Dal 19 aprile al 25 agosto 2019 la Galleria d'Arte Moderna di Torino presenta la mostra Giorgio de Chirico. Ritorno al Futuro, Neometafisica e Arte Contemporanea, un dialogo tra la pittura neometafisica di Giorgio de Chirico (Volo - Grecia 1888 - Roma 1978) e le generazioni di artisti che, in particolare dagli anni Sessanta in poi, si sono ispirati alla sua opera, riconoscendolo come il maestro e anticipatore della loro nuova visione e che con la sua neometafisica si è posto in un confronto diretto con gli autori più giovani.
Durante il periodo della neometafisica (1968-1978) l'artista ormai ottantenne riacquista una tranquillità lavorativa che aveva perduto con anni di committenza ed inizia un nuovo periodo di ricerca durante il quale dipinge opere sulla dedicazione e la rielaborazione di soggetti della sua pittura e arte grafica degli anni Dieci, Venti e Trenta.
Soggetti come il Manichino, gli Archeologi, i Gladiatori,
i Bagni misteriosi, il Trovatore e il Sole sul cavalletto, vengono reinterpretati sotto una nuova luce, con colori accesi e atmosfere più serene rispetto a quelle della prima Metafisica che erano severe, cupe e pervase da una strana sensazione di inquietudine.
Soggetti come il Manichino, gli Archeologi, i Gladiatori,
i Bagni misteriosi, il Trovatore e il Sole sul cavalletto, vengono reinterpretati sotto una nuova luce, con colori accesi e atmosfere più serene rispetto a quelle della prima Metafisica che erano severe, cupe e pervase da una strana sensazione di inquietudine.
Il pictor optimus imposta nuove combinazioni di soggetti all'interno delle sue più famose innovazioni spaziali come Piazza d'Italia e gli Interni Metafisici, abitate nuovamente da personaggi mitologici come Minerva e Mercurio.
La neometafisica di de Chirico sembra dialogare con la pop art e con l'arte internazionale, in particolare americana, e in quegli anni proprio Andy Warhol riconosceva de Chirico uno dei suoi precursori e gli rendeva omaggio con un celebre ciclo di opere in cui presentava una metafisica rivisitata e seriale
Con una pittura di grande intensità e felicità cromatica, il de Chirico neometafisico sembra dunque rispondere agli omaggi degli artisti più giovani creando un dialogo a distanza di grande intensità e vitalità.
In questo modo de Chirico si è posto come una delle fonti dirette dell'arte di molte generazioni di artisti italiani ed internazionali sospese tra le immagini dei segnali urbani, delle merci della civiltà di massa e le memorie di una bellezza classica e perduta.
La mostra evidenzia questo rapporto intenso e profondo, mettendo in relazione le opere neometafisiche dell'artista con opere di artisti italiani come Valerio Adami, Franco Angeli, Mario Ceroli
Tanto Festa, Giosetta Fiorono, Ezio Gribaudo, Gino Marotta, Ugo Nespolo
Mimmo Rotella, Mario Schifano e Luigi Ontani insieme a grandi artisti internazionali come Hanry Moore, Philip Guston
Il percorso espositivo propone anche maestri dell'arte povera e della fotografia oltre ai lavori di artisti delle ultime generazioni internazionali come Juan Munoz, Vanessa Beecroft e Francesco Vezzoli.
Una piccola parte della mostra è riservata al tema della citazione e della copia, esercizio prediletto da de Chirico nella sua lunga ricerca sulla pittura dei grandi maestri e presenta un disegno originale di Michelangelo proveniente da Casa Buonarroti, insieme a disegni di de Chirico dedicati allo studio degli affreschi michelangioleschi della Volta della Cappella Sistina e a opere del famoso ciclo su Michelangelo di Tano Festa, pittore che tra i primi ha compreso la forza innovativa della pittura di Giorgio de Chirico, in un collegamento con l'arte del passato che, nel tempo, ha il potere di rifondare l'arte del futuro.
Una mostra con una visione aperta, che non si ferma alle sole opere di Giorgio de Chirico ma dà spazio a lavori di altri artisti permettendo al pubblico di approcciarsi a differenti stili e linguaggi di produzione artistica.
La neometafisica di de Chirico sembra dialogare con la pop art e con l'arte internazionale, in particolare americana, e in quegli anni proprio Andy Warhol riconosceva de Chirico uno dei suoi precursori e gli rendeva omaggio con un celebre ciclo di opere in cui presentava una metafisica rivisitata e seriale
Le muse inquietanti (da de Chirico) 1982 |
In questo modo de Chirico si è posto come una delle fonti dirette dell'arte di molte generazioni di artisti italiani ed internazionali sospese tra le immagini dei segnali urbani, delle merci della civiltà di massa e le memorie di una bellezza classica e perduta.
La mostra evidenzia questo rapporto intenso e profondo, mettendo in relazione le opere neometafisiche dell'artista con opere di artisti italiani come Valerio Adami, Franco Angeli, Mario Ceroli
Tanto Festa, Giosetta Fiorono, Ezio Gribaudo, Gino Marotta, Ugo Nespolo
Mimmo Rotella, Mario Schifano e Luigi Ontani insieme a grandi artisti internazionali come Hanry Moore, Philip Guston
Il percorso espositivo propone anche maestri dell'arte povera e della fotografia oltre ai lavori di artisti delle ultime generazioni internazionali come Juan Munoz, Vanessa Beecroft e Francesco Vezzoli.
La creazione dell'uomo- Tanto Festa |
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