Inaugurata il 4 giugno scorso al Museo del Cinema di Torino (Mole Antonelliana) la mostra ha come protagonista il Cinema Neorealista.
A settant'anni dal film di Roberto Rossellini Roma città aperta il Neorealismo continua ad essere il momento più amato,
conosciuto ed influente della storia del cinema italiano.
conosciuto ed influente della storia del cinema italiano.
Attraverso fotogrammi
sequenze di film, documenti, manifesti
testi e sceneggiature originali, interviste, colonne sonore, la mostra ripercorre le tappe più significative: si parte dall'influenza di alcune esperienze anticipatrici degli Anni Trenta e dei prima Anni Quaranta nelle quali si asuspicava l'allontanamento dai teatri di posa, verso un cinema capace di cogliere gli infiniti segreti della società e della vita. Un esempio di "pre-neiorealismo" furono i film 1860 di Blasetti del 1933 e Toni di Jean Renoir del 1934 quest'ultimo prodotto con povertà di messi, con attori poco noti e nei luoghi autentici in cui la vicenda si ambientava.
"Con dieci anni di anticipo - come disse F. Truffaut - Renoir inventò il neorealismo, cioè la narrazione minuziosa non di un'azione ma di un fatto di cronaca reale in uno stile obiettivo senza mai alzare il tono".
Si prosegue con le figure centrali del neorealismo: Roberto Rossellini
Vittorio De Sica con la sua arte di far recitare i bambini nel film Sciuscià (1946), oppure Visconti nel drammatico lungometraggio Bellissima(1951).
Si prosegue con Lattuada, De Santis, Lizzani per proseguire con i principali collaboratori quali gli sceneggiatori e i direttori di fotografia fino ad arrivare all'eredità neorealista visibile in numerosi autori del cinema contemporaneo.
Non svelo altro ma segnalo che una rassegna cinematografica al Cinema Massimo ripercorrerà invece i film più importanti del periodo abbinati ad opere successive provenienti dalle più disparate cinematografie del mondo ispirate all'estetica e alle opere degli autori italiani del dopoguerra.
J. Renoir sul set di Toni - 1934 |
"Con dieci anni di anticipo - come disse F. Truffaut - Renoir inventò il neorealismo, cioè la narrazione minuziosa non di un'azione ma di un fatto di cronaca reale in uno stile obiettivo senza mai alzare il tono".
Si prosegue con le figure centrali del neorealismo: Roberto Rossellini
Germania anno zero 1948 |
Vittorio De Sica con la sua arte di far recitare i bambini nel film Sciuscià (1946), oppure Visconti nel drammatico lungometraggio Bellissima(1951).
Si prosegue con Lattuada, De Santis, Lizzani per proseguire con i principali collaboratori quali gli sceneggiatori e i direttori di fotografia fino ad arrivare all'eredità neorealista visibile in numerosi autori del cinema contemporaneo.
Non svelo altro ma segnalo che una rassegna cinematografica al Cinema Massimo ripercorrerà invece i film più importanti del periodo abbinati ad opere successive provenienti dalle più disparate cinematografie del mondo ispirate all'estetica e alle opere degli autori italiani del dopoguerra.
La mostra sarà visitabile fino al 29 novembre 2015.