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lunedì 22 giugno 2015

Artisti contemporanei: Botto & Bruno

Gianfranco Botto (Torino, 1963) e Roberta Bruno (Torino, 1966) hanno frequentato l’Accademia di Torino, seguendo i corsi di Giulio Paolini , sono una giovane coppia nella vita ed in arte, che vive alla periferia di Torino. Nati e cresciuti entrambi in quartieri periferici, grazie alla loro cultura sofisticata, hanno saputo trattare la marginalità come un tema culturale su cui intervenire per sondarlo in tutti i suoi risvolti.
I due artisti usano principalmente la macchina fotografica: scattano moltissime immagini delle periferie urbane, della loro città e dei luoghi dove vanno ad esporre, o di dovunque capiti di recarsi. Scelgono quartieri ed edifici per lo più abbandonati, ma non necessariamente: capannoni, fabbriche, scuole, palazzi popolari da abitazione.

Tramite un lavoro interamente manuale (manuale è anche il procedimento di realizzazione dei video costruiti su sequenze fotografiche) realizzano poi dei collages e creano nuovi scenari  giustapponendo liberamente particolari delle fotografie.
L'opera risulta così l'assemblaggio di molti luoghi veri e alla fine ci mostra un luogo inesistente che potremmo chiamare non luogo, 


 

caratterizzato dalla mancanza di attività e abitati al massimo da una o due figure (gli artisti stessi) che non guardano in faccia lo spettatore, ma volgono lo sguardo a terra.
Nel lavoro dei due torinesi, le aree industriali dismesse sono avvicinate con un sentimento malinconico ma non rassegnato. I personaggi, sempre s-figurati, sono avvolti da un alone di autismo relazionale che si staglia sotto il cielo post-atomico e un ambiente surreale ma non irreale.
 

     

Il compito di Botto & Bruno è quello di irrompere all’esterno per comunicare quanto si vede da quel luogo. È per questa ragione che i due lavorano non solo nei luoghi istituzionali dell’arte, ma anche in luoghi cittadini come la metropolitana di Napoli 

 
e sulla circumvesuviana (Vento sotterraneo, 2003) o anche con interventi su immobili industriali come sull'ecotermica di Banchette, nei pressi di Ivrea  (modernissima centrale di energia termica alimentata a metano e a servizio del teleriscaldamento cittadino) per la quale la società di gestione - ETS Ecotermica Servizi - ha pensato il progetto ETforArt, "per favorire l'impatto ambientale del nuovo insediamento industriale situato all'ingresso della conurbazione di Ivrea attraverso l'intervento di artisti italiani contemporanei”.

Grandi lavori sono stati presentati in gallerie e palazzi storici dove la coppia ha assemblato artigianalmente fotografie dando vita a scenari riprodotti in scala 1:1, incollati alle pareti delle sale espositive, ma anche sul soffitto e sul pavimento,immergendo lo spettatore in un'installazione praticabile
 
 
un esempio è la sala a loro dedicata durante la Biennale del 2001, House where nobody lives, oppure la Stanza della musica (2002) alla Fondazione Teseco per l’Arte di Pisa o la galleria di  Nizza, (Collage town, 2004)


La coppia artistica è anche apprezzata all'estero dove ha realizzato molti lavori per gallerie ed istituzioni.
Da segnalare la produzione video tra cui il lavoro An ordinary day (2004) trasmette compiutamente la poetica di Botto & Bruno, miscelando la tematica metropolitana con la condizione dei giovani e quella di ciò che un tempo si chiamava classe operaia. Sottolineando non il solito scollamento generazionale di tanto pseudo-cinema odierno, ma la compenetrazione di problematiche che vanno affrontate con gli strumenti della politica e non con quelli del sensazionalismo.



"La nostra ricerca ha sempre esplorato i territori borderline", i luoghi di confine, ma lo ha sempre fatto cercando in essi possibilità di rinascita... "