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mercoledì 3 febbraio 2016

DE CHIRICO A FERRARA. METAFISICA E AVANGUARDIE

Interno metafisico (con sanatorio) - 1917
La mostra al Palazzo dei diamanti fino al 28 febbraio 2016 raccoglie un corpo di opere di Giorgio de Chirico, appartenenti al suo soggiorno ferrarese con il fratello Alberto Savinio negli anni tra gli anni 1915 - 1918, quelli cioè della prima guerra mondiale.
Staccatosi dalla metafisica parigina carica di nostalgia e malinconia per la patria, i quadri ferraresi non rappresentano più piazze, treni, colline e torri, ma interni di abitazioni che si affacciano su finestre.
Al suo gallerista parigino Paul Guillaume scrive che arrivato a Ferrara è stato assalito da nuove ispirazioni ... ed è in particolare la vista del Castello Estense a dargli alcune di queste ispirazioni.
Le muse inquietanti - 1916-1918 (particolare)
Dal 1909 alla prima metà del 1915 a Milano, Firenze e Parigi, i due fratelli avevano gettato le basi di un'arte nuova, ispirata al pensiero filosofico di Nietzsche, che mirava a cogliere aspetti nascosti e misteriosi del mondo e a rendere "visibile l'invisibile" creando, attraverso le immagini, sensazioni analoghe al pensiero.
Arrivando a Ferrara alla fine di giugno del 1915, Giorgio aveva già alle spalle un centinaio di opere di grande importanza ma ancora poco note, mentre il fratello Alberto aveva dovuto interrompere un'avviata carriera di compositore. A Ferrara inizia una nuova fase della loro vita: Savinio si fa strada come scrittore e de Chirico estende la visione metafisica a temi ed iconografie nuove.
Attraverso le amicizie e i contatti italiani, oltre a quelli già stretti in Francia, si allarga la sua fama di artista profondamente innovatore e anticipatore di una rivoluzione dei contenuti più che delle forme della pittura.
Nel 1916 de Chirico conosce il coltissimo ed allora ventenne Filippo de Pisis (che non dipingeva ancora) e nel 1917 incontra Carlo Carrà destinato come militare a Ferrara e con il quale sarà ricoverato all'Ospedale Villa del Seminario. Quest'ultimo incontro sarà determinante per l'avvio della "scuola metafisica" alla quale parteciperanno in modi diversi Filippo de Pisis e Giorgio Morandi 

Solitudine 1917-26 C. Carrà
Natura morta (metafisica) 1918 G. Morandi


















e che eserciterà una profonda influenza sulle correnti europee.
De Chirico avrà contatti con il dadaista Tristan Tzara, non aderirà al Dadaismo  ma influenzerà alcuni artisti dadaisti come Man Ray 


L'angelo ebreo 1916 - G. de Chirico




Oggetto indistruttibile 1923 - 1965 Man Ray

(nel lavoro di Man Ray, successivo a quello di Giorgio de Chirico, troviamo l'occhio ed il metronomo già presenti nel 1916  nel quadro di de Chirico (il metronomo è rappresentato dalla forma a tronco piramidale posto alla base del dipinto) .
Sarà però il padre del Surrealismo ed in mostra è presentato   il tema del "quadro nel quadro"  per mettere  a confronto due tipologie simili di impostazione pittorica che esprimono però concetti diversi: il quadro che raffigura la fabbrica "Fratelli Santini" di Ferrara  espirme  il principio dechirichiano secondo cui il reale e non la finzione sarebbero il luogo dell'enigma mentre il quadro di Magritte  è l'affermazione che non vi è confine tra la realtà e illusione 
Interno metafisico (con officina) 1916
G. de Chirico
La Condition humaine 1933 R. Magritte


















Dentro una teca una cartella contenente riproduzioni degli originali a colori  del lavoro Con pennello e forbici. 7 materializzazioni di George Grosz mette infine in risalto l'influenza di De Chirico anche sulla Nuova Oggettività 























Grazie a lui, insomma, Ferrara diventa una capitale dell'arte europea... a dispetto della guerra.
Nel febbraio 1918 lascerà Ferrara ed arrivato a Roma a maggio inizierà ad esporre. Sempre a Roma nel febbraio 1919 parteciperà ad una mostra presso la galleria di Anton Giulio Bragaglia presentando opere del periodo ferrarese accompagnate da uno scritto dal titolo Noi metafisifici.
La mostra ricevette però una pesante stroncatura da parte dell'autorevole voce di Roberto Longhi (1919) e questo

decreterà la fine della fase Metafisica di Giorgio de Chirico anche se l'artista negli anni successivi continuerà ancora a produrre qualche opera di tipo metafisico.