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giovedì 21 maggio 2015

Le donne nell'arte - CANDIDA HOFER



Nata nel 1944 a Eberswakde (Germania) Candida Höfer è considerata uno degli esponenti di spicco della Scuola di Düsseldorf all'interno della quale dal 1976, seguendo l'insegnamento dei congiungi Bernd e Hilla Becher, si formano grandi fotografi come Thomas Ruff, Thomas Struth, Andreas Gursky, Axel Hütte, Gerhard Stromberg e Simone Nieweg.
Diversamente da quanto avviene per Ruff e Struth nelle fotografie della Höfer non prevale tanto l'intento documentaristico da realizzare con stile distaccato e anonimo, quanto la capacità di evocare situazioni ed esperienze immediatamente riconoscibili.
Lei si occupa di luoghi molto frequentati, pubblici o semi pubblici, dedicati ad incontri, dibattiti e conferenze

dislocati indifferentemente in edifici privati, musei, biblioteche

Biblioteca Nazionale di Francia
Fotografia dei coniugi Becher
altre volte sono palazzi storici, uffici e ospedali ma nel momento in cui sono vuoti e silenziosi infatti nelle sue fotografie l'elemento umano è completamente bandito come lo era da quelle dei Becher.
La simmetria e la perfezione delle sue immagini sono sbalorditive: è possibile trovarvi un elevato numero di dettagli e lo sguardo equilibrato che caratterizza la fotografia di Candida Höfer non impedisce a chi osserva di ritrovare l'atmosfera e persino gli odori delle biblioteche, delle sale dei musei

Museo del Louvre 
Archivio di Stato di Napoli









Il metodo costante di questa artista, che non utilizza luci artificiali, e che si serve di una piccola macchina senza supporto, stampando sempre in un formato di 38 x 38 cm. i 38 x 57 cm., permette di cogliere diversi momenti temporali del luogo ritratto senza la frapposizione di un'impronta autoriale troppo marcata.
Dopo un primo momento di ammirazione però si viene assaliti da un forte senso di malinconia e di solitudine, comunicato dalla visione di luoghi solitamente popolosi completamente deserti, apparentemente abbandonati, come se tutte le persone che normalmente vi si trovano fossero fuggite in quel preciso istante

Neues Museum Berlino
"Fotografo gli ambienti così come sono" C. H.

lunedì 18 maggio 2015

JACQUES HENRI LARTIGUE Alle origini della fotografia contemporanea


Il MEF (Museo Ettore Fico) di Torino fino al 21 giugno 2015 presenta una mostra antologica di uno dei più significativi fotografi del Novecento. 
La mostra realizzata a partire da 130 album originali di Jacques Henri Lartigue presenta 136 fotografie di grande formarti e 50 pagine d'album d'epoca (1912-1922) che permettono di vedere le immagini nel contesto originale.
Una selezione di opere che ripercorrono tutta la storia del Novecento e le origini della fotografia contemporanea.
Tardivamente scoperto all'età di 69 anni dall'allora conservatore del Dipartimento di Fotografia del MoMa di New York J. Szarkowski e contemporaneamente da un grande maestro come Richard Avedon, nel 1962 con la sua esposizione al MoMa JHL divenne uno dei capisaldi della fotografia mondiale. Le sue immagini scattate fin dal 1902 all'età di otto anni, nascoste in album e archiviate minuziosamente come importanti reperti della memoria personale, aprirono un mondo di immagini che divennero immediatamente patrimonio della collettività e testimoniaza storica, sociale e culturale del Novecento .
La sua meticolosità fotografica, impiegava anche ore nell'attesa dello scatto perfetto, registra tematiche e soggetti ricorrenti che fissano, oltre che il passare del tempo e delle stagioni, anche quello delle mode, delle invenzioni meccaniche, del microcosmo di un nucleo famigliare e quello di un'intera nazione, la Francia, simbolo dell'Europa del tempo.
Fin dal suo primo scatto fotografico, ha immediatamente una coscienza da
reporter del tempo in cui vive, senza però comprendere che la sua opera sarà fondamentale nella decodificazione dei cambiamenti epocali e sociali per tutta la prima metà del XX secolo.



Scatti annotazioni, diari, disegni, quadri, tutto viene meticolosamente annotato, registrato incasellato come in una biblioteca della memoria dove non si fa uso del ricordo,ma della testimonianza tangibile delle fotografie.
 


venerdì 15 maggio 2015

PRECIOUS LIGHT


Alla Promotrice delle Belle Arti (in via Crivelli all'interno del parco del Valentino Torino) fino al 28 giugno 2015 la mostra PRECIOUS LIGHT dell'artista scozzese David Mach.

