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domenica 26 aprile 2015

Tuttovero - Torino 2015 La nostra città, la nostra arte




Dal 25 aprile fino all'11 ottobre 2015 alle Fodazioni Sandretto Re Rebaudenzo e Merz e dal 25 aprile fino all'8 novembre alla GAM e al Castello di Rivoli l'evento che unisce le collezioni di quattro musei dell'arte contemporanee torinese. 
Il discorso di Tuttovero parte dal 1815, cioè dall'anno in cui Napoleone viene sconfitto a Waterloo, momento decisivo per le sorti dell'Europa moderna.
Un crescendo di cambiamenti e mutazioni che porta fino ad oggi.
Il racconto, lungo duecento anni, è narrato da due musei torinesi e da due fondazioni private ed evidenzia le trasmutazioni dell'idea di realtà nella nostra cultura.
GAM: l'underground projet è ripensato come uno scavo archeologico del concetto di verità nell'arte, attraverso opere che testimoniamo lo spazio tra fare artistico e la sua documentazione, così come il rapporto tra l'identificazione di un progetto e la sua realizzazione, non a caso apre la mostra il video di John Baldessari del 1974  I am making art che si diffonde come colonna sonora dell'intera esposizione

Autoritratto in forma di gufo 1935-A.Savinio

Torsione 1968 - G. Amselmo
Castello di Rivoli: collocata nella Manica Lunga la mostra presenta circa cinquanta opere scultoree e si sviluppa nello spazio in un progressivo crescendo della densità dei lavori. Il visitatore viene chiamato a costruire in prima persona gli spazi della mostra: il suo sguardo in movimento delinea progressivamente inquadrature diverse scoprendo nuove narrazioni e stanze ideali accompagnato da alcune tappe fisse, annunciate da opere  cardine in movimento che ne "attivano" le triangolazioni


Novecento 1997 - M. Cattelan
Venere degli stracci 1967 - M. Pistoletto

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: in questa sede Tuttovero si declina nel suo doppio, l'idea del falso. La mostra prende le mosse dall'opera UHER.C, 2008 di Robert Kusmirowski


una ricostruzione in scala reale di uno studio di registrazione musicale anni '60, un capolavoro dell'inganno e della contraffazione, ma anche un monumento dell'immaginazione. Le opere in mostra non rifuggono la realtà e la sua rappresentazione, ma lo fanno per via di deviazioni alimentate dalla fantasia che qualche volta fanno credere vere le cose che invece sono finte.

Landscape with Houses 2009 - J. Casebere
Fondazione Merz: ripercorrendo i dieci anni di storia espositiva della Fondazione, Tuttovero riflette la specifica identità di uno spazio intitolato a due artisti, Mario e Marisa Merz, attraverso le loro opere presentate insieme a quelle di altri artisti che, con la propria ricerca individuale, hanno condiviso e contribuito ad uno specifico percorso storico dell'arte del secolo scorso. 
Spirale 2014 - Masbedo
         
Pietra serena sedimentata e ... 2003-Mario Merz  

L'intenzione del curatore Francesco Bonami è quella che Torino ed il Piemonte facciano da contrappunto al tema alimentare di Expo 2015, offendo il "miglior cibo per lo spirito umano, che da milioni di anni si è rivelato indispensabile alla crescita e alla sopravvivenza dell'umanità: l'arte".


sabato 25 aprile 2015

LUCIO FONTANA: CONCETTO SPAZIALE (la scultura)


Con il grande Concetto spaziale del 1952 Lucio Fontana rivoluziona il modo di pensare la scultura. L'opera ha uno 
Concetto spaziale 1951
sviluppo orizzontale, è un disco composto da grandi lamiere sagomate, verniciate di un giallo brillante, e forate (sembrano i buchi praticati su carte e tele dello stesso periodo).
Si tratta di una particolare declinazione dello Spazialismo, il movimento a cui Fontana aveva dato vita alla fine degli anni Quaranta e che teorizzava un superamento dell'astrattismo e del realismo attraverso una fusione tra scienza e arte ("gli artisti anticipano gesti scientifici, i gesti scientifici provocano sempre gesti artistici"-Spaziali 1948).
L'opera, soprannominata dall'autore Il fiore, era stata concepita per essere collocata all'aperto, sul prato antistante la GAM di Torino, con fili d'erba che dovevano insinuarsi fra le forature. 
La scelta però si rivelò infelice rispetto alla sua conservazione tanto da portare ad un primo restauro  già nel 1987 e da allora ad un'esclusiva esposizione nelle sale del museo.

