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domenica 29 marzo 2015

MARCO POLO. La Via della Seta nelle fotografie di Michael Yamashita



Al Museo di Arte Orientale di Torino (MAO) fino al 12 aprile 2015 si può visitare la mostra MARCO POLO. La via della Seta nelle fotografie di Michael Yamashita.
76 immagini di grandi dimensioni, realizzate in quattro anni, raccontano il viaggio che portò Marco Polo alla scoperta del lontano Oriente




Yamashita ha ripercorso lo stesso viaggio per celebrare l'impresa del grande viaggiatore ed in mostra viene presentato il reportage del viaggio diviso in tre sezioni geografiche: da Venezia fino in Cina, la permanenza in oriente  e il ritorno via mare.



Nel 1271 Marco Polo insieme al padre e allo zio lascia Venzia  per fare un viaggio di Migliaia di chilometri lungo l'antica via della seta per raggiungere l'Oriente attraverso la Terrasanta, la Turchia, la Persia, l'Afganistan, il deserto dei Gobi, sino al Cati nella Cina del Nord, alla corte del Gran Khan dei Mongoli.




Percorsi via terra, via mare e fiumi che da un millennio le carovane di mercanti e di viaggiatori utilizzavano per muoversi dall'Asia verso l'impero di Roma per trasportare merci preziosi e sconosciute.

Yamashita con la sua macchina fotografica e una traduzione commentata del Milione si è messo in viaggio alla ricerca di Marco Polo ed ha incontrato popolazioni differenti che ancora tramandano le loro antiche tradizioni.
Il risultato è un ricco reportage di scatti che offrono al pubblico una finestra su un mondo molto vasto e ricco per le varietà di storia, natura, culture e religioni. 












Oltre alle immagini viene presentato un video documentario che racconta l'esperienza del fotografo lungo la via della seta in continuo dialogo con la Dr.sa Francis Wood direttrice del Dipartimento cinese della British Library che nel 1995 ha pubblicato il libro "Marco Polo è andato in Cina?", mettendo in dubbio il fatto che Marco Polo abbia realmente fatto il viaggio raccontato nel Milione.


Michael Yamashita è un fotografo americano nato nel 1949 a San Francisco , in CaliforniaNel 1971 si è laureato presso la Wesleyan University con una laurea in studi asiatici e poi è andato in Giappone per sette anni. Ha iniziato a lavorare per il National Geographic nel 1979 e da allora si è recato in diversi luoghi come la Somalia , il Sudan , l'Inghilterra , l'Irlanda , e Papua Nuova GuineaNegli ultimi dieci anni si è specializzato in Asia, tra cui la Cina e il Tibet. E' anche autore di più di nove libri fotografici, tra cui Shangri-La . Suggestioni tibetane lungo la via del tè Marco Polo, Zheng He. Sulle tracce degli epici viaggi del più grande  esploratore cinese. Ha vinto numerosi premi dalla National Press Photographers Association e l' Asian American Journalists Association
Vive con la famiglia in campagna nel New Jersey, dove presta anche servizio come vigile del fuoco.


martedì 24 marzo 2015

ALBERTO BURRI: cento anni dalla nascita



Alberto Burri (1915-1995)  può essere considerato a tutti gli effetti uno degli esponenti più significativi dell'Informale italiano di tendenza materica, e' stato il maestro italiano che ha demolito e riconfigurato la pittura occidentale introducendo lo "scandalo" di una materia presentata allo spettatore come entità organica.
L'artista identifica totalmente la materia dell'arte con la materia della vita, utilizzando materiali non convenzionali si spinge oltre le superfici dipinte dell'Espressionismo astratto americano e dell'Arte informale europea, fino ad influenzare il New Dada, l'Arte povera e la Process Art.
Se la scoperta di Burri è la messa in opera della matera e la condizione del processo di fondazione dell'opera è che la materia stessa venga colta come tale dalla coscienza dell'osservatore,  risulta fondamentale  la presenza della materia ma anche di un pubblico attivo per poter presentare e non rappresentare l'opera.
Il 9 ottobre 2015 al Guggenheim di New York ci sarà l'apertura della mostra "The trauma of pianting"  retrospettiva dedicata alle opere di Burri: dai Catrami alle Muffe, dai Sacchi ai Gobbi, e ai Bianchi, dai Legni ai Ferri, dalle Combustioni plastiche, ai Cretti e ai Cellotex
Cellotex 1979
Ferro D 1958
Rosso Plastica L.A, 1966