Presentata nel 2011 al Palazzo delle Arti di Edimburgo in occasione del 400° anniversario della pubblicazione della Bibbia di Re Giacomo e nel 2012 in Irlanda al Galway Art Festival, giunge per la prima volta in Italia.


Precius Light è il frutto di tre anni di intenso lavoro che trae ispirazione dalla Bibbia: più di 15 persone hanno lavorato insieme all'artista per realizzare 64 grandi collage, alcuni dei quali raggiungono i 7 metri di lunghezza, oltre alle monumentali sculture alte quasi 5 metri, come Golgota(realizzata utilizzando delle grucce, materiale che permette all'artista di esprimersi in maniera più dinamia e drammatica).

Un'epopea contemporanea, una narrazione biblica apocalittica e colossale che racconta il contemporaneo con i suoi drammi e le sue speranze.
Attraverso la rappresentazione delle scritture sacre Mach affronta le emergenze politico-sociali odierne con un linguaggio sia attuale che classico, sia poetico che tragico utilizzando immagini tratte dai mass media, luoghi e persone reali estratte da riviste, giornali, televisioni e pubblicità.

L'artista è particolarmente impressionato dal bombardamento mediatico di informazioni al quale siamo sottoposti quotidianamente: siamo al corrente di tutto ciò che avviene in qualsiasi parte del mondo, siamo in un'epoca di "conoscenza", bombardati da reportage approfonditi su ogni sorta di accadimenti drammatici e spettatori di terribili tragedie di paesi e città che vengono sommersi dalle onde smisurate degli tsunami


mentre ceniamo possiamo vedere in diretta scene dall'Afganistan, dall'Iraq e dalla Libia ...
Ma tutto questo non pare infastidire l'uomo contemporaneo,
anzi scatena una sorta di ingordigia che fa sì che i televisori siano sempre più grandi e che le immagini siano viste e riviste sul web.


L'atto di ridurre tutta questa bulimica abbuffata di immagini in figurine singole, utilizzate per ricreare il mondo, consente all'artista di custodire e applicare i propri filtri, di mantenere la propria opinione, l'individualità e una visione più consapevole sul mondo che lo circonda.

E' questa la visione che Mach ha traslato in questo imponente lavoro sulla Bibbia.
L'idea di occuparsi delle raffigurazioni bibliche, dice, l'aveva d'apprima intimorito poi, tesaurizzando l'influenza dei propri ricordi attinti dall'educazione cattolica impartitagli dal padre e l'infanzia passata all'interno della Chiesa Prostante, ha deciso che la strada da intraprendere era insita nella forza simbolica degli archetipi, perché la Bibbia secondo lui è un archetipo per antonomasia e usa gli archetipi come concetti ("un archetipo è qualcosa di innato nella consapevolezza di sé del genere umano, in un certo senso esprime qualcosa di cui tutti siamo istintivamente a conoscenza").
Sessantaquattro collage in cui sono rappresentati alcuni episodi biblici ambientati in luoghi differenti e reali:
Davide nella fossa è Seattle, la piaga delle rane si svolge a Belfast, l'arca di Noè che ha dato l'impulso iniziale a tutto il progetto si svolge ad Edimburgo


mentre le serie Inferno e Paradiso sono ambientate ad Istambul, Disneuland,Parigi, Dublino, 









                  









Atene, Tokyo, L'Avana ...
Mach nella Bibbia rinviene i temi universali dell'umanità: passione, gioia, paura, odio, disastri, lussuria, carestia, sesso, assassini, omicidi, malattie, vendetta e molto altro.

L'imponente lavoro realizzato dall'artista non è arte religiosa ma il tributo di un artista laico che guarda la Bibbia con grande rispetto; egli stesso ammette di non credere in Dio ma è sicuro che la comprensione della Bibbia insegni a vivere bene: "la Bibbia, dice, è fonte d'ispirazione per tutto il genere umano, al di là delle credenze e delle religioni".
Le sue opere sono piene di figurine che rappresentano l'umanità intera
ciò che gli interessa sono le persone, le sue opere sono costellate di persone che si occupano di "essere umani".


Secondo Mach il suo progetto è in progress per gli anni a venire perchè non è sufficiente a rendere omaggio a questo grande libro. 