lunedì 20 aprile 2015

MODIGLIANI E LA BOHEME DI PARIGI - GAM Torino

Ritratto di Dedie 1918
Alla Gam di Torino fino al 19 luglio 2015 la mostra su Antonio Clemente Modigliani e sulle opere degli artisti della cosiddetta Scuola di Parigi (termine coniato nel 1925 dal critico d'arte André Warnod per designare un gruppo di artisti che si raccolsero nei primi anni del Novecento nella città francese nella zona di Montmartre. Questi artisti, accomunati dalla loro origine ebraica e dalle ristrettezze economiche, cercavano di vivere pienamente il clima della capitale francese creando una perfetta simbiosi tra arte e vita). 
In mostra sono presenti novanta opere che raccontano l'esperienza artistica del periodo e presentano lavori di artisti come Costantin Brancusi con le sue forme semplificate 

Mlle Pogany III - 1933

Princess X - 1915-16











di Soutine 

Ritratto dello scultore Osca Miestchaminoff - 1923-24

Utrillo, Chagall, Gris, Suzanne Valadon (madre di Utrillo) ed altri.


Madame Kars - S. Valadon 1922


Testa di donna 1911-13




Testa di donna 1912
La mostra è divisa in cinque sezioni che analizzano l'attività artistica parigina non solo nel campo della pittura ma anche in quello della scultura. Modigliani infatti conobbe Costantin Brancusi e come lui si dedicò per un breve periodo alla scultura. Cominciò nel 1909 ad utilizzare materiali poveri come la pietra da costruzione che spesso, poiché senza denaro, rubava nei cantieri per realizzare opere con il procedimento a levare, lo stesso utilizzato dal suo amico Brancusi. Purtroppo, per motivi di salute, dovette smettere di scolpire (la polvere prodotta nell'eseguire le opere in pietre erano infatti veleno per i suoi polmoni già in precarie condizioni).
Modigliani pur frequentando gli ambienti artistici presenti a Parigi non aderirà mai a nessuna corrente. 
Ad esempio della scuola di Micheli, suo primo maestro facente parte del gruppo dei macchiaioli insieme a Fattori, conserva  il voler raffigurare solo la persona mantenendo uno sfondo neutro

Gotine rosse - G. Fattori


Ragazzo rosso  - 1919
           














Rimanendo tenacemente indipendente produce quadri che spesso rimangono invenduti costringendolo a vivere in condizioni precarie e al limite della sopravvivenza.

Ecco allora la produzione dei dissens a boire, disegni scambiati con gli avventori dei locali da lui frequentati che gli offrivano un bicchiere di vino o una zuppa.

A. Sommati
Presenti in mostra anche disegni che ritraggono altri artisti come nel caso di Aristide Sommati, suoi mecenati come Paul Alexandre o preparazioni per le sue stesse opere.

P. Alexandre

Donna seduta 1916






La mendicante 1909











Nella sua vita artistica Modigliani incontra anche i cubisti. Pur non aderendo a questa corrente artistica che gli sembra
troppo celebrale e teorica ne viene influenzato, tanto che esegue quadri con tonalità brune e le forme dei volti  sono più geometriche ma senza la scomposizione dei piani.
In mostra si vedono opere che dimostrano come  Moldigliani  abbia effettuato un continuo lavoro di ricerca che è poi culminato nella realizzazione di grandi opere che lo contraddistinguono per la loro originalità:  gli occhi senza pupille, i lunghi colli e le espressioni dei volti delle persone che rappresenta.