Cretto 1971-73 circa

Pur volendosi allontanare dalle forme di espressione tradizionali, in alcune sue opere come Sacco 5P si nota un rimando ad elementi accademici: l'equilibrio delle forme dovuto alla bella combinazione di materiali diversi e l'equilibrio cromatico dei forti accostamenti, tra i quali uno dei più tipici consiste nell'avvicinare il bruno caldo della tela di iuta con la brillante vernice rossa.

SACCO 5P - 1953 (tecnica mista, sacco, acrilico, vinavil, stoffa su tela)

Il risultato finale di quest'opera è l'omogeneità e l'equilibrio all'interno della dimensione apparentemente informe dei materiali utilizzati, carichi di una loro intensa drammaticità organica.


A. Burri realizza una Combustione

domenica 22 marzo 2015

PALAZZI STORICI: Palazzo Corbetta Bellini di Lessolo Torino

Palazzo Corbetta Bellini di Lessolo è sede dell'Accademia di Agricoltura di Torino, via Andrea Doria 10.
Visitabile nelle giornate FAI 2015 il palazzo è stato edificato nell'ultimo quarto dell'Ottocento in seguito ad un piano urbanistico che prevedeva la riqualificazione di un'area tra le vie dei Mille e Andrea Doria ormai abbandonata e che era stata un tempo zona di passeggio per i nobili di Torino.
Fu proprietà del conte Giuseppe Corbetta Bellini di Lessolo che ne curò personalmente la decorazione interna.


Il piano che ospita  l'Accademia conserva la stessa planimetria e la decorazione dell'epoca.
L'ingresso immette in un corridoio la cui volta è decorata in stile pompeiano bianco, nero e oro e che richiama perfettamente il pavimento in mosaico.
Qui vi è un'anticipazione delle teche che ospitano la collezione Garnier-Valletti  presenti anche in altri ambienti del palazzo come l'anticamera

Il palazzo presenta un apparato decorativo coevo alle fasi della sua costruzione come testimoniano gli affreschi della volta della Sala delle Adunanze dipinta da Rodolfo e Luigi Morgari nel 1883


e degli intarsi del pavimento della manifattura di Gabriele Capello detto il Moncalvo operante presso la casa regnante.
Dal salone delle adunanze si passa alla biblioteca che conserva circa 6000 volumi di cui 500 libri antichi.
La biblioteca è organizzata su tre sale principali con annessi servizi vari.
Sulla volta di una delle sale sono presenti stucchi risalenti al 1882 modellati da Placido Piattini e Placido Massello con soggetti legati a temi enologici questa sala accoglie una volta al mese la riunione del Consiglio Direttivo.



La seconda biblioteca ha un
pavimento in graniglia genovese e la volta affrescata con scene di genere.
Non avendo avuto eredi il palazzo passò in eredità a Sofia Bricherasio figlia della sorella della moglie del conte, Elenora dei conti Massel di Caresan.
Sofia pittrice e allieva di Lorenzo Delleani (famoso pittore dell'800 piemontese) fece sopraelevare il palazzo creando il suo atelier con ampie vetrate per far penetrare la luce solare, necessaria alla realizzazione delle sue opere.
La contessa Sofia intraprese varie iniziative in campo agrario e nel 1945 donò il palazzo all'Istituto Salesiano per le Missioni. Quest'ultimo vendette in un primo tempo una porzione dell'edificio alla Federazione italiana dei Consorzi Agrari e poi nel 1951 vendette quella restante all'Accademia di Agricoltura di Torino.
La sede dell'Accademia è un edificio che deve il suo prestigio non solo ai tesori architettonici e pittorici, ma soprattutto al valore delle sue raccolte che consentono una documentata letteratura delle vicende evolutive dell'agricoltura piemontese dall'origine dell'istituzione che risale al 24 maggio 1785.



