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lunedì 30 marzo 2020

Movimenti artistici : FLUXUS

Il movimento internazionale Fluxus si afferma nel 1961 e mette in pratica le teorizzazioni di George Maciunas (secondo il quale tutto è arte e l'arte deve occuparsi anche di cose insignificanti, deve essere divertente e accessibile a tutti) e di Dick Higgins (che sostiene che  Fluxys è un'idea, un modo di vivere, un gruppo di persone non fisso che compie fluxuslavori).
Lo spirito libero del gruppo fa si che in ogni azione ed in ogni opera confluiscano linguaggi quali la pittura, la scultura, l'happening, la danza, la musica, la poesia, il teatro, la tecnologia.
Fluxus è un movimento aperto a tutti e vi aderiscono numerosi artisti provenienti da tutto il mondo quali Nam June Paik, George Brecht, Wolf Wostell, Robert Filliou, Ben Vautier, Daniel Spoerri, Yoko Hono, Joseph Beuys, La Monte Young, Henry Flint, Charlotte Moorman, Robert Watts, Gianni Emilio Simonetta, Giuseppe Chiari, Sylvano Bussotti e il gruppo giapponese Gutai.
Il fine è quello di proporre un'arte totale dove la fusione tra i linguaggi possa originare una fluidità vitale, così come lo sono gli avvenimenti della vita quotidiana.
Prendendo spunto dalle avanguardie storiche, il movimento trova le sue radici in Dada e in Duchamp e cerca di coinvolgere tutta la realtà: Fluxus compie azioni in cui i vari linguaggi, insieme a gesti semplici della vita quotidiana (sedersi, respirare, parlare, fumare, ecc.) si intrecciano in una struttura dove arte e vita, in modo unitario, creano l'opera o l'evento.


Flux Wedding of George Maciunas e Billie Hutching (1978)
Particolare importanza assume in Fluxus la ricerca musicale che sfrutta la capacità di alcuni semplici oggetti di generare suoni (una teiera che fischia, il battito di un metronomo ecc.) i quali possono essere intrecciati con strumenti musicali per far nascere l'opera. 
Importante è la sperimentazione di John Cage che, anche se assume una posizione autonoma rispetto al movimento, elabora la propria teoria seguendo gli insegnamenti della filosofia zen. Egli elimina ogni tipo di coinvolgimento personale ed emotivo nella struttura musicale e nella sua esecuzione, mettendo in risalto la capacità del suono o del rumore di essere parte dell'opera come presenza della vita.
L'esecuzione dei brani composti dal musicista è determinata da elementi di volta in volta diversi, dove la varietà degli strumenti e degli esecutori produce risultati sempre nuovi.
Egli basa la costruzione musicale sulla struttura ritmica, sulla successione delle durate. 
Esplora anche il campo dei rumori, prova nuovi tipi di strumenti, soprattutto percussioni, conduce esperimenti con la musica elettronica ed utilizza formule matematiche per strutturare le composizioni.


Sonatas n. 1, 2, 3, 5 for prepared piano - John Cage
Nel settembre 1962, dopo la prima manifestazione organizzata da Maciunas a New York, ha luogo il Fluxus international Festspiele neuester Musik a Wiesbaden, organizzato dallo stesso Maciunas, cui seguono altre manifestazioni in tutto il mondo.
Sempre nel 1962 Maciunas inizia la pubblicazione degli Yearboxes in cui sono raccolte le testimonianze di tutti gli esponenti di Fluxys sparsi nel mondo.
Nonostante le varie personalità artistiche che partecipano al movimento, si può affermare che Maciunas è a tutti gli effetti l'ideatore, il teorico, l'editore, il promotore, l'organizzatore di Fluxus.








