiere, Seraphine non si applica a rappresentare paesaggi o figure, ma esclusivamente un mondo di frutti, di foglie e soprattuto fiori, con una straordinaria ricchezza inventiva e una deliziosa minuziosità da ricamatrice.


Molto indipendente nel suo lavoro, Séraphine mandava indietro a Uhde i colori che questi gli procurava perché possedeva una tecnica segreta con cui otteneva la mistura dei colori e le lacche che davano un incomparabile splendore alle sue opere.
Oggi possiamo annoverare le sue opere tra le più rappresentative della pittura naïve, contrassegnata comunque da una visione onirica che, più o meno consapevolmente, la avvicina al surrealismo, come dimostrano i fiori che scrutano lo spettatore, come fossero occhi ma anche un costante ritorno ai prati fioriti della madre, prati mitici e mistici di un trauma mai superato.
A questa pittrice il regista Martin Provost nel 2008 ha dedicato un film intenso dal titolo Séraphine, vincitore di sette riconoscimenti alla 34^ edizione dei Premi César.
La pittrice è ben rappresentata nel museo d'arte di Senlis, nel museo di arte naïf di Nizza e nel museo d'arte moderna di Velleneuve-d'Ascq.