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mercoledì 16 dicembre 2015

LUIGI ONTANI Chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro

Un piacevole incontro ieri sera alla Gam con Luigi Ontani 
in occasione della presentazione della sua opera "Chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro" girata negli anni Settanta a Palazzo Taverna a Roma in occasione degli Incontri Internazionali d'Arte e restituita alla visione dopo alcuni decenni poiché è stato possibile riversare il contenuto del master e quindi garantire la certezza della futura preservazione.
Luigi Ontani è tra gli artisti che più hanno utilizzato il film e il video in Italia. Le sue numerose opere in Super8 e in video sono conservate nella raccolta della VideotecaGAM sin dal 1999.
L'opera mostra il giovane Luigi Ontani ripreso di spalle, con il volto contro il muro, nella tipica posizione di colui che conta ad alta voce nel gioco del nascondino.
Ma, mentre nel gioco del nascondino i bimbi contano generalmente fino a trenta, Ontani sceglie di contare fino a 1972, anno della realizzazione del video.
Soltanto dopo una puntuale elencazione degli anni trascorsi tra la nascita di Cristo ed il 1972 (e lo scandire degli anni ci fa inevitabilmente pensare ai principali avvenimenti della storia) l'artista si gira come risvegliatosi nel presente e dichiara: Chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro, facendo


così coincidere la fine della sua azione con l'annuncio sotteso di un inizio.
Numerosi artisti utilizzavano in quegli anni la durata del nastro per mettere in scena un'azione ripetitiva che potesse distendersi monotona, senza cesure e variazioni narrative, per l'intera durata del video facendo del tempo contenuto nel nastro un tempo solido, concretizzato da un unico gesto ripetuto, secondo uno schema compositivo lineare che molto doveva alla musica minimalista (vedasi per esempio l'opera IN "C" di Terry Riley - 1972).
Apparentemente Ontani fa qualcosa di simile, ma è ancor più radicale nel suo far coincidere la durata temporale con un atto che è l'enunciazione stessa del passare del tempo: è come se l'artista, con la leggerezza di un bambino, avanzasse rapido attraverso il tempo, come un nuovo angelo della storia, ma volto verso il futuro, come rapito dal desiderio d'incominciare a giocare e agire sotto il segno dell'arte, in quel presente la cui soglia si apre al numero 1972.
In mostra proiettate anche le prime opere girate da Luigi Ontani con una cinepresa Super8 presso lo studio Bentivoglio di Bologna nel 1969 e sette stampe fotografiche realizzate dall'artista negli stessi anni, composte da alcune sequenze tratte dalle foto di scena
Svenimento 1969 (particolare)
Tetto 1969 (particolare)












Le opere sono visitabili nella Videoteca della Gam sino al 14 febbraio 2016.