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lunedì 13 febbraio 2017

Leggendo libri sull'arte: IL REALISMO NELLA PITTURA

La tendenza generale dei pittori del passato era quella di riprodurre la natura il più fedelmente possibile, anzi il traguardo massimo era quello di dipingerla in maniera più naturale della natura stessa.
Canestra di frutta - Caravaggio 1594-98
Proverbiale è l'episodio del quadro dipinto nel V secolo a.C. dal pittore greco Zeusi di Eraclea, raffigurante un grappolo d'uva che attirava l'attenzione di stormi di uccelli nella speranza di sfamarsi. Il contemporaneo Parraso a sua volta dipinse un drappo che copriva parzialmente il quadro. Quel panno era talmente simile al reale che l'amico Zeusi tentò di toglierlo per vedere il soggetto della pittura.
L'aneddoto continua riportando le parole di Zeusi che riconobbe la superiorità pittorica del collega perché era riuscito ad ingannare un pittore mentre lui soltanto agli uccelli.
Racconta Giorgio Vasari nel suo libro Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti che Giotto ancor giovinetto, in assenza del suo maestro Cimabue, un giorno si divertì a dipingere una mosca sul naso di una figura che lo stesso Cimabue stava realizzando. La mosca sembrava così realistica che quando il maestro si accorse di quell'insetto, fece numerosi tentativi per scacciarlo prima di accorgersi che era dipinto.
Tiziano eseguì il ritratto di papa Paolo III da sembrare  così veritiero che quando fu messo ad asciugare davanti ad una finestra aperta, le persone che passavano per piazza San Pietro si inginocchiavano    sperando di ricevere una benedizione.
Saper riprodurre con realismo i volti fu molto utile per arrestare i rapinatori che nel corso di un viaggio assalirono Annibale Carracci e suo padre. La fugace occhiata che Annibale era riuscito a dare ai malviventi, gli bastò per tracciare i loro identikit e consegnarli alle forze dell'ordine che poterono catturare i malfattori.
Grazie alla sua memoria fotografica anche Giovanni Antonio Bazzi (detto il Sodoma) poté far catturare un soldato ubriaco che lo insultò pesantemente: recatosi dal comandante della guarnigione per denunciare il fatto, gli venne obiettato che i soldati erano duemila e sarebbe stato impossibile trovare il colpevole ma lui si fece dare carta e matita e tracciò un ritratto così accurato che permise l'identificazione della persona da parte dei suoi commilitoni e il suo successivo arresto.
Il principio di "fedeltà dal vero" perseguito da Caravaggio fu tale da consentire a tutti di riconoscere in alcune delle figure rappresentate nei dipinti persone di dubbia moralità e questo gli creò molti problemi.
Giovanni Baglione ci riferisse come Il quadro "La madonna dei pellegrini" realizzato da Caravaggio avesse prodotto "estremo schiamazzo" da parte dei popolani che avevano riconosciuto nel volto della Madonna il viso di Maddalena Antognetti, detta Lena, figura nota in città per essere stata l'amante di molti potenti ed aver avuto problemi con la giustizia per la sua vita da cortigiana.
Raffigurare Madonne o Sante ritraendo donne di facili costumi spesso produceva il rifiuto degli stessi committenti quando non gli creava problemi con la giustizia.

Coloro che ci hanno lasciato opere di così grande realismo, qualunque sia il genere trattato, non possono che essere lodati per la loro bravura e ricordati attraverso i lavori che ancora oggi possiamo ammirare.