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domenica 27 dicembre 2015

GIO PONTI E LA RICHARD-GINORI L'eleganza della modernità

Fino al 29 febbraio 2016 Palazzo Madama a Torino presenta la mostra dedicata a Gio Ponti e alla Richard-Ginori.
La mostra consente di ammirare le straordinarie invenzioni che Gio Ponti creò nel decennio 1923 - 1933 per Richard-Ginori, la fabbrica di Sesto Fiorentino di cui divenne direttore 
Gio Ponti
artistico all'età di 32 anni, chiamato da Augursto Richard. 
L'esposizione presenta settantacinque opere in porcellana e maiolica e un'ampia selezione di lettere e disegni di Ponti, tutti provenienti dal Museo Richard-Ginori di Sesto Fiorentino (attualmente chiuso al pubblico).

Lettera con disegno per il calamaio Il corriere
Calamaio Il Corriere
(porcellana decorata a cromo e dipianta a mano)













Convinto che il legame tra Arte ed Industria fosse una condizione imprescindibile per la creazione di uno stile e di un gusto veramente moderni, Gio Ponti rinnovò profondamente la produzione della manifattura Richard-Ginori, fino a quel momento ancorata ad un gusto storicistico legato alle forme e ai decori in uso nella manifattura nel Settecento e nell'Ottocento. 
Ponti, con un'intelligente scelta di modernità, impose temi nuovi che riportarono nuovamente la fabbrica all'attenzione del mercato internazionale.

Tra le opere esposte a Palazzo Madama alcuni dei più alti capolavori creati da Gio Ponti come il vaso Delle donne e delle Architetture, la Mano della Fattucchiera e la Mano fiorita, nonché le porcellane celadon, gli oggetti con decoro labirintica, Circo e Giungla, che evidenziano la profondità del linguaggio pontino e la complessità delle sue rielaborazioni, le sue riflessioni sulla classicità ed il contemporaneo, i riferimenti al movimento futurista e all'Art Decò.



Coppa Funérailles de Thais
Rispetto alle precedenti tappe della mostra (Palazzo Marini di Firenze e Triennale di Milano), a Torino vengono presentate alcune prestigiose novità come le urne Grottesca e Archi e corde,

la Coppa Ostiense, l'alzata con le Attività Gentili il piatto Pontesca, la Coppa Fantini e il Grande Vaso con reticolo in rilievo.

Archi e corde
Grande Vaso
Di grande interesse quanto 
emerge dalla corrispondenza con cui Gio Ponti, dalla sua residenza milanese, seguiva a distanza ogni fase del processo produttivo della Richard Ginori. 
Le lettere scambiate con Luigi Tazzini, direttore esecutivo, getta luce sulla genesi di opere, forme e decori e sul modo di operare del geniale architetto: dalla prima idea, spesso presentata sotto forma di un schizzo, al suo sviluppo. 

Cartolina pubblicitaria
Il suo intervento si spingeva fino a progettare gli annunci pubblicitari, le confezioni, le etichette per i prezzi da applicare agli oggetti, i marchi da apporvi al fine di curare tutti gli aspetti di promozione della Richard-Ginori. 
Ruolo centrale nel rinnovamento dell'architettura, dell'arredamento e delle arti decorative sarà la rivista "Domus" fondata da Ponti nel 1928.
La rete delle sue committente e i legami con i critici Ugo Ojetti e Margherita Sarfatti, con esponenti dell'alta borghesia finanziaria ed industriale milanese, restituiscono inoltre uno spaccato dell'élite intellettuale ed economica italiana del tempo.
Ad arricchire il percorso in mostra viene presentata la proiezione di "Amare Gio Ponti" il primo film documentario sul maestro del '900 (curato da Francesca Molteni): è un insieme di testimonianze degli eredi ed interviste ai protagonisti di oggi tra cui Vittorio Gregoretti, Enzo Mari, Sandro Mendini, Nanda Vigo, Bob Wilson e molti altri.