"Purgare il mondo dalle forme di vita borghese. Saper promuovere la Realtà.
(George Maciunas)







domenica 22 marzo 2020

Movimenti artisti: MINIMAL ART

La Minimal Art (termine inventato nel 1965 dal critico Richard Wollheim) è nata negli Stati Uniti agli inizi degli anni Sessanta, periodo in cui si stavano sviluppando due tipi di ricerca : la Pop Art tutta immagine e colore e la Minimal Art tutta riduzione dell'immagine e del colore.
La Minimal Art basa la propria ricerca sul concetto di "riduzione" e di "raffreddamento" dell'opera. All'esuberante opulenza delle forme urbane, dei media, delle immagini pubblicitarie, contrappone soluzioni formali che utilizzano per la loro struttura elementi con una geometria elementare e materiali naturali o industriali.

 Carl Andre
 Donald Judd
Robert Morrison
Cercando di ridurre al minimo l'impatto formale e cromatico delle forme del reale la Minimal Art utilizza elementi primari nonché colori neutri, differenti dai materiali ipercolorati e iperdecorativi che invadono le metropoli. 
Il gruppo della Minimal Art era composto soprattutto dagli americani Donald Judd, Robert Morris, Carl Andre, Dan Flavin, Sol LeWitt, Tony Smith, Walter De Maria, e dagli inglesi Anthony Caro, William Tucker, Philip King.
Il loro intento era quello di creare opere che realizzassero una totale sintesi tra forma-volume e colore e che tale sintesi sapesse inserirsi nel contesto urbano mantenendo inalterata la propria forza di elementare pulizia e rigore.

Tony Smith
Lavori soprattutto tridimensionali costruiti tenendo ferme le nozioni di spazio, geometria e ordine, dove il rigore ne diventa il collante: costruzioni realizzate con un elementare ma rigoroso impianto geometrico, dove i pieni e i vuoti costruiscono lo spazio dell'opera, che si avvale di elementi modulari semplici e basati su scansioni, ritmi ed equilibri regolari.

Sol LeWitt
Attenti alle tecnologie, i minimalisti ne utilizzano alcuni materiali per mostrare la possibilità che questi diventino elementi estetici. Ciò che deve essere sottolineato è la capacità dell'artista di avvalersi di elementi concettuali di derivazione industriale, quali il progetto inteso come idea e processo dell'opera, o i materiali (barre o trafilati di metallo, tubi fluorescenti) per definire un nuovo linguaggio estetico dove il silenzio della riflessione, il rigore del progetto, la pulizia della forma, l'essenzialità dei materiali, la neutralità del colore siano gli elementi fondanti.
Sono i termini "minima" ed "essenziale" che caratterizzano la Minimal Art, focalizzata sul proprio ritmo interno e sulla propria tensione costruttiva, un'arte che non deve preoccuparsi di chi guarda e chiede all'opera solo il piacere dell'occhio. Il piacere che essa propone è più intellettuale che visivo: è dall'intellettualità del progetto che derivano le sue forme essenziali realizzate sulla base di rigorosi parametri costruttivi.

Donald Judd
Dalla fine degli anni Sessanta all'inizio dei Settanta, molti artisti sia europei che italiani si sono ispirati alla Minimal Art ma per approdare a proprie esperienze artistiche. 
Si pensi ai gruppi francesi Support-Surface (composto da Luis Cane, Daniel Dezeuze, Claude Viallat, Vincent Bioulès, Marc Devade) o  BMPT (composto da Daniel Buren, Olivier Mossat, Michel Parmentier e Niele Toroni) che intendono la pittura come un lavoro autoriflessivo che indaga sui propri elementi, utilizzandola al minimo delle sue possibilità materiche, decostruendole

Claude Viallant
Daniel Buren

oppure agli artisti italiani che utilizzano materiali, forme e colori essenziali e primari per inserire nei loro lavori una riflessione non solo sull'arte ma anche sulla realtà, ponendo le forme artistiche in relazione con il mondo delle forme della modernità.
Tra quelli più interessati a elementi strutturali ricordiamo Rodolfo Aricò, Gianfranco Pardi, Giuseppe Uncini, Mauro Staccioli, Nicola Carrino, Livio Marzot, Massimo Mochetti . 

