Scopriamone le tecniche.

Ozotipia: è un processo brevettato nel 1899. Un foglio ricoperto di gelatina viene sensibilizzato con una soluzione di bicromico e sale di manganese. Dopo l'esposizione a contatto di un negativo, il foglio è messo a contatto con un foglio di carta al pigmento impregnato di una soluzione di acido acetico e idrochinone. Si provoca così l'indurimento della gelatina pigmentata in modo proporzionale alle modificazioni prodotte dalla luce sullo strato contenente il bicromico. L'immagine è infine rivelata per mezzo dell'acqua calda.
Oleotipia: descritta nel 1904, è costituita da un foglio di carta, ricoperto di uno spesso strato di gelatina, sensibilizzato con il bicromico ed esposto alla luce sotto un negativo. Con l'esposizione, la gelatina si indurisce proporzionalmente alla luce ricevuta. Dopo un lungo lavaggio in acqua fredda, il foglio è asciugato superficialmente e, ancora umido, inchiostrato con un inchiostro grasso mediante un rullo o un apposito pennello.
L'inchiostro aderirà alle parti più indurite e verrà respinto da quelle più gonfie d'acqua.
Bromolio: questa tecnica fu introdotto nel 1907. Un ingrandimento su carta commerciale all'argento viene sbiancato con un bagno che provoca il contemporaneo indurimento della gelatina.
Dopo il rigonfiamento in acqua fredda, si può procedere all'inchistratura come per l'oleotipia.


Resinotipia: è un porcesso brevettato nel 1922. Un foglio di carta, ricoperto di uno spesso strato di gelatina, viene sensibilizzato con il bicromico ed esposto alla luce sotto un positivo. Con l'esposizione, la gelatina si comporta come per l'oleotipia.
Dopo un lungo lavaggio in acqua fredda, il foglio è immerso per pochi minuti in acqua calda in modo che la gelatina raggiunga il suo massimo rigonfiamento. Il foglio viene poi asciugato superficialmente e cosparso, per mezzo di un pennello morbido, di una polvere composta da una fusione i resina e pigmento.
Stampa al carbone o ai pigmenti: un foglio di carta ricoperto di uno strato di gelatina pigmentata è sensibilizzato con bicromico ed esposto a contatto con un negativo. Dopo l'esposizione, il foglio viene accoppiato ad un altro, ricoperto di sola gelatina indurita e messo sotto dei pesi in modo che i
due strati di gelatina si incollino l'uno con l'altro. Questo sandwich è immerso in acqua calda: la gelatina non esposta si scioglie permettendo così di asportare la carta che sosteneva la gelatina pigmentata.
Stampa al platino/stampa al palladio: E' un processo brevettato nel 1873, ma praticato solo intorno al 1880 con la nascita della Platinotype Company. La carta è sensibilizzata con un sale di ferro e contenente un sale di platino.
Con l'esposizione a contatto con un negativo il ferro reagisce alla luce e con i bagni successivi provoca la formazione di un'immagine costituita da platino finemente suddiviso, di colore nero. Essendo un metallo inalterabile, la stampa mantiene immutate
le sfumature originali, al contrario delle stampe all'argento che possono deteriorarsi.
A causa dei costi elevati del platino, nel 1916 si iniziò ad utilizzare il palladio, meno costoso. La caratteristica di inalterabilità permane, ma i toni delle stampe tendono al bruno.
Stampa bruna Van Dyke: è un tipo di stampa che all'inizio del Novecento veniva usata per riprodurre interrogativi di grande formato, a basso costo, per la riproduzione di documenti. La soluzione sensibile è costituita da un sale di ferro e nitrato d'argento. A contatto con un negativo, si forma un'immagine che necessita solo di acqua per il suo sviluppo completo, al quale segue un blando bagno di fissaggio.

L'immagine è formata da argento metallico finemente suddiviso e, per questo motivo, facilmente soggetta a degrado che però si può prevenire mediante un viraggio all'oro.

Autocromia: è il primo processo a colori facilmente praticabile, commercializzato dai fratelli Lumière nel 1907 e consiste in una diapositiva su vetro. Su una lastra di vetro viene fatta aderire una polvere costituita da granuli di fecola colorati con i tre colori complementari. Si chiudono gli interstizi con del nerofumo e si completa con la stesura di uno strato di gelatina al bromuro d'argento pancromatica. La lastra veniva sviluppata con la stessa modalità della diapositiva in b/n e allo stesso modo poteva essere osservata.
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Accessori per lo sviluppo e la stampa fotografica |
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Sostanze chimiche per lo sviluppo, il viraggio e la stampa fotografia |
Se nella negativa il fotografo ricerca ora "l'impressione" anziché l'accuratezza del dettaglio, è nei diversi trattamenti di stampa che egli può liberamente rendere l'espressione del proprio sentimento ... (Cesare Schiapparelli, "La Fotografia Artistica" 1909)
(Mostra Pittorialismo - Museo Nazionale del Cinema Torino - Alberto Novo Gruppo Rodolfo Namias)