Nella chiesa di Santa Maria della Vita in via Clavature 10 a Bologna si può ammirare il "Compianto sul Cristo morto" capolavoro di Niccolò dell'Arca scultore Italiano del '400 attivo a Bologna.
Niccolò nacque probabilmente tra il 1435 e il 1440 e, vista l'iscrizione sul cuscino su cui posa il capo il Cristo del Compianto: Opus Nocolai de Apulia, il luogo di nascita potrebbe essere la Puglia.
La sua attività è documentata a Bologna a partire dal 1462 ed il suo primo lavoro è l'opera di cui parliamo che gli fu pagata dalla committente confraternita dei battuti nell'aprile del 1463.
Il Compianto, originariamente posto accanto alla porta d'ingresso principale del santuario sulla via Pescherie, fu poi rimosso nel 1586 e fatto oggetto di altri vari spostamenti impossibili da ricostruire.
Compongono questa grandiosa scena teatrale in terracotta sette personaggi ai quali dedico una breve descrizione.
Giuseppe d'Arimatea, inginocchiato con il martello in mano e la tenaglia nella cintura che guarda il pubblico invitandolo ad assistere a questa tragica scena. Fu colui che chiese a Pilato il corpo di Cristo e trovò il sepolcro. Uomo distinto e facoltoso, fedele a Gesù, acquistò la Sacra Sindone e depositò il corpo di Cristo nella tomba che aveva predisposta per sé.
Compongono questa grandiosa scena teatrale in terracotta sette personaggi ai quali dedico una breve descrizione.
Giuseppe d'Arimatea, inginocchiato con il martello in mano e la tenaglia nella cintura che guarda il pubblico invitandolo ad assistere a questa tragica scena. Fu colui che chiese a Pilato il corpo di Cristo e trovò il sepolcro. Uomo distinto e facoltoso, fedele a Gesù, acquistò la Sacra Sindone e depositò il corpo di Cristo nella tomba che aveva predisposta per sé.
Subito dopo di lui Maria di Giuseppe (Salome) viene identificata dalla tradizione come la madre dei figli di Zebedeo (Giacomo il Maggiore e Giovanni l'Evangelista). Seguiva Gesù come discepola fin da quando predicava in Galilea. Tiene le mani avvinghiate alle gambe quasi a strapparne via la carne viva, a testimonianza del suo immenso dolore.
Accanto a lei la Madonna, Maria madre del Cristo morto e deposto sul catafalco ai suoi piedi. Al suo fianco San Giovanni Apostolo, il seguace di Gesù al quale prima di morire sulla croce affidò la propria madre. Egli scrisse uno dei quattro Vangeli ed il suo segno distintivo è l'aquila.
Vengono poi Maria di Cleofa e Maria Maddalena: la prima con le mani cerca di allontanare da sé l'orrore del Cristo morto e urla il suo strazio a gola spiegata. Viene tradizionalmente identificata come sposa di Cleofa, madre di Giacomo Minore (uno degli originari Apostoli di Cristo) e considerata parente di Maria Santissima. La seconda dovrebbe, per tradizione, essere posta ai piedi di Cristo perché era la peccatrice perdonata da Gesù al quale aveva lavato i piedi, asciugandoli poi con i propri lunghi capelli durante la cena a casa di Simone, ma qui è rappresentanta in corsa verso il Santo Sepolcro e con il volto straziato da un urlo di dolore (è forse la figura più famosa del compianto).
Manca Nicodemo presente in tutti i Compianti: la tradizione vuole che la statua, che aveva il volto di Giovanni II Bentivoglio signore della città, una volta conquistata Bologna e accorpata allo Stato della Chiesa da papa Giulio II, dopo il 1506, fu fatta abbattere come tante altre, per cancellare la memoria dei Signori precedenti.
Il Compianto di Niccolò dell'Arca - Giancarlo Zuccarone - Video durata 2:53
https://www.youtube.com/watch?v=B4u8XCtFk28