 Ritratto di Soutine 1917
Ritratto di Jeanne Hebuterne - 1918
















"Perché con un occhio guardi il mondo e con l'altro guardi dentro di te..."    (Modigliani)




giovedì 16 aprile 2015

Curiosità - Madonna e Tamara de Lempicka

A rendere nuovamente  famosa Tamara de Lempicka ha contribuito l'apprezzamento delle sue opere da parte di alcune star di Hollywood contemporanee, in particolare la cantante Madonna, 




che oltre a collezionare le sue opere


Andromeda - 1927

Nana de herrera 1928

















ne ha inserito delle riproduzioni nei video delle sue canzoni e nelle scenografie dei suoi concerti.
Nel 1990, durante un'intervista a Vanity Fair, la cantante si vantava di una vasta collezione di dipinti di Tamara de Lempicka: "Ho un sacco di dipinti suoi a New York. Ho un intero museo di Lempicka"



TAMARA DE LEMPICKA - La mostra






Fino al 30 agosto 2015 a Palazzo Chiablese Torino (dimora signorile al centro della città) è visitabile la mostra dedicata a Tamara de Lempicka, pittrice polacca famosa per le opere art déco e per l'immagine affascinante e da diva che aveva creato.



I suoi dipinti sono diventati ormai simbolo degli anni Venti con le sue donne dalle forme geometriche e dallo sguardo seducente.

Studiò pittura all'Accademia, si confrontò con i maggiori pittori come Ingres,











Michelangelo ,
Carpaccio,



Pontormo, Botticelli, ammirò l'arte italiana durante i suoi soggiorni toscani, romani e milanesi e si confrontò con Jan Vermeer














Grande peso nella sua formazione ebbe André Lothe di cui seguì le lezioni a Parigi.
Fu tra le protagoniste della vita bohémiene parigina dell'epoca e fu molto amica di Picasso, Jean Cocteau e André Gide.
Attraverso 80 opere e molte fotografie la mostra percorre la vita e il percorso artistico della pittrice che si impose come una delle principali esponenti dell'Art Déco (movimento artistico che univa le arti decorative alla pittura, all'architettura e alla moda) pur mantenendo uno stile originale ed autonomo.
Negli anni Venti e Trenta del Novecento Tamara De Lempicka viaggiò molto in Europa (fu ospite per alcuni giorni di D'Annunzio al Vittoriale) dopo l'inizio della seconda guerra mondiale si trasferì in America e si stabilì a Beverly Hills, New York e Houston. Dal 1978 si trasferì in Messico e lì morì nel 1980.
La prima sezione della mostra racconta la sua realtà vissuta tra due mondi, l'Europa e l'America e presenta le due case e i suoi quadri ispirati ai loro interni



Tamara si dedicò anche alla natura morta 













Proseguendo il percorso si incontrano i dipinti dedicati alla figlia Kizette che le fecero avere i migliori riconoscimenti nel campo artistico














Donna dalla natura ambivalente, a una condotta trasgressiva fece coincidere un interesse insospettabile per la pittura "devozionale"



Una sezione è dedicata al rapporto dell'artista con il mondo della moda, qui si trovano molte delle note icone della Lempicka, come il bellissimo Ritratto di Madame Perrot con calle del 1931-32 (la sua amante).



La sezione dedicata al nudo  accosta un dipinto antico di Pontormo


a cui Tamara de Lempicka ha fatto riferimento per dare origine a opere come la sottoveste rossa

o la Bella Rafaela











L'ultima sezione racconta il continuo rapporto della de Lempicka con il mondo della moda, sono presenti le sue illustrazioni per riviste del 1921, disegni, dipinti e fotografie dell'artista, scattate da grandi fotografi di moda del periodo 1930-50, da d'Ora a Joffè a Maywald.













Due rari filmati degli anni Trenta faranno muovere e rivivere l'artista.
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Tamara de Lempick in una lettera scritta nel 1936 si definiva "un essere infelice, tormentato, senza patria, senza casa ..."