Nella sede della Promotrice delle Belle Arti di Torino si può ammirare l'imponente corpus di lavori: collage e sculture che appassioneranno, commuoveranno e sorprenderanno

               
        Diavolo - scultura di fiammiferi colorati
e poi bruciati
      
     Cristo - scultura di fiammiferi colorati
e poi bruciati


il visitatore.

David Mach è scozzese, è nato nel 1956 e vive a Londra. E' un artista geniale considerato tra i più importanti nomi dell'arte contemporanea internazionale. Appartiene all'esclusivo e ristretto circolo dei Royal Academician della Royal Academy of Art di Londra di cui è stato professore di scultura. Nel 1988 è stato nominato per il prestigioso premio Turner Price nel 1988 (insieme a Lucian Freud e Richard Long, vincitore Tony Cragg), ha vinto molti premi tra cui nel 2011 il Bank of Scotland Herald Angel Award con la mostra Precious Light. L'artista è noto per molte opere pubbliche, in Italia è presente a Vinadio (CN) con "Giants" opera permanente collocata di fronte al Forte.
Mach ha sviluppato una personale ricerca sul collage, originale e scenografica, componendo centinaia di migliaia di immagini tratte da riviste, tv, web; con questa tecnica è arrivato a sviluppare opere imponenti, fino ai 70 metri di lunghezza dell'opera per il Millennium Dome di Londra che rappresenta migliaia di persone mentre lavorano o nel tempo libero.
Le sue opere sono presenti in numerose collezioni: Tate Britain e National Portrait Gallery (London), Tate Gallery (Liverpool) Museum of Art (Auckland), Microsoft Corporation Collection (Seattle), Kawasaki City Museum (Tokyo), e in molte altre.



domenica 10 maggio 2015

Da Kirchner a Nolde ESPRESSIONISMO TEDESCO 1905-1913


Marcella 1910 - Kirchner
La mostra Da Kirchner a Nolde ESPRESSIONISMO TEDESCO 1905-1913 sarà visitabile al Palazzo Ducale di Genova fino al 12 luglio 2015.
Quattro studenti del Politecnico di Dresda
E. L. Kirchner
E. Heckel



K. Schnudt-Rottluff
F. Bleyl
M. Pechstein
E. Nolde
a cui si aggiungeranno 

si ritrovarono uniti dagli stessi stimoli culturali: i colori di Van Gogh, il dramma nordico di Munch, il primitivismo dell'arte africana conosciuta al Museo Etnografico di Dresda
Otto Müller con la pipa 1913 - Kirchner
Ragazza che suona il liuto 1913 - Heckel
e le letture di Nietzsche ("L'uomo è una corda tesa tra la bestia e l'uomo nuovo, una corda che attraversa un abisso ... la grandezza dell'uomo sta nel suo essere un ponte e non un fine") e nel 1905 formarono il gruppo Die Brücke (Il Ponte).
Attraverso una comune visione del mondo, i componenti del gruppo criticavano e scardinavano le certezze borghesi della società industriale, che erano state l'elemento portante nella seconda metà del secolo precedente. Lo scopo era quello di rinnovare l'arte e insieme ad essa il mondo intero attraverso la pratica estetica.
Die Brücke è alle origini dell'espressionismo tedesco ed è da considerarsi un moto di ribellione contro il perbenismo e l'accademismo della cultura tedesca del primo Novecento. 
La pittura si caratterizzava per l'alterazione dello spazio e della prospettiva 
Donna distesa davanti allo specchio 1909 - Kirchner
la definizione di contorni netti e taglienti, spesso evidenziati da tratti di nero e l'impiego di tinte forti e contrastanti; nelle composizioni dominava spesso la figura umana sotto forma di nudo 
dove si percepiva  fra le figure anche lo spettro divoratore dell'uomo che è la città, la sofferenza  dell'essere che si insinua tra le sue vie e i suoi vicoli e che toglie il fiato con la sua frenesia, lasciando storditi e apatici.  I tratti dei nudi, specialmente quelli di Kirchner apparivano  intrappolati  fra la rigorosità delle linee e le tensioni dei piani mentre la cromia intensificava la forza espressiva dell'opera in sé e bene si esprimeva nei paesaggi 

Frontone rosso 1911 - Rottluff
nelle scene cittadine
Potsdamer Platz 1914 - Kirkner
e negli interni



