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domenica 10 aprile 2016

ROBERTO KUSTERLE - LO SGUARDO NEGATO




Fino all'8 maggio 2015 alla Fondazione 107 di Torino è possibile visitare la mostra antologica di Roberto Kusterle curata da Federico Piccari ed articolata in nove cicli che vanno dai lavori degli anni Novanta al corpus di inediti del 2015.
Lo sguardo negato è il titolo del percorso espositivo che mette a fuoco una caratteristica dominante dei soggetti ritratti da Kusterle: hanno tutti gli occhi chiusi o "non possono vedere".
Talvolta è una farfalla ad ostruire la visione, talaltra una piovana o una moltitudine di chioccioline oppure pesci.




L'artista sembra dirci che l'uomo è affetto da una cecità ormai permanente, il senso maggiormente sollecitato e sviluppato nel nostro vivere quotidiano è anche il più condizionato.
E' un uomo che si è allontanato dall'ascoltare i propri sensi e si è incamminato in un processo di separazione dalla natura pur essendone parte integrante.
Roberto Kusterle è un artista visionario, capace di restituire all'osservatore con un unico fotogramma il racconto di un film, mondi lontani dove l'inconscio ha il sopravvento.



L'artista crea installazioni con al centro l'uomo e il suo corpo, risultato di una ricerca personale di elaborazioni complesse, raffinate, spesso di violento impatto concettuale, che utilizzano materiali sottratti alla natura. La scelta dei personaggi, l'ambientazione, le luci, la scenografi, il trucco cioè ogni dettaglio è curato meticolosamente dall'artista con certosina pazienza e maestria.

L'immagine fissata dalla macchina è l'ultimo atto di un progetto e di una preparazione che possono durare mesi e talvolta anni; atto liberatorio di tutti gli altri momenti che lo hanno preceduto e punto di partenza di una nuova, lunga fase di elaborazione in camera oscura e talvolta con interventi di post produzione digitale.
Il risultato finale è sempre di forte impatto visivo, soggetto ed ambiente racchiusi in una magica atmosfera trasportano l'osservatore in altre dimensioni




Collegando senza soluzione di continuità, entro la figura umana, altri ordini biologici, diversi ma non in contrasto, dà vita a figure archetipi di una contemporaneità classica in cui il tempo sembra essere sospeso; immagini che condensano idea e sogno, fantasia e realtà, mondo umano ed animale, organico ed inorganico, vita e materia inconscio ed ancestrale: attraverso la profondità del mistero che origina la vita, Kusterle coglie il senso di spiritualità insito nell'essere umano così come in ciascun elemento della natura.
La mostra si snoda tra i 9 cicli prodotti in questi 25 anni di lavoro. 
Si parte con Αναχρονος (2004-06) e, in successione, Mutazione silente (2007-08), Segni di pietra (2011-12)
Αναχρονος (2004-2006)
Mutazione silente (2007- 08),

Segni di pietra (2011-12)

Riti del corpo (1991-2014)
Riti del corpo (1991-2014), ciclo che costituisce una sorta di contenitore tematico, dove l’autore ha riunito fotografie scattate in un tempo dilatato mantenendo il focus sul tema del corpo e della sua ibridazione.
Mutabiles Nymphae (2009-10) 
I segni della metembiosi (2012-13) 
Si continua con Mutabiles Nymphae (2009-10), I segni della metembiosi (2012-13), Abissi e basse maree (2013) e L’abbraccio del bosco (2014).



Abissi e basse maree (2013)
L’abbraccio del bosco (2014)
 A completare il percorso espositivo, Morus Nigra (2015) ulti- mo ciclo presentato in questa antologica per la prima volta.

































 
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Roberto Kusterle è nato nel 1948 a Gorizia. Dagli anni Settanta lavora nel campo della arti visive, dedicandosi sia alla pittura sia alle installazioni. Dal 1988 inizia ad interessarsi alla fotografia che è diventato il suo principale mezzo espressivo. 





“Trasporto nel mio lavoro le sensazioni percepite quando mi inoltro nei boschi o lungo il fiume. Probabilmente se abitassi in una grande città queste cose non le coglierei.  In qualche modo sono io il primo spettatore di me stesso e voglio continuare ad esserlo man- tenendo la curiosità e lo stupore della ricerca”.