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mercoledì 17 gennaio 2018

Artisti contemporanei: SANYA KANTAROVSKY - "LETDOWN"


La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino presenta Letdown, la mostra personale dell'artista russo Sanya Kantarovsky.
Nato a Mosca nel 1982 ed emigrato negli Stati Uniti dove vive e lavora, è conosciuto principalmente per i suoi dipinti ma realizza anche sculture ed installazioni.
Ha spesso utilizzato le proprie opere per confrontare la sua esperienza di vita sotto il comunismo, negli anni del declino dell'Unione Sovietica, con le esperienze vissute nel mondo occidentale.
Sfruttando l'architettura come metafora e allo stesso tempo come cornice, l'esposizione allestita alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo evidenzia queste due polarità estetiche e politiche, creando il contesto per un nuovo corpus di dipinti che trasmettono una gamma di esperienze sgradevoli e brutali.
In Russia esistono decine di migliaia di edifici identici, ciascuno composto di ottanta appartamenti, sono stati progettati sulla base di un consenso, dopo che una commissione di architetti ha definito uno standard di vita e lo ha ridotto ai suoi elementi minimi ed essenziali.



Queste strutture erano dette K-7 o Krushevki, da Nikita Krushev, che li commissionò per rispondere a una grave carenza abitativa. Costruiti in fretta e a basso costo con pannelli prefabbricati di calcestruzzo, questi edifici costringono i loro occupanti fisicamente e mentalmente dentro uno spazio infinitamente replicabile e uniforme.
La mostra si articola davanti all'immagine dipinta di una Khrushchoyovka semidemolita.



Occupando lo spazio austero e minimalista della Fondazione, il murale mette involontariamente a confronto una forma alta di architettura contemporanea con l'economia e la violenza delle case popolari sovietiche. 
I dipinti di Kantarovsky sono appesi sull'edificio e le loro cornici rettilinee ne riecheggiano la facciata a lastroni. I quadri stessi sono cornice geometrica di brutalità.
Colmi di esperienze dolorose, trasudano esitazione e fragilità presentandoci corpi che si contorcono in atti di sottomissione.
Ciascuna opera crea una zona a sé stante in cui si svolgono azioni come spingere, tirare



abradere, lavare e cancellare.
La presenza della Khrushchyovka, insieme alle tipiche tartarughe d'acciaio dei parchi giochi (le cherepashki) spesso annesse alle unità abitative, dà l'impressione che questi

quadri siano finestre su una casa claustrofobia, o lacerazioni nel tessuto sociale. C'è da chiedersi se i soggetti che raffigu-rano sono i residenti dell'edificio. Una madre con un neonato, lei di colore pumbleo, lui ricoperto di rosacea, è costretta a piegarsi fino a cadere mentre lui cerca di afferrare l'ultima goccia di latte. La figura della donna si deforma e le sue ginocchia sbucciate indicano che non è la prima volta.
Il titolo della mostra deriva da questo quadro, opera in contraddizione con se stessa come molte dell'artista. Letdown (2017) fa riferimento ad emozioni opposte, infatti in inglese la parola significa sia delusione che produzione di latte materno. 
Ed è proprio la paradossale simultaneità di costernazione e soddisfazione il tema centrale della mostra.
Un'immersione in un mondo da cui si cerca quasi subito di uscire perché non accada a noi ciò che si presume sia successo ai soggetti dei quadri.