Mauro Staccioli
Giuseppe Uncini

mentre gli artisti Claudio Verna, Claudio Olivieri, Giorgio Griffa, Carmengloria Morales e Antonio Passa
Giorgio Griffa
 sono più concentrati sul problema della superficie pittorica.









"Fino ad un certo punto ho scolpito cose. Quindi ho capito che la vera scultura era la cosa che stavo intagliando e allora piuttosto che scolpire un materiale ho deciso di usarlo come una scultura nello Spazio" - Carl Andre















giovedì 19 marzo 2020

Movimenti artistici: LAND ART

Il movimento della Land Art  prende vita negli Stati Uniti nella seconda metà degli anni Sessanta.
Gli artisti che ne fanno parte sono costantemente alla ricerca di un contatto con i luoghi naturali e incontaminati che caratterizzano il territorio americano: i deserti sterminati, i canyon, le praterie, i laghi salati, le Montagne Rocciose.
Pur derivanti, sul piano strettamente formale, dal minimalismo (impegnato a confrontarsi con la realtà metropolitana e la sua struttura), le opere della Land Art si contraddistinguono per una forte valenza emozionale, per l'utilizzo di materiali naturali e per un confronto con la struttura geologica del territorio al fine di creare un linguaggio in cui cultura e natura, forma artistica e forma naturale possono mettersi in relazione e confluire nell'opera.
Pioniere del movimento fu Michael Heizer (Berkeley-California 1944) che diventò uno dei maggiori rappresentanti della Land Art.
Per il suo primo lavoro Double Negative convinse la collezionista e gallerista newyorkese  Virginia Dwan a mettergli a disposizione i mezzi economici e materiali per realizzarlo. 
Dopo aver sorvolato il deserto del Nevada per trovare un territorio adatto, il progetto che consisteva in uno scavo profondo quindici metri e lungo mezzo chilometro fu realizzato nel 1967 e documentato da Gerry Shun nel film Land Art.


A questo ne seguiranno altri, come Circular Surface Planar Displacement, che realizzò disegnando cerchi giganteschi per mezzo delle tracce lasciate dalle ruote di una motocicletta.


A  Heizer si unirono altri artisti americani tra cui Robert Smithson, Walter De Maria, Richard Serra, Dennis Oppenheim, Nancy Holt ed artisti europei come Richard Long, Barry Flanagan e successivamente Christo.

Robert Smithson e Nancy Holt - New York 1970
La formula Land Art venne utilizzata per la prima volta dal gallerista tedesco Gerry Schun come titolo di una videocassetta che egli stesso realizzò e che documentava gli interventi  sul territorio di alcuni dei sopra citati artisti presentati anche in una mostra dal titolo Earth Works organizzata Robert Smithson ed inaugurata nel 1968 alla Dawn Gallery a New York.
L'intento degli artisti della Land Art era di trovare una relazione con la natura, un rapporto intimo con l'ambiente piuttosto che collocare sculture nel deserto o sulle Montagne Rocciose o utilizzare i vari elementi che la natura offriva come puri strumenti per la realizzazione dell'opera.
Formalmente le loro opere rimandavano ad un puro minimalismo e in effetti alcuni artisti provenivano da tale ricerca.
Cerchi, spirali, cubi, parallelepipedi, forme geometriche semplici ed elementari hanno contribuito alla messa in atto del linguaggio minimale

