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giovedì 24 gennaio 2019

SANDY SKOGLUND. VISIONI IBRIDE dal 24/1/2019 al 24/3/2019




Curata da Germano Celant la mostra "Sandy Skoglund Visioni Ibride" riunisce lavori che vanno dagli esordi nei primi anni Settanta all'ancora inedita opera Winter alla quale l'artista ha lavorato per oltre dieci anni.
Un'anteprima mondiale che conferma l'unicità della sua ricerca e del suo linguaggio che si è formato in pieno clima concettuale per poi evolversi in un immaginario sospeso tra sogno e realtà, carico di una straordinaria potenza evocativa.
Attraverso oltre cento lavori tra fotografie (quasi tutte di grande formato) e sculture, la mostra permette di seguire il percorso dell'artista partendo dalle prime fotografie prodotte a metà degli anni Settanta come la serie Motels (1974) realizzata durante un viaggio seguendo un vecchio itinerario delle vacanze, sulla statale 1 da Boston a Portland nell'estate del 1974



e le opere dove già emergono i temi caratteristici dell'interno domestico e della sua trasformazione in luogo di apparizioni tra comico ed inquietante,

Hangers - 1979
fino alle grandi composizioni dei primi anni Ottanta, che hanno dato all'artista fama internazionale come Radioattive cast" del 1980 e Revenge of the goldfish del 1981, autentiche icone del periodo, rivisitazioni surreali e stranianti di ambienti famigliari dai colori improbabili, invasi pesci volanti.


Revenge of the goldfish - 1981
Le immagini nascono sempre dalla costruzione di un set molto complesso che l'artista poi fotografa



un procedimento che ben spiega la rarefatta produzione dell'artista e la peculiarità del suo percorso visuale, che è installativo, scultoreo  e fotografico; tutti elementi che si trovano nella mostra, dove alcune sculture rimandano alle fotografie e viceversa.


Una componente importante del linguaggio immaginario della Skoglund è il colore, usato sina dalla fine degli anni Settanta per realizzare fotografie enigmatiche efficaci e capaci di comunicare la densità e l'energia di una situazione estetica, connessa alla nuova espressività dei media. L'artista impiega tinte complementari, contrastanti e sature, per aumentare la brillantezza delle tonalità e creare una composizione visiva aggressiva e carica di tensione artificiale. 
In The Lost and Found (1986) e Insivisible Web (1986) dove l'utilizzo del colore giallo è predominante, abbandona l'ambiente domestico e l'intimità del contesto casalingo.




Tra le tante opere storiche che compongono quest'esposizione c'è la serie True Fiction Two realizzata tra il 1986 e il 2005 (l'allucinata interpretazione dello stile di vita americano) e le spettacolari composizioni Fox Games del 1989 e The Green House del 1980, con i loro ormai iconici animali, volpi rosse e cani viola.



Attraverso il balletto di Shimmering Madness (1998) 


dove le statue e le figure umane condividono lo stesso spazio in una folle coreografia e il visionario picnic di Raining Popcorn (2001) si giunge alle due opere più recenti: Fresh Hybrid (2008) e l'inedito Winter (2018) che rappresentano i primi due capitoli di una serie dedicata alle quattro stagioni (The Project Of The Four Season - in progress) nonché le opere più ambiziose e impegnative dell'artista. Si tratta di opere che riflettono sia sull'arte che sulla vita, tra essere umano e natura, tra realtà e artificio.


Come dice l'artista: "Winter è un ibrido di tecniche e di idee, cristallizzate dalla macchina fotografica il 22 dicembre 2018. In opposizione all'estemporaneità dello scatto, Winter è uno studio sulla perseveranza e sulla persistenza, un paesaggio artificiale che celebra la bellezza e lo smarrimento tipici della stagione più fredda". E' il punto di arrivo di svariati processi digitali appresi da autodidatta. 
Sandy Skoglund ha realizzato un set in cui i fiocchi di neve di metallo sono tagliati digitalmente e le immagini stampate su di loro sono state realizzate digitalmente con inchiostro a raggi ultravioletti
Inoltre l'artista ha creato i gufi e la figura umana "scolpendoli" direttamente su file digitali.


Definire le opere di Sandy Skoglund è difficile: sono sculture oppure installazioni, o fotografie di installazioni e sculture? Nulla di ciò che appare al loro interno viene manipolato tramite photoshop, al contrario tutto si mostra per ciò che realmente è. E' l'artista in persona a creare, dettaglio dopo dettaglio le sue scenografie, facendo sì che ogni elemento dell'ambientazione generale sia un'opera d'arte a sé state: infatti, dopo aver predisposto il set, inserisce le varie sculture realizzate a mano in terracotta e resina dipinta 

ed infine le comparse umane, traducendo così concretamente l'idea di un'opera d'arte totale.
L'artista non realizza immagini al computer perché sostiene ne cambierebbe il significato: "sapere che ciò che guardiamo è esistito davvero, modifica la nostra percezione dell'immagine" ha dichiarato Sandy Skoglund parlando del proprio lavoro.
Sia le sue fotografie che le sue installazioni sono parte delle collezioni dei più importanti musei ed istituzione del mondo: Centre Pompidou, Metropolitan Museum of Art, Whitney Museum, Getty Museum, Maison Européenne de la Photographie ...

The Cocktail Party - 1992


Sandy Skoglund, nata a Weymouth, Massachusetts nel 1946 ha studiato arte e storia dell'arte allo Smith College di Northampton (Massachusetts) dal 1964 al 1968. Ha continuato la sua carriera universitaria nell'Iowa nel 1969, dove ha studiato regia, incisione e grafica, ricevendo il suo Master of Arts nel 1971 ed il suo Master of Arts in pittura nel 1972.
Trasferitasi a New York City nello stesso anno, ha iniziato a lavorare come artista concettuale, occupandosi di produzione artistica ripetitiva e orientata al processo attraverso le tecniche del mark-making (produzione di tracce grafiche) e della fotocopiatura.
Alla fine degli anni Settanta, il desiderio di Sandy Skoglund di documentare le sue idee la fa orientare verso la fotografia.
Questo crescente interesse per la tecnica fotografica si fonde con il suo interesse per la cultura popolare e le strategie di creazione di immagini commerciali, dando vita al lavoro di ricostruzione scenografica per il quale è conosciuta anche oggi.
La sua opera d'arte più conosciuta è probabilmente  Radioattive Cats (gatti radioattivi) del 1980, la foto presenta una monocroma stanza grigia abitata da due anziani personaggi immobili e da una grande quantità di gatti verdi.
Vive attualmente a Jersey City, nel New Jersey.