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domenica 12 novembre 2017

Donne nell'arte: ANNA BOGHIGUIAN - una retrospettiva al Castello di Rivoli fino al 7/1/2018

Artista egiziana e canadese nata a Il Cairo nel 1946 da una famiglia di orologiai di origine armena, Anna frequenta la scuola armena. Negli anni '60 studia scienze politiche all'American University del Cairo e nei primi anni '70 si trasferisce a Montreal in Canada dove studia arte e musica, maturando, attraverso una vita di viaggi e spostamenti, l'urgenza di un cosmopolitismo culturale molto prima dell'avvento della globalizzazione.
Pur mantenendo lo studio e la casa a Il Cairo, la Boghiguian vive e lavora tra Europa, Asia, Africa e le Americhe.
Vincitrice del Leone d'Oro per il miglior padiglione (Armenia) alla 56° Biennale di Venezia nel 20015, ha partecipato a numerose esposizioni internazionali tra cui la mostra itinerante "Comtemporary Arab Representations" del 2003 e la 11° e 14° Biennale di Istanbul nel 2009 e nel 2015.
Spostandosi da un continente all'altro, s'immerge nei luoghi e nei suoni delle città che visita e che racconta nei suoi quaderni di viaggio.
Empatica osservatrice della condizione umana, nelle sue opere offre un'interpretazione unica della vita contemporanea, tra passato e presente, poesia e politica, con un insieme di stupore e osservazione critica del mondo. Le sue opere combinano una umanità dispersa, sofferente e nomade, vittima della Storia e dei suoi conflitti.
Al Castello di Rivoli fino al 7 gennaio 2018 è stata allestita una grande retrospettiva dedicata ad Anna Boghiguian  che raccoglie per la prima volta in un unico percorso uno straordinario numero di taccuini, disegni pitture, fotografie, sculture 
e scenografiche installazioni ambientali.


Le opere dell'artista sono antiestetiche e dionisiache in quanto privilegiano un'immediata ed emotiva comunicazione visiva e verbale rispetto ad un'esecuzione accademica, legata ad un concetto di bello classico o di ordine ed armonia delle forme.



L'intera opera di Bighiguian è riconducibile all'immagine e al concetto di libro e numerosissimi sono i libri d'artista da lei realizzati dall'inizio della sua attività negli anni Ottanta del secolo scorso fino ad oggi.
Mentre i primi, come ZYX-XYZ - 1981-86 sono rilegati,





nei successivi le pagine hanno cominciato ad aprirsi verso l'esterno come leporelli (libretti formati da un'unica striscia di carta piegata a fisarmonica) per trasformarsi poi un serie di disegni le cui sequenze ricordano i fotogrammi di un film.
Dal 2011 in occasione della Biennale a Shazam e da Documenta (13) a Kassel nel 2012, i taccuini sono diventati parte di installazioni comprendenti strutture architettoniche e ambientazioni percorribili, quasi si trattasse di giganteschi libri "pop-up", in cui lo spazio viene sperimentato come un continuo ambito di piegamento e dispiegamento.
Le grandi installazioni come I mercanti di sale (2015) presente in mostra - opera composta di grandi vele dipinte appese al soffitto tramite corde e collage su carta montati su strutture linee, frammenti di imbarcazione, cumuli di sale e sabbia, fili di lana rossa, che si riferiscono alla figura di Penelope ed altri vari oggetti - sono spunti poetici che l'artista ci propone, tanti piccoli frammenti di mondo, piccoli quadri che raccontano con passione l'amore per la vita, nonostante tutto e che hanno il potere di coinvolgere gli spettatori in un'esperienza diretta e corporea, profondamente diversa da quella mediata e remota che connota la nostra era digitale.



                                              





Fare esperienza di una delle opere di Anna Boghiguian significa sfogliare e leggere pagine nelle quali da lettori diventiamo anche personaggi, entrando in un universo piegato su se stesso da sconvolgenti barlumi di conoscenza.
Il progetto  della mostra scaturisce dalla residenza dell'artista al Museo di Rivoli per oltre un mese durante il quale ha trasportato il suo studio dal Cairo a Rivoli ed ha lavorato ad una nuova serie di opere dedicate al periodo trascorso dal filosofo Friedrich Nietzsche a Torino tra il 1888 al 1889.
Oltre a riprodurre gli ambienti dell'atelier dell'artista a Il Cairo (le stanze interne colme di opere e disegni, barattoli di pigmento, tappeti, oggetti orientali e un ampio terrazzo che affaccia sul Nilo, sorvolato da stormi di uccelli) 



la sala ospita anche opere giovanili mai mostrate al  pubblico prima d'ora.
Ad un primo impatto la mostra crea un senso di chiusura da parte dello spettatore ma percorrendola l'artista ci coinvolge  nel suo mondo facendoci immergere completamente e piacevolmente nel suo lavoro.