mercoledì 18 marzo 2015

TUTANKHAMON CARAVAGGIO VAN GOGH La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento


Nella Basilica Palladiana  di Vicenza fino al 2 giugno 2015 è possibile visitare la mostra Tutankhamon Garavaggio Van Gogh La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento.
E' divisa in sei sezioni di carattere tematico con opere provenienti da collezioni e musei di tutto il mondo.
La prima sezione presenta 22 tra reperti e statue egizie che ci fanno soffermare sul tema della notte eterna e spirituale ma comunque collegata alla vita.
Si parte dal "Ritratto funerario di giovane uomo" facente parte dei ritratti del Fayyun


Egitto, periodo Romano III sec. d.c.
per continuare o forse iniziare il viaggio notturno sulle rive del Nilo con il volto del re bambino Tutankhamon.

In questa sezione si possono ammirare teste scolpite, maschere funebri, gioielli, giochi per bambini, quindi la notte abitata dalla vita.
La mostra prosegue facendoci attraversare molti secoli e proiettandoci nell'ambito della pittura e dell'incisione. La pittura che ha rappresentato la notte: la notte piena oppure il suo giungere all'ora del tramonto e del crepuscolo, la conclusione della notte quando l'alba sta per giungere.
La seconda sezione (Figure sul limite della vita. Da una finestra viene la notte) presenta capolavori di Tiziano,  Tintoretto,  Giorgione 
Doppio ritratto 1502

e Poussin di cui viene presentata una "Crocifissione" del 1645-46 che dialoga con "Frammento di croficissione" di Bacon del 1950 















Opere tra il cinquecento ed il seicento che presentano una suggestiva atmosfera di figure collocate in ambienti notturni seguendo la vita diCristo dal momento della nascita fino alla crocifissione e alla deposizione nel sepolcro ma anche mettendo al centro altre figure come quella di S. Francesco di El Greco


S. Francesco in preghiera davanti al crocifisso - 1585
o di Caravaggio


L'estasi di S. Francesco D'Assisi - 1594
per arrivare fino al contemporaneo Music con i suoi Anacoreti del 1994 in dialogo con l'opera "S. Francesco sorretto da un angelo - 1500" di Orazio Gentileschi




Nella terza sezione (Il bianco e il nero della notte. Una mano incide sulla lastra) si possono ammirare 16 incisioni in un dialogo tra un artista del Seicento, Rembrandt ed uno del Settecento Piranesi.
Le tre croci di Renbrandt - 1656


Carceri d'invenzione - 19749/50
















Un modo per evidenziare la meraviglia delle figure soffuse dentro la notte nel primo e l'intensità degli scorci scenografici e teatrali nel buio delle sue carceri nel secondo.
La quarta sezione (Di lune e di stelle. E di tramonti prima. Il secolo della natura mentre viene la sera) si sofferma sul paesaggio dal momento del tramonto fino a quello in cui nel cielo compaiono la luna e le stelle. Opere del periodo romantico 
Città al chiaro di Luna 1818 - Friedrich
San Giorgio Maggiore Venezia, dopo il tramonto 1908- Monet

fino all'impressionismo 


ma con uno sguardo anche alle opere dei primi del Novecento di Mondrian 
Notte d'estate 1907

Klee ed Hopper
Emporio 1927









La quinta sezione (Sere e notti del Novecento. Il cielo e lo spirito) presenta opere affascinanti del secondo Novecento ed in particolare in ambito astratto in America con K. Noland, L. Morris
Impending 1959
fino all'Europa di Staël


Il fort Carré ad Antibes 1955
per esaltare la portata fortemente introspettiva e psicologica del sentimento notturno.
La sesta ed ultima sezione (In queste sere e notti ci si perde. La mostra in una stanza) è un riassunto di tutti i temi affrontati nelle sezioni precedenti, un trionfo di opere di importanti artisti che legano l'interiorità dell'uomo allo spazio della notte...


