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giovedì 20 ottobre 2016

Gli artisti giapponesi HOKUSAI - HIROSHIGE - UTAMARO



Katsushika Hokusai (1760-1849) è in assoluto l'artista giapponese più conosciuto al mondo. Reso celebre dalla sua  Grande onda di Kanagawa, pubblicata nel 1830, ha prodotto circa 30.000 xilografie e disegni. 
Il suo vero nome era Tokitaro, ma nel corso della sua vita cambiò nome molte volte: decise di chiamarsi Hokusai  nel 1798.
Nel 1775 comincia l'apprendistato presso una bottega di incisori e nel 1778 è ammesso alla scuola di pittura del maestro  Katsukawa Sunsho, producendo solo ritratti di attori del teatro kabuki ed illustrazioni per kibyoshii (libri dalla copertina gialla).
Nel 1793 alla morte del suo maestro l'artista trova un proprio stile iniziando la produzione di egoyomi (calendari) e surimono (biglietti augurali con figure umane, animali e fiori) per poeti di vari circoli letterari. I primi surimono sono di dimensioni ridotte e di forma allungata, ai quali in un periodo successivo aggiunge vedute e paesaggi.
L'opera titanica dell'artista sono i suoi Manga (schizzi): l'opera è formata da 15 volumi e può essere considerata una vera e propria enciclopedia della cultura e dell'arte giapponese oltre ad essere stata  fonte di ispirazione per  i pittori impressionisti.
Altri sue eccellenti opere sono i cicli delle 36 vedute del Monte Fuji (1829-1833), del Viaggio tra le cascate (1827-1830) e delle Vedute di ponti famosi (1827-1830).
Nonostante l'incendio del 1839 nella sua casa distrugga la maggior parte dei disegni e dei dipinti, Hokusai continuerà a creare fino agli ultimi giorni dei suoi 89 anni di vita, definendo se stesso "il vecchio pazzo per la pittura".

Hutagaua Hiroshige (1797-1858) nasce in una famiglia di samurai di Edo. Avendo perso i genitori in tenera età, a tredici anni incomincia a svolgere le funzioni di capo dei pompieri al Castello e questo lavoro gli permette di dedicare il tempo libero alla sua passione: il disegno. 
Il tema preferito da Hiroshighe sono gli scorci della sua città natale che compare in circa 1080 fogli insieme a tanta acqua che all'epoca la circondava. Per questo nelle sue opere primeggiano le varie tonalità di blu. Nel 1831 accompagna la delegazione ufficiale dello Shogun (comandante dell'esercito) nel suo viaggio da Edo a Kioto. Questo viaggio impressiona così tanto l'artista da dare origine al ciclo "Le 53 stazioni di Tokaido". Tra i paesaggi molti sono realizzati dal vero. Ogni paesaggio offre allo spettatore la percezione dello stato psicologico del momento in armonioso dialogo con la natura.
Sarà considerato il "maestro della pioggia" e la sua xilografia Pioggia sul grande ponte di Shin-Okashi sarà riprodotta da Van Gogh il quale esprimerà "l'invidia per l'estrema limpidezza che ogni elemento ha nelle opere dei giapponesi".

Kitagawa Utamaro (1753-1806) venne definito pittore di beltà femminile (bijin-ga) e fu lui ad introdurre il ritratto femminile singolo a mezzo busto. La raffinatezza delle linee sinuose dei corpi, l'accentuata sensualità delle pose ed espressioni rappresentano la forza poetica di Utamaro, vero cantore della bellezza femminile.
Nel 1775 conosce l'editore Tsutaya Juzaburo, a cui deve la sua grande fortuna, con lui ama frequentare il quartiere di piacere di Yoshiwara, centro della vita mondana dell'epoca e fonte di ispirazione per i suoi lavori.
Il bianco candido della carta fa da meraviglioso contorno di luce ai  suoi ritratti e per ottenere tonalità leggerissime mischia polveri argento e oro, senza disdegnare l'uso dei  colori brillanti e decisi.
E' molto interessato alle piccole cose della vita quotidiana: le sue donne sono madri, donne comuni o mogli impegnate a pettinarsi, a truccarsi o passeggiare in giardino.
Le opere di Utamaro si diffondono presto in Cina e da lì, in gran segreto, vengono portate in Europa. Tra le 2000 stampe policrome ci sono numerosi dittici e trittici. Ma nel 1804 all'apice del suo successo, un trittico rappresentante l'eroe Toyotomi Hideyoshi in compagnia delle sue cinque concubine, lo porterà in disgrazia: sarà accusato di offesa pubblica alla dignità del comandante militare e messo in prigione. I cinquanta giorni senza libertà e con le mani legate sconvolsero l'animo delicato dell'artista che due anni dopo scompare, a soli 53 anni.