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giovedì 30 giugno 2016

NOTHING IS REAL - Museo d'Arte Orientale Torino - dal 1 giugno - 2 ottobre 2016

Marco Lodola - Nothing is real 2016

Con la mostra Nothing is real - Quando i Beatles incontrarono l'Oriente il MAO presenta al pubblico un particolare momento nel quale la cultura di massa costruì una visione spesso illusoria delle complesse realtà dell'Asia, lasciando il segno indelebile nella nostra percezione di quelle culture.
La mostra non offre al visitatore opere di arte orientale, ma opere di artisti europei ispirati dall'Oriente e testimonianze di come la cultura pop occidentale abbia reinterpretato e reinventato l'Oriente.
Attraverso undici sale si trova una continua mescolanza tra cultura con la "c" maiuscola e cultura popolare in un allestimento ricco di colori, profumi e suoni.
Tutto cominciò nel 1968 quando i Beatles, sollecitati da George Harrison, si recano in India per un corso di meditazione trascendentale presso l'ashram di Maharishi Mahesh Yogi a Rishikesh. Harrison fu il più impegnato e coinvolto dall'attività meditativa mentre gli altri rivelarono molta diffidenza.
Geoge e Maharishi a Rishikesh
Questo viaggio sarà lo spartiacque nella carriera del gruppo e segnerà l'avvio della carriera solista di George Harrison ispirato dai raga indiani e dai flauti di Khrisna, e da tutto il misticismo della Patria della Luce.
Dai Beatles, primi ad aver utilizzato il sitar nella canzone melodica, tutto il pop rock inglese e non solo sarà influenzato dalla moda dell'orientalismo. Il viaggio è terreno di scoperta di nuove culture musicali e stili visivi che convergono in quegli anni nella "Sammer of Love"  nuovo stile artistico-musicale psichedelico nato insieme al movimenti hippie nel quartiere Haigh-Ashbury (San Francisco).

Veste di seta di John Lennon
Attraverso fotografie originali del viaggio scattate dalla moglie di Harrison, Pattie Boyd, la storia del pellegrinaggio si intreccia con la produzione musicale di un'epoca, con LP e singoli, materiale video originali, locandine,
cartine e molto altro.

       


Ma la contaminazione non avvenne soltanto nella musica, infatti nello stesso periodo prese l'avvio un nuovo modo di fare arte in tutti i campi artistici: sono presentate in mostra le Ceramiche Tantriche di Ettore Sottsass, i lavori di Guy Harloff, ma anche le opere  più recenti di grandi artisti come Mondino, Ontani, Salvo, Shnabel e Boetti ...   





La cultura pop è contaminata dal viaggio alla scoperta dell'oriente e a questo contesto si ispira la mostra ideata da Luca Beatrice dal titolo Nothing is Real, un verso della celebre canzone Strawberry Fields Forever: qualcosa che sta al di là delle apparenze, la ricerca dell'altro, del diverso, cui approcciarsi con una tensione metafisica e spirituale.