Translate

giovedì 6 ottobre 2016

IL MERCANTE D'ARTE

La figura del mercante d'arte ha una storia relativamente breve che risale a circa un secolo e mezzo fa quanto, a cominciare dall'esibizione parigina degli Impressionisti del 1874, si gettarono le basi per quel sistema privato di gallerie, collezionisti e critici in grado di costituire una rete vincente per il successo internazionale degli artisti.
A guardare lo sviluppo della storia dell'arte ci si convince sempre più dell'importanza straordinaria rivestita dai mercanti d'arte e del loro ruolo decisivo per la fortuna non solo di un artista, ma persino di un movimento e dunque di uno stile.
Il mercante parigino Paul Durand-Ruel (1831-1922) ad esempio, fu colui che tra il 1891 e il 1922 comprò circa 12 mila opere di Monet, Manet, Pisarro, Degas, Renoir e Mary Cassat e per lunghi anni è stato praticamente il solo. Arrivò a sostenere persino le spese mediche dei suoi artisti, o a pagare il conto del sarto quando necessitavano di un vestito nuovo.


A Londra, dove si era stabilito fuggendo dalla Comune e dalla guerra franco-prussiana, organizzò continuamente personali e alcune collettive che hanno fatto storia, fino a quella del 1905 alla Grafton Galleries, dove riunì un numero di opere impressionante (315) coronando trent'anni di sforzi. La modernità del suo metodo, poi adottato da tutti i galleristi contemporanei, fu quello di seguire in esclusiva gli artisti, organizzare personali, mandare in tournée estere le opere. Per sostenere il mercato dei quadri arrivò persino ad indebitarsi con le banche pur di non dover svendere.
L'editore Ambrois Vollard (1886-1939) sapeva abilmente suscitare attorno agli artisti un alone di esclusività e un interesse costante che accrescevano la notorietà ed il valore delle loro opere. Fu il primo ad avvalersi della carta stampata di cui aveva compreso la fondamentale importanza divulgativa, scrisse e pubblicò articoli, recensioni e cataloghi delle sue mostre facendo una vera e propria opera di promozione degli artisti.
Per allargare la cerchia di appassionati e collezionisti d'arte rivalutò il multiplo a tiratura limitata dal costo più accessibile ma prezioso nella sua raffinata tecnica incisoria e litografica.
Nella sua scuderia era presenti Paul Cézanne, Georges Rouault, Paul Gauguin, Vincent van Gogh, Marc Chagall e fu uno dei primi che fin dal 1901 promosse le opere di Pablo Picasso.
Come spesso accadeva, prima di essere grandi estimatori del lavoro degli artisti che rappresentavano, i mercanti erano innanzitutto loro amici. Disponevano di grandi abitazioni nelle quali, quando serviva, ritagliavano spazi per ospitare atelier e laboratori a loro dedicati.
E' il caso di Léopold Zborowski (1889-1939) scrittore, poeta e mercante d'arte ritratto molte volte da Amedeo Modigliani . Scopritore di talenti e abile commerciante , Zborowski costituì una personale scuderia di artisti che comprendeva, tra gli altri, Maurice Utrillo, Chaim Soutine, André Derain e il grande amico Amedeo Modigliani.
Come non ricordare il mercante del cubismo Daniel Henry Kahnweiler (1884-1979) che aprì la sua galleria a Parigi nel 1907. 
Egli decise subito di comprare opere di artisti innovatori, incominciando a sostenere, in particolare, il lavoro di Derain, Braque e Picasso (quest'ultimo incontrato nel suo studio nel 1907).
Nel 1908 espose, in una personale, le opere di Braque rifiutate dal Salon d'Automne; è in questa occasione che si parla per la prima volta di Cubismo. Sono suoi clienti della prima ora l'americana Gertrude Stein, lo svizzero Hermann Rupf, il francese Roger Dutilleul, il russo Ivan Morozov, tutti esponenti di quel ristretto ambiente d'élite internazionale che rappresenta il primo nucleo del collezionismo d'avanguardia.
Kahnweiler utilizza con gli artisti il sistema dei contratti di esclusiva, strutturando la sua posizione di monopolio in modo tale da creare le migliori condizioni per operazioni commerciali vincenti a lungo termine.
Allargando i collegamenti con i collezionisti, critici e mercanti, egli inoltre rafforza progressivamente la notorietà internazionale dei suoi artisti, le cui opere vengono esposte in tutta Europa e negli Stati Uniti.
Nel continente americano il più importante mercante d'arte è Leo Castelli (1907-1999). Nato a Trieste si laurea in legge a Milano e nel 1932 si sposa con Ileana Shapira (poi Sonnabend), figlia di un grande industriale rumeno. Con lei,  a Parigi nel 1935, incomincia a frequentare il mondo dell'arte e nel 1939 diventa socio della galleria di René Drouin inizialmente in stretto rapporto con i surrealisti e poi interessato in particolare ai maestri dell'arte astratta come Mondrian e Kandinskij.
Nel dopoguerra, a New York, collabora ancora con Drouin ma anche con Sidney Janis, pur rimanendo, come la moglie, soprattutto collezionista.
Nel 1957 a New York apre la sua galleria d'arte e l'anno dopo propone due personali di Rauschenberg e Jasper Johns, che precedono l'avvio, nel 1962, del successo della Pop Art, di cui Leo Castelli è il principale mercante. Lavorano con lui dall'inizio Lichtenstein, Rosenquit, Chamberlain e subito dopo Worhol.
Castelli diventa il regista di tutta l'arte americana d'avanguardia degli anni Sessanta e Settanta: oltre agli artisti Pop, sono lanciati da lui anche i principali protagonisti del Minimalismo (Stella, Judd, Flavin, Morris) e dell'arte processuale e concettuale (Serra, Nauman, Sonnier, Weiner) e altri vari artisti. Attraverso una rete internazionale di gallerie a lui collegate (es. Ileana Sonnabend e Yvon Lambert a Parigi, Konrad Fisher a Dusseldorf, Sperone a Torino) e attraverso mostre in musei americani ed europei da lui promosse, Castelli è stato il principale artefice della leadership culturale e mercantile dell'arte americana a livello mondiale.
Questi solo alcuni dei mercanti che permisero agli artisti di diffondere la loro produzione ma sicuramente i più conosciuti.


Durand-Ruel ritratto da Renoir


Vollard ritratto da Picasso
Vollard ritratto da Renoir




















Zboroski ritratto da Modigliani
Kahnweiler ritratto da Braque


Castelli ritratto da Worhol