Spiral Jetty - Robert Smithson
Sun Tunnels - Nancy Holt
e i fattori emotivi o emozionali, di relazione e sintonia con la conformazione stessa del territorio, dei materiali, degli elementi sociali e ideologici hanno caratterizzato la Land Art. 
Determinanti furono tutti quegli elementi di carattere sociale legati a una nuova visione della realtà e i nuovi modelli di vita che in quegli anni della rivoluzione culturale e della critica del sistema borghese ed industriale privavano l'individuo della libertà e lo costringevano a sopravvivere in uno spazio - la città o la fabbrica - che metteva a tacere ogni suo slancio creativo.
Molti abbandonarono la città alla ricerca di nuovi luoghi naturali e incontaminati dove trovare la possibilità di esprimere il loro gesto artistico in modo libero e creativo.
Nacque l'esigenza di trovare  luoghi lontani da musei e gallerie, per poter dar vita a un'opera d'arte libera da ogni condizionamento economico, politico e sociale e gli artisti furono spinti a ricercare nuovi spazi in cui l'autenticità, la libertà e la verità dell'arte potevano realizzarsi.
Non speravano nel ritorno al naturalismo ma ricercavano un linguaggio artistico in cui la natura diventasse lo strumento più adatto per dare vita ad un'opera che inglobasse quei materiali meccanici ed industriali  (ruspe, bulldozer, camion o motociclette) che la rendevano tecnicamente possibile: mondo naturale e mondo artificiale si confrontavano e dialogavano per dar vita al progetto artistico.

Documentario: Troublemakers - The Story of Land Art  Sky Arte






"Nel deserto posso trovare quel genere di spazio inviolato, pieno di pace e religioso, che gli artisti hanno sempre cercato di mettere nel loro lavoro".  Michael Heizer

domenica 15 marzo 2020

Movimenti artistici: HAPPENING


L'happening è un accadimento, un evento, un'azione che ha come finalità quella di aprire il linguaggio artistico alla realtà.
Riconducibile alle esperienze dadaiste del Cabaret Voltaire, l'happening fa la sua comparsa sulla scena artistica americana nel 1959 con la prima azione di Allan Kaprow (1927-2006).
Americano ma di origine russe, dopo la realizzazione tra il 1957 e il 1958 di alcuni enivironments, nel 1959 presenta a New York la sua opera 18 Happening in 6 Parts. Il lavoro ricorda per certi aspetti l'evento teatrale ma, a differenza del teatro, l'happening si sviluppa secondo schemi variabili e seguendo una struttura a compartimenti stagni in ognuno dei quali accade contemporaneamente qualcosa che è estraneo agli altri, avendo però come legante tra loro l'evento stesso.
Si tratta di azioni semplici, elementari, compiute da attori professionisti o improvvisati, con declamazioni di frasi o di semplici parole, suoni o rumori che interagiscono senza alcuna predeterminazione.
Nell'happening possono intervenire fattori esterni e variabili dettati dalla pura casualità che ne determinano un imprevisto e inedito sviluppo. 
A differenza del teatro che ha un copione e regole di rappresentazione, l'happening è tutto giocato sull'improvvisazione, la traccia indicata dall'autore non rappresenta uno schema fisso e ripetibile in quanto è soggetta alle leggi del caso.
Tutto è evento, aperto e libero di svilupparsi in maniera sempre inedita, sensibile anche alle interferenze del pubblico che assiste partecipando e modificando la struttura stessa dell'opera.
A Kaprow si uniscono artisti quali Jim Dine, Lucas Samaras, Claes Oldenburg, Robert Whitman, Red Grooms, Robert Rauschenberg e il musicista John Cage. 
Dalla collaborazione tra Rauschenberg, Cage e il coreografo Merce Cunningham avevano già preso vita eventi importanti, tra cui in particolare l'happening realizzato nel 1952 al Black Mountain College, dove i vari linguaggi, la pittura, la musica, la danza, interagivano al massimo delle loro potenzialità espressive e formali.
L'evento che l'happenig propone sottolinea la necessità di uscire dai limiti dell'opera, quadro o scultura che sia, al fine di partecipare al continuo fluire del mondo seguendone le spinte dinamiche.
Il rapporto tra individuo-artista e ambiente si fa sempre più definito e lo scambio fra essi dà vita a eventi-opere che testimoniano la capacità del lavoro artistico di inserirsi nel reale.