Caravaggio - Narciso 1594/96

Un confronto che mi ha colpito molto è stato l'accostamento di un'opera di Gauguin e una di Rothko
Donna di Tahiti 1898
Untitled 202 (Arancione e Marrone) 1964












il dialogo del colore dell'uno e dell'altro (arancione e marrone).
Per Gauguin il colore apriva nuovi orizzonti verso l'infinito e l'ignoto ed il colore diventava simbolo, in Rothko il colore diventa l'assoluto: è come se la coperta arrossata della spiaggia di Tahiti nel quadro dell'uno, venisse sollevata e posta sulla verticalità della superficie realizzata dall'altro.

domenica 8 marzo 2015

VORTEX Pensieri Sulle Stelle: una personale di OPIEMME



Dopo aver trascorso gli ultimi due 
anni a diffondere poesia di strada con dipinti murali nelle tappe di "Un viaggio di pittura e di poesia" attraversando l'Italia, andando in Polonia, Haiti, Thailandia, Uruguay e Argentina dove ha partecipato alla "5° Bienal del fin del mundo", l'artista OPIEMME, definito "poeta della street art", ha sviluppato e trasferito su tela una forte fascinazione per il cielo stellato.




Questa nuova ricerca confluisce in un ciclo di mostre intitolato "Vortex" rivolta al cielo, all'universo, ai soli, ai pianeti, alle stelle che l'artista scopre come un altro da sé: interiore, sognante, consolante.
Le pitture presentate alla galleria PORTANOVA 12 a Bologna, dal 6 marzo al 4 aprile, si caratterizzano per gli intensi, colorati dripping,



disegni creati da gocce che fanno eco ad immagini del cosmo, ad ammassi di stelle. 



Con "Vortex" l'artista si orienta verso l'astrattismo e la parola, verso l'informale e la poesia visiva.
La mostra coincide con l'anno internazionale della Luce indetto dall'Unesco, il cui tema è la luce cosmica. Opiemme vorrebbe creare un progetto ad hoc che renda manifesto il suo rapporto personale con la luce: lettere come energia, come vita, quindi luce.










DA CIMABUE A MORANDI. FELSINA PITTRICE



A Palazzo Fava Palazzo delle Esposizioni di Bologna dal 14 

febbraio al 17 maggio 2015 è aperta la mostra Da Cimabue a 

Morandi. Felsina Pittrice, curata da Vittorio Sgarbi.


Nelle splendide sale affrescate dai Carracci e dalla loro scuola, si 


possono ammirare 200 opere provenienti da chiese, fondazioni e 

collezioni private che illustrano l'attività artistica di Bologna 

durante oltre 700 anni, periodo durante il quale Bologna è stata uno

degli importanti centri della storia dell'arte italiana ed europea.

Dedicata a Roberto Longhi che nel 1934 tenne una celebre lezione

all'Università di Bologna sulla grande tradizione artistica della città.

Il titolo della mostra rende omaggio anche a Carlo Cesare Malvasia 

e alla sua Felsina pittrice, la fonte più importante e autorevole per 

la storia della conoscenza della pittura bolognese dal Medioevo 

all'età barocca, pubblicata nel 1678.

Con il metodo di Longhi la mostra intende intraprendere un 

viaggio  dalla fine del Duecento al Novecento da Ciambue a 

Morandi.

Si possono infatti ammirare artisti conosciuti in tutto il mondo: 

Cimabue,                                                Guido Reni
Cimabue - Madonna in trono con il
bambino e due angeli -  fine XIII sec.

Guido Reni - Annunciazione











Arturo Martini - Madre folle 1929





Nicolò dell'Arca - San Domenco 1493




Nicolò dell'Arca




                                                                
  
 Arturo Martini






Giorgio Morandi 


Giorgio Morandi - Vaso di fiori 1929













In dialogo con grandi pittori come Giotto


Giotto - Madonna

Raffaello - Estasi di S. Cecilia 1516
Francesco Hayez - Ruth 1835

Raffaello            

                                          




                        
                         


                         Hayez








e molti altri.

Vale la pena seguire il consiglio di Vittorio Sgarbi ...