Heckel e modella nello studio 1905 - Kirchner
Un aspetto fondamentale della loro attività fu la produzione grafica, di cui diventarono maestri, specie nella pratica della xilografia. Molto importanti a riguardo i lavori di Kirchner


Bagnanti tra le rocce bianche 1912 (xilografia a colori)
di Heckel
Franzi sdraiata 1910

di Pechstein 
Barche a vela 1912


La mostra spazia da olii su tela e su cartone a tempere, incisioni in legno, carboncini, pastelli e acquarelli su carta, litografie e acqueforti.
Di Kirchner pittore di punta del movimento sono in mostra numerosi dipinti ma anche acquarelli pastelli e disegni raffiguranti contesti urbani, dove vengono raffigurate strada, piazze, sempre filtrate dalla lente deformante della polemica sociale. 



           
All'angolo di Uhlandstrasse di Berlino 1915
Scene di strada 1913-14



In mostra anche le immagini dello studio in cui si riuniva il gruppo (di una modernità sconvolgente per l'epoca) e in cui tanti capolavori furono dipinti.


Si possono ammirare i quadri di Heckel con una pittura inizialmente composta da linee spezzate e impregnata di riferimenti all'oriente (Ragazza che suona il liuto ) e successivamente da un disegno sommario e colori stridenti (Cisterna a forma di torre) ma tuttavia armoniosa (Giovane uomo e ragazza).
I quadri di Pechstein hanno un colore ricco e modulato (Maglia gialla e nera, Coppia distesa) e  un'interpretazione meno accesa e violenta rispetto alla poetica espressionista.
Tra opere di Karl Schmidt-Rottluf i ritratti (Ragazza intenta nella toilette e Donna pensierosa) e i paesaggi che rimandano all'impressionismo (Frontone rosso) anche se poi l'interesse per la litografia lo porterà verso rappresentazioni dalle forme sintetiche e spigolose (Marito e moglie e Cortigiane dopo il bagno).
Eric Nolde, il più anziano del gruppo, ci mostra una pittura caricaturale della figura umana, aspetto che appare evidente nelle Villeggianti, mentre nelle Due figure esotiche il rozzo intaglio ci rimanda alla scultura primitiva africana;  è però un artista capace di grandi raffinatezze nella tempesta di colori che il dipinto Tronchi bianchi esprime molto bene
Nolde anticipa i pittori del primo dopoguerra e rimane con Kirchner l'artista del gruppo più coerente e vicino alla poetica espressionista.
La Brüke si scioglie nel maggio 1913 a causa di contrasti originati dal testo scritto da Kirchner per la Chronick del Brüke


una Cronaca destinata a tutti i membri passivi della Brüke, che doveva contenere stampe a mano e foto delle opere dei fondatori del gruppo facendo un resoconto storico sulle origini e attività del movimento, ma gli altri componenti non si riconobbero nel testo e quindi decisero di non pubblicare e di restituire le stampe e le foto.
Negli anni della guerra alcuni espressionisti guardarono al grande conflitto come alla possibilità  di un nuovo ordine sociale; una guerra mondiale poteva essere il colpo di spugna da loro desiderato per far nascere un nuovo stile di vita: la purificazione dell'Europa e il tramonto di tutte le antiche strutture di potere. 

Autoritratto come soldato 1915 Kirchner

Molti artisti, animati da questi principi, si arruolarono e partirono per il fronte come volontari, ma il risultato fu quello di prendere coscienza degli orrori della guerra.  Molti di loro, sconvolti, decisero di abbandonare la pittura, mentre per altri la guerra diventò contemporaneamente fonte di ispirazione, incubo, ossessione.
Dopo la guerra l'espressionismo si trasformò assumendo connotazioni esasperatamente realistiche che si spinsero fino all'estrema durezza, alla brutalità, alla rappresentazione dell'orripilante, artisti come Otto Dix, Max Beckmann, George Grosz proseguirono infatti il cammino rappresentando la tragedia della modernità, della società contemporanea in continua lotta con il proprio sviluppo e per la propria sopravvivenza, il dramma dal soggetto che non può e non sa ritrovare se stesso...
La mostra di Palazzo Ducale documenta la varia creatività artistica di un gruppo rivoluzionario che riportò l'arte tedesca sulla scena internazionale ad un livello qualitativo pari a quelle delle opere dei Cubisti, dei Fauves e dei Futuristi italiani.

"Vogliamo libertà di azione e di vita contro le vecchie forze così profondamente radicate" E